Via Etnea, ore 18, è un flusso continuo di turisti: c’è chi scende da una nave da crociera, chi è in città per una conferenza, tanti i ragazzi in gita scolastica. A pochi metri da loro Maurizio Caserta sceglie il Teatro Sangiorgi per la prima conclusione di un Tavolo Tematico, argomento “Turismo e cultura“. Una piccola sala decorata da stucchi e mosaici dorati del primo novecento accoglie simpatizzanti, curiosi o esperti del settore, che sono venuti a discutere delle potenzialità, ancora tutte da sfruttare, del capoluogo etneo.
Ma è anche l’occasione per mettere alla prova il “metodo” Caserta: se i tavoli tematici sono finora serviti a conoscere, discutere e immaginare soluzioni ai problemi della città, ora è il momento di individuare le proposte e sintetizzarle in un programma.
Prende la parola il candidato sindaco, dando inizio al dibattito: “Dobbiamo dare un target al turismo catanese, trovare le sue vocazioni, non possiamo offrire un pacchetto generalista”
Il primo ad intervenire è Mario Bevacqua, titolare della Trimondo Viaggi e presidente dell’UFTAA (Federazione Mondiale Associazioni Agenzie di Viaggi): “Ognuno deve fare il proprio mestiere, il pubblico ha l’obbligo di promuovere il territorio, il privato ha il diritto di commercializzarlo, una commistione tra i due settori è un problema” e lancia una proposta provocatoria “scendiamo nei sotterranei dei musei, prendiamo i reperti archeologici nascosti ed esponiamoli nelle hall degli alberghi, così che diventino degli art hotel archeologici.”
L’assemblea si scalda, per alcuni il vero problema è la sicurezza. Lo sostiene chi lavora in un consolato e si trova spesso a dover soccorrere turisti che hanno subito violenze e furti, anche nei quartieri bene della città: “Non andare a Catania, è pericoloso”. Il passaparola è una pubblicità potentissima, soprattutto se negativa.
Altri riconoscono la necessità di maggiori controlli, ma sono in primo luogo i catanesi a dover riprendere possesso del territorio, divenendo turisti della propria città. Tante altre voci si levano a turno, chiedendo più attenzione al web o il coinvolgimento degli anziani per la gestione e la tutela di siti culturali e verde pubblico.
Nel corso della discussione i presenti votano le priorità in fatto di turismo e cultura, dando un voto da 1 (misura più urgente) a 8 (misura meno urgente) alle proposte emerse e raccolte in occasione degli incontri precedenti.
Maurizio Caserta interrompe il dibattito per annunciare l’esito:
- al primo posto valorizzazione e programmazione, creazione del “pacchetto Catania” individuando i beni da salvaguardare e promuovere in relazione ad alcune vocazioni ben specifiche (Turismo scolastico, della terza età, congressuale, sportivo, enogastronomico, distretto dei teatri e festival belliniano);
- al secondo formazione, cioè realizzazione di corsi di istruzione per il personale pubblico e privato, in sinergia con Ateneo e Sovrintendenze;
- “pensare in grande” si colloca al terzo posto e mira alla riqualificazione del porto e dell’aeroporto, infrastrutture da ripensare in un’ottica internazionale.
“Possiamo aggiungere tantissime altre proposte specifiche, anche a costo zero. Ma esiste un punto fermo, è il nostro stato d’animo, la voglia di voltar pagina dopo una cattiva amministrazione e vivere insieme un progetto di cambiamento.”
In caso di vittoria, tre in particolare gli impegni che tiene a rispettare:
- restituzione del mare, fruibile da turisti e non tutto l’anno, grazie all’apertura delle spiagge oltre la stagione estiva;
- valorizzazione della Biblioteca Ursino Recupero, gioiello barocco oggi gestito da un’unica dipendente, peraltro senza stipendio, la direttrice Carbonaro;
- creazione di un Festival in occasione delle festività Agatine, 15 giorni di cultura religiosa e artistica nel mese di Febbraio.
E intanto la guida Traveller National Geographic – Sicilia, dedica ancora a Catania una piccola appendice: “Seconda città siciliana per grandezza, Catania non offre attrazioni pari al suo rango”. Unici siti degni di nota sarebbero la Cattedrale, Via Crociferi e Via Etnea.
Mentre in Piazza Duomo continuano i flash dei turisti al Liotro, il palazzo comunale, sullo sfondo, si prepara alle prossime elezioni.
Purtroppo non ho potuto partecipare al tavolo tematico, ma quello che volevo dire lo dico adesso. A questa città non è mancata solo la capacità di tenersi o ampliare i canali tradizionali del turismo, ma anche e soprattutto quella di sviluppare delle forme nuove, sfruttando certe sue peculiarità. Ne dico due: la prima è che non è ancora del tutto morto il mito della Catania fucina di giovani band musicali, se accanto al belliniano si riuscisse a creare di nuovo un circuito di musica dal vivo per giovani band, magari con un festival annuale, basterebbe poco per riesumarlo. Non è un turismo “ricco”, ma fa immagine, e costruisce futuro: i giovani poi crescono… Oltretutto sarebbe una boccata d’ossigeno per i molti operatori del settore, basta uscire un martedi sera per rendersi conto che purtroppo i canatesi non hanno più le possibilità economiche per riempire i locali notturni in giorni diversi dal sabato. La seconda, che farà ancora più “scandalo”, è il turismo gay, che ha fatto la fortuna di moltissme lande sperdute del mediterraneo, che anche noi abbiamo ma solo in estate e solo da Roma e dal nord Italia, mentre altri hanno tutto l’anno da tutta Europa. Se solo si riuscisse a guardare a questa specialità con gli occhi di chi deve fare economia, mettendo definitivamente da parte atteggiamenti moralistici, ci si accorgerebbe che questo è un tipo di turismo molto più “ricco” di quanto si possa pensare.
concordo con il tema del turismo e del colore cittadino tuttavia noto che siamo in pochi a denunciare la gran quantità di rumori che rendono la città invivibile.Le notti, sulle strade accanto al teatro bellini, non si può vivere o respirare. Accanto alla via Plebiscito non si può passare. Spazzatura, fumi, rumori, grida. Ma sono queste le notti allegre dei giovani? In ness una città civile del nor si vedono o si odono le cose che avvengono a Catania. Perchè non denunciarle ? I locali debbono avere luoghi più adatti e comunque più grandi. Le strade e le piazze non devono essere occupate da tavolini per il consumo di gelati od altro. Secondo me questo è un fatto altamente negativo legato alla mancata conoscenza e valorizzazione dei ” beni comuni” quali sono strade e piazze. Sono intoccabili. Come pure le spiagge e le scogliere che sono diventate luoghi di bivacco per idioti.