Cinquant’anni e li dimostra tutti, scolpiti nella sua bella faccia d’attore. No, non quelli anagrafici ma gli altri, fatti di ruoli, tavole di palcoscenico, scene, quinte, sipari, fatti di personaggi. Sono i 50 anni di Piero Sammataro, le sue nozze d’oro con il teatro, festeggiate qualche giorno fa a Catania, nella sala Chaplin con una targa e una serata-omaggio dal titolo “Qui si gioca a far sul serio: Piero Sammataro, 50 anni di teatro“. Con un ricco parterre di amici e non solo, di personalità del mondo dell’arte, della cultura, dello spettacolo, del giornalismo. Tutti a dire cosa è stato ed è per il teatro e per Catania, Piero Sammataro. Lui, cremonese, che ha adottato la città siciliana certamente più di quanto questa non abbia adottato lui. Un rapporto che Nello Pappalardo, docente, giornalista e critico, commenta ironicamente con la frase “Ma cu t’u fici fari?”
A Catania Sammataro è arrivato dopo un lungo percorso che va dalla borsa di studio di 30.000 lire all’Accademia di arte drammatica Silvio D’Amico, al debutto ne Sei personaggi in cerca d’autore, con la famosa compagnia dei giovani diretta da Giorgio De Lullo, con Romolo Valli e Rossella Falk. E da lì tanti altri lavori, più di 250, alcuni con prestigiosi registi come Strehler o Visconti e con l’Istituto nazionale del Dramma antico. Per lo Stabile di Catania ha interpretato anche un magnifico Norman in Servo di scena ma la collaborazione con il teatro catanese non è durata quanto avremmo voluto, non certo per mancanza di professionalità da parte di Piero Sammataro quanto, forse, per la sua poca attitudine a piegarsi. E si sa, tenere la schiena dritta non paga.
Ma poco importa: nella festa dell’anniversario tutti, amici o meno, hanno tributato a Piero gli onori che merita. “Signore delle scene” lo definisce il giornalista Nino Milazzo. Si rammarica di non lavorare con lui e si augura che ciò possa avvenire in futuro il direttore dello Stabile Dipasquale. Si inchinano davanti al maestro i tanti attori che sono cresciuti e bene alla sua alta scuola, Nino Romeo, Graziana Maniscalco, Rosario Minardi. Salgono in tanti sul palcoscenico della sala Chaplin, rappresentanti del mondo del teatro come Gianni Salvo, o di quello universitario, Antonio Di Grado, Fernando Gioviale. Anche dagli schermi arrivano preziosi contributi, del regista Lamberto Pugelli o dell’attore Pirrotta. Troppi nomi per ricordarli tutti in un post che breve deve essere.
Interviene anche Piero, infine, con il regalo di due brani e la promessa di tre lavori già in preparazione. Regia della serata, occulta ma non troppo, quella di Carmelita Celi, giornalista, critica teatrale, rappresentante per l’Italia dell’Associazione internazionale dei critici di teatro, anch’essa assolutamente sprecata in questa nostra cattiva città.
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