Sbancamenti e cementificazione per trasformare il Lungomare in una zona commerciale e distruggere le peculiarità naturali (scogliera lavica) e abitative (S. Giovanni Li Cuti), che lo rendono unico e prezioso. Questa la sostanza del progetto “Viabilità di scorrimento Europa-Rotolo”, contrabbandato come via di fuga antisismica, aggiungendo al danno la beffa.
33 associazioni catanesi sottoscrivono un nuovo appello, nel tentativo di “impedire l’ennesima operazione speculativa ai danni dell’ambiente, della cittadinanza, del bene comune”, in cui chiedono di sottoporre “tale progetto così imponente ed invasivo” al vaglio del consiglio comunale e interrogano “la cittadinanza, il Sindaco e il commissario Alligo” sull’opportunità di realizzarlo.
Il recente pronunciamento del Tar dà infatti al commissario “nominato in sostituzione dell’amministrazione [comunale] rimasta inerte”, il potere di portare in ogni caso a termine il procedimento per “soddisfare l’istanza del privato ricorrente” anche introducendo modifiche al piano regolatore e scavalcando il consiglio comunale. Avverso a questo pronunciamento il Comune ha presentato ricorso al Consiglio di Giustizia amministrativa.
Ecco il testo integrale dell’appello
Al sig. Sindaco di Catania
Al commissario ad acta relativo al procedimento “Viabilità di scorrimento Europa-Rotolo”
Il 31 luglio 2009 tredici associazioni catanesi, numerosissimi cittadini, professionisti, tecnici e docenti universitari avevano rivolto un appello agli organi di informazione, alla cittadinanza ed alle istituzioni affinché non venisse realizzato il progetto denominato “Viabilità di scorrimento Europa-Rotolo” nei termini descritti in un’inchiesta pubblicata nei giorni precedenti sul “Quotidiano di Sicilia” a firma di Antonio Condorelli: «400 mila metri cubi di sbancamento a 10 metri sul livello del mare, 56 mila metri quadri di centro commerciale e 48 mila mq di parcheggi a pagamento spalmati tra una strada che doveva essere una via di fuga antisismica e un pezzo di costa lungo 1200 metri, in concessione per 38 anni ad un gruppo imprenditoriale».
Dopo avere esaminato approfonditamente il progetto, seguì l’8 febbraio 2010 una seconda lettera nella quale altrettante associazioni argomentarono le loro forti perplessità affermando che il progetto così come ideato, originariamente quale viabilità di scorrimento per motivi di protezione civile, alla quale venne associata una vasta area commerciale al fine di poterlo realizzare in project financing, avrebbe comportato:
- il cambiamento di finalità della strada V.le De Gasperi, che da prevista viabilità di scorrimento, sarebbe diventata copertura di un Centro commerciale, perdendo quindi le sue finalità a servizio della sicurezza in caso di terremoto per diventare una strada di accesso o di avvicinamento al sottostante Centro commerciale ed ai vari parcheggi, alcuni interrati;
- l’aumento del traffico veicolare ed incremento della quantità complessiva di cittadini che in caso di pericolo avrebbero abbandonato l’area con conseguente riduzione del livello complessivo di sicurezza;
- l’annullamento dell’unicità del Borgo marinaro di San Giovanni Li Cuti, attualmente separato tramite il lungomare dalla città, con due soli ingressi, mentre col progetto sarebbe stato integrato al Centro commerciale essendovi una fusione completa fra il Centro ed il borgo;
- la modifica della visione prospettica del Borgo di San Giovanni Li Cuti dai punti di visuale del Lungomare (V.le Ruggero di Lauria);
- la trasformazione del Lungomare in percorso commerciale e in copertura trasparente dei negozi sottostanti con conseguente perdita della sua attuale funzione di percorso ambientale, di jogging, di relax;
- la polarizzazione delle attività commerciali verso il lungomare e le aree limitrofe a discapito delle attività commerciali poste lungo le strade interne della città come Corso Italia o Via Gabriele D’Annunzio; inaccettabile in un contesto, quale l’Hinterland catanese, caratterizzato da un’ipertrofia di centri commerciali, ed a maggior ragione in un periodo, quale quello attuale, contraddistinto da una grave congiuntura economica.
- la disgregazione della scogliera lavica e delle relative grotte in corrispondenza di Piazza Tricolore a causa della realizzazione di un altro grande parcheggio interrato la cui costruzione per dimensioni e posizione avrebbe indebolito la coesione fra le varie colate nella fascia rimanente fra il parcheggio ed il mare;
- la mancanza di una pianificazione complessiva che potesse contemperare ed integrare le diverse esigenze di quell’area della città col resto della pianificazione urbana.
Le forti perplessità ed i rilievi tecnici suesposti negli ultimi anni hanno incontrato il consenso dell’Amministrazione comunale, che, per bocca del Sindaco ha più volte dichiarato agli organi di informazione la contrarietà al progetto.
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Tuttavia l’inerzia che l’Amministrazione medesima ha continuato a perpetrare sulla vicenda (non assumendo tempestivamente, come ci aspettavamo, l’atto di annullamento della gara), ha causato il suo stesso commissariamento ad opera del giudice amministrativo con la sentenza del luglio 2011.
Con quest’ultima infatti, il TAR Catania – in accoglimento del ricorso esperito dalle società aggiudicatarie dei lavori contro il “silenzio-inadempimento” del Comune – ha nominato nella persona del Segretario del Comune di Messina il commissario ad acta deputato a sostituirsi al Comune inadempiente per il completamento della procedura relativa al progetto di finanza “Viabilità di scorrimento Europa-Rotolo”. Il commissario si è insediato nel novembre 2011.
E’ seguito, nel febbraio 2012, un appello sottoscritto dalle ventisette scriventi associazioni con il quale si è chiesto all’Amministrazione medesima ed al commissario Alligo di fare tutto quanto in loro potere per impedire l’ennesima operazione speculativa ai danni dell’ambiente, della cittadinanza, del bene comune.
Nei mesi scorsi il commissario ad acta ha chiesto al TAR chiarimenti in «ordine al fatto se i poteri attribuiti al Commissario si potessero estendere, ove necessario, all’assunzione di provvedimenti in sostituzione del Consiglio comunale per l’approvazione di eventuali varianti al PRG».
La risposta del giudice amministrativo è giunta alla nostra conoscenza il 20 settembre scorso, con la pubblicazione della relativa ordinanza nella quale è stato affermato il principio secondo cui «l’attività commissariale – disposta, lo si ricorda, per superare l’inerzia in cui l’azione amministrativa dell’ente pubblico si era arenata – deve tendere a rimuovere l’ostacolo ed a consentire che il procedimento amministrativo sia portato a conclusione. In questa ottica, appare agevole sostenere che l’azione del Commissario debba investire tutti i passaggi procedimentali ritardati od omessi dall’ente titolare, e non possa per contro limitarsi a sostituire uno degli organi amministrativi rimasto inerte, restituendo poi gli atti all’amministrazione per lo step successivo. In conclusione, l’effettività della tutela giurisdizionale […] implica che il Commissario ad acta/ausiliario del giudice, nominato in sostituzione dell’amministrazione rimasta inerte, porti a conclusione il procedimento amministrativo sostituendosi in tutte le eventuali varie competenze dell’ente sostituito, al fine di giungere all’adozione del provvedimento amministrativo conclusivo e soddisfare così l’istanza del privato ricorrente».
Non vogliamo soffermarci sui profili di carattere giuridico che saranno certamente vagliati dal Consiglio di Giustizia Amministrativa al quale il Comune ha presentato ricorso.
Chiediamo però che tale progetto così imponente ed invasivo venga sottoposto al controllo democratico esercitato dal consiglio comunale e vogliamo interrogare la cittadinanza, il Sindaco e il commissario Alligo sull’opportunità di realizzare un’opera di siffatta specie nell’ambito di un’area che meriterebbe bensì di essere valorizzata dal punto di vista ambientale, della vivibilità cittadina ed inserita all’interno di una pianificazione complessiva del territorio che soltanto attraverso il piano regolatore è possibile garantire tutelando l’interesse della città ed il bene comune.
CITTA’INSIEME – COMITATO BORGO MARINARO DI OGNINA – COMITATO PORTO DEL SOLE – ITALIA NOSTRA – LIPU CATANIA – WWF CATANIA – ADDIOPIZZO CATANIA – AKKUARIA – ARTISTS&CREATIVES – AS.A.A.E. – C.A.D. DELEGAZIONE DI CATANIA – CENTRO ASTALLI CATANIA – CIVES PRO CIVITATE – CIRCOLO DI “LIBERTA’ E GIUSTIZIA” DI CATANIA – COORDINAMENTO PROVINCIALE DI “LIBERA” CATANIA – ASSOCIAZIONE DOMENICANI PER GIUSTIZIA E PACE – FORUM CATANESE ACQUA BENE COMUNE – FORUM NAZIONALE SALVIAMO IL PAESAGGIO DIFENDIAMO I TERRITORI SEZ. DI CATANIA – GAPA (CENTRO DI AGGREGAZIONE POPOLARE SAN CRISTOFORO CATANIA) – I CORDAI – I SICILIANI GIOVANI – LABORATORIO DELLA POLITICA – LABORATORIO SOCIO-POLITICO “IL PREZIOSO AVANZO” – LEGAMBIENTE CATANIA – NIKE – PAX CHRISTI CATANIA – RES.CA. – #SALVAICICLISTI – RIFIUTI ZERO CATANIA – ASS. ANTIMAFIE RITA ATRIA – ASSOCIAZIONE 51 PEGASI DIMENSIONE DONNA – ASSOCIAZIONE SOCIETÀ DI SAN VINCENZO DE PAOLI DI CATANIA – ASSOCIAZIONE TALITÁ KUM
che senso ha fare un altro centro commerciale se già quelli esistenti (troppi rispetto alla clientela) sono in crisi?????
non si può rovinare e soprattutto inquinare un tratto di costa così bello. stanno facendo lo stesso gioco che hanno fatto con quella sottospecie di lido costruito nonostante i divieti, che ha rovinato una parte di costa che si poteva raggiungere “a gratis” per ammirare il mare.. lo stesso mare che ora vogliono distruggere con un centro commerciale a 10 metri da esso.. e per farlo hanno nominato un commissario che ha il compito di portare a termine il progetto in ogni caso.. ma stiamo scherzando??? ci sono città con spiaggette da due soldi che vengono rivalutate e protette, e noi roviniamo una costa in pietra lavica per una cosa inutile… senza parole
credo che ai comitati sottoscrittori della denuncia manchi la visibilità. Più che un Grillo ci vuole un martello che conficchi nella testa dei cittadini l’idea della partecipazione anche di tipo grillino alla tutela dell’ambiente.Delegando ancora la media borghesia nella gestione dei beni comuni ci ritroveremo a raccogliere solo spazzatura e stracci.
Bisogna immediatamente fermare questi progetti e la stessa definizione di quello schifo di centro commerciale di p.zza Europa che faranno affogare nella confusione il parte più bella di Catania.
Via di fuga da cosa?
non per fare lo scenziato ma pare che l’ipotesi di un sisma dalle nostre parti avrebbe conseguenze massive proprio dal fronte mare.
E’, senza giri di parole, di tutta evidenza che l’eufemismo maschera una spiccata volontà di speculare su una zona che non è nuova a questo turpe “destino”.
dispiace che questa sonnolenta città non si indigni sul fatto che talune opere (non certo di bene)mettono seriamente a repentaglio la vita e la sicurezza dei cittadini.
l’amministrazione comunale, da parte sua, attua strategie di controllo della legalità e dell’interesse collettivo talmente sofisticate da risultare incomprensibili ai comuni cittadini che ignorantemente, di certo, sono portati a sospettare piuttosto il dolo se non la complicità. visione chiaramente distorta e frutto di malanimo immotivato.