Social network, ormai, ce ne sono un po’ per tutti i gusti. Ci sono quelli dedicati alla maglia e all’uncinetto, quelli strettamente riservati alle mamme e quelli dedicati agli amanti degli animali. È prevedibile, che, dopo tanti usi frivoli, si faccia del web 2.0 un utilizzo più impegnato, a sostegno della partecipazione popolare alla politica.
Non è da poco che si discute di supporti elettronici al voto, ma oggi, dopo il successo elettorale del Movimento Cinque Stelle alle recenti elezioni nazionali, il tema è più che mai attuale. A causa della natura, reale o presunta, del movimento, che si presenta come democrazia dal basso e fa grandi professioni di fede nella democrazia partecipativa o diretta, la necessità di uno strumento di consultazione popolare che sia efficace, economico, e abbia sufficienti garanzie di sicurezza si fa urgente.
Per rispondere a questa esigenza, un gruppo di sviluppatori di varie zone d’Italia ha messo a punto la piattaforma Airesis. Accedendo e iscrivendosi al sito internet http://www.airesis.it si ha a disposizione uno strumento concepito non soltanto per votare proposte altrui, ma per consentire a tutti gli iscritti di formularne, esprimere giudizi, intrecciare discussioni.
La piattaforma consente di esprimere e votare proposte sia a livello generale, sia all’interno di gruppi più ristretti, legati a realtà territoriali o ad argomenti specifici. Allo stato attuale, però i gruppi non sono molto frequentati: di solito sono composti da un massimo di venti elementi.
Ovviamente molto adottato dai meetup locali del movimento, non è loro monopolio: esistono gruppi legati a sezioni di altri partiti, SEL e il PD, per esempio, e associazioni, Legambiente. Vicino a noi abbiamo trovato le pagine dei meetup movimento cinque stelle di Misterbianco, di Catania, di Acireale, di Giarre e di Mascalucia. Al momento, non sembrano essere molto attivi.
Il progetto è presentato come indipendente: fa vanto dello slogan “non di destra, non di sinistra, ma di tutti”, ma, nelle discussioni a livello nazionale, non è raro che il movimento si consideri l’unica voce presente sulla piattaforma. D’altro canto, sebbene l’hosting per il 2013 sia finanziato dall’associazione Grilli pensanti, il meetup riminese del Movimento Cinque Stelle, per lo più le spese sono sostenute tramite raccolta fondi, e il lavoro di chi lo sviluppa è volontario.
Il Movimento Cinque Stelle non è nuovo all’uso di strumenti di questo genere: già in passato, anche in occasione delle regionali in Sicilia, aveva utilizzato per stilare il programma da proporre agli elettori Liquidfeedback, software open-source sviluppato in Germania e lì ampiamente utilizzato.
Liquidfeedback offre la possibilità di delegare a altri le votazioni su temi di cui si avesse poca conoscenza. E questo, per il Movimento Cinque Stelle, in cui “uno vale uno”, risultava non accettabile. Peccato, perché nessuno può essere informato su tutto, e la possibilità di delegare a chi li ha studiati la discussione su temi sensibili e difficili non è di certo una perdita. Airesis non consente delega alcuna.
Airesis è uno strumento tutt’altro che perfetto. Tralasciando l’impossibilità di contattare gli altri membri tramite messaggio privato, una funzione magari utile a scambiarsi informazioni riservate o di interesse limitato, e altre imperfezioni di carattere tecnico, come l’uso di un font sans serif faticoso da leggere a schermo, ciò che più ci preoccupa è l’effettiva correttezza dello svolgimento delle votazioni.
Chi verifica, chi garantisce? Senza nulla togliere alla buona fede degli sviluppatori, un sistema di consultazione elettorale che voglia realmente appellarsi democratico ha necessità, per garantire la propria correttezza, di controllo. Tanto più se è esposto anche ai problemi della sicurezza informatica, che sono, spesso, tutt’altro che semplici.
Alcune precisazioni sull’articolo in ordine:
* la delega non è prevista perchè non esiste in democrazia diretta: è la differenza principale tra democrazia liquida e diretta.
*i messaggi privati tra utenti esistono ed è possibile inviarli se si hanno i permessi per farlo
*il carattere utilizzato non è sans-serif
*la sicurezza è a carico di chi installa e gestisce il software: il software è sicuro, di per se, ma buona parte viene anche da chi gestisce e mantiene i dati. Airesis è un progetto open source ed usula da queste problematiche. Chi lo installa e lo gestisce si fa carico dei problemi di sicurezza.
No, la sicurezza è prima di tutto a carico di chi sviluppa il software, e non di chi lo installa. Puoi essere bravo quanto vuoi a installarlo e gestirlo, ma se è scritto male ed è insicuro, l’unico modo per renderlo sicuro è quello di spegnere il server su cui gira e chiuderlo a chiave in un armadio.