Può accadere anche a voi di uscire dal portone di casa e trovare un gatto morto sulla strada, proprio all’altezza del vostro numero civico. Vi può capitare soprattutto se vivete in una via poco centrale, che ospita colonie di gatti randagi, nutriti da una gattara.
Ma la gattara non è detto che si occupi anche degli animali defunti e allora, visto che siamo in piena estate e le temperature sono da record, cercate di trovare in breve tempo una soluzione, soprattutto perchè la strada, periferica, ospita talora anche bambini che giocano.
Ma il Comune non avrà un servizio di rimozione adatto alla bisogna? Sì ce l’ha. Lo troviamo su Internet, nel sito del Comune, sotto la voce “Ritiro gratuito dei rifiuti ingombranti e segnalazioni disservizi N.U.”.
Sappiamo già, per averlo sperimentato, che vengono effettivamente a ritirare vecchie reti metalliche o ingombranti frigoriferi ormai fuori uso, dopo aver concordato il giorno (anzi al notte) e la collocazione (sotto casa o accanto ai cassonetti più vicini). E’ uno dei servizi funzionanti di cui siamo debitori all’ormai ex assessore comunale Torrisi.
Tra i numeri indicati sulla suddetta pagina web del Comune, ce n’è uno che fa al caso nostro, lo 095/347284 (per i residenti nel centro città), a cui “possono essere segnalate anche la presenza in strada di carcasse di animali”. Ottimo, e pazienza se la concordanza singolare-plurale non è stata rispettata…
Qualche rigo più avanti, senza particolari specifiche, troviamo scritto “Per i residenti nei quartieri periferici : IPI-OIKOS Numero verde 800 195 195”. Questo numero verde varrà pure per la rimozione della carcassa di gatti defunti?
Non sappiamo e proviamo a comporre il primo numero, quello indicato proprio alla bisogna. Ci risponde subito un signore molto garbato che ci chiede di declinare le nostre generalità, l’indirizzo e il numero di telefono e che ci spiega che, nel nostro caso, non trattandosi di una via del centro, il servizio spetterebbe alla ditta (ah, l’altro numero, il numero verde…), ma che comunque farà la segnalazione.
Preoccupati dai tempi biblici di molti servizi comunali, chiediamo al nostro cortese interlocutore se, e quando, la segnalazione avrà un seguito. Ci risponde che non ci può garantire nulla, trattandosi di un servizio che andrebbe svolto con mascherina, guanti, e -se abbiamo ben capito- anche con una tuta idonea, tutti accessori che costano e che il Comune non è in grado di fornire ai propri dipendenti. E per fortuna che non è un cane! In questo caso sarebbe dovuto intervenire anche un veterinario, per individuare eventuale presenza di eventuale microchip.
Ma allora non abbiamo speranza! Non è detto. Perchè – ci dice ancora il cortese telefonista- qualche impiegato animato da generose intenzioni potrebbe intervenire e provvedere alla rimozione su base volontaria, comprendendo i disagi delle persone che vivono nella zona.
Facendo affidamento su questa forma insospettata di volontariato, incrociamo le dita e attendiamo gli eventi.
Ma se il volontario non ci fosse? Dopo un po’ di incertezza, decidiamo di chiamare anche il numero verde segnalato per il servizio in periferia. Una voce metallica pre-registrata ci assicura che i nostri dati saranno utilizzati per le finalità previste, secondo quanto recita la legge xy e giù con citazioni degli articoli della legge stessa. Poi ci chiede di attendere, ci comunica che le linee sono “momentaneamente” occupate e ci invita a riprovare più tardi. Ci sentiamo finalmente a casa nostra. Questa sì che è Catania. La pronta risposta al numero precedente ci aveva un po’ disorientato…
Comunque, ormai quasi per sfida, proviamo a richiamare, a distanza di cinque, dieci minuti. Stessa solfa per almeno cinque volte. Alla sesta volta (era una mattinata di agosto, abbastanza libera da impegni, altrimenti…) sentiamo una voce che parla ad un altro interlocutore chiedendo quantità e orientative misure di tavoli e ferri da portar via… Ci hanno inserito in una telefonata in corso, pensiamo, quindi è meglio attendere… La nostra fiducia è premiata. Alla fine tocca a noi. Esponiamo il caso, ci viene chiesto solo il nome della strada, non il nostro e ci viene assicurata la rimozione.
Usciamo più tranquilli da casa, Qualcuno interverrà, Ma fuori, sulla strada, la “carcassa” non c’è più… Sarà stato un “volontario” comunale estremamente solerte, intervenuto mentre provavamo faticosamente a contattare la IPI-Oikos? Sarà stata la nostra gattara, più preparata e attrezzata a questi eventi di quanto noi non sospettassimo? O qualche vicino di casa così sfiduciato nei confronti del Comune da ritenere che fosse meglio fare da sé? Torniamo indietro e proviamo a ricontattare IPI-Oikos per spiegare che l’intervento non è più necessario. Dopo il quarto tentativo desistiamo e andiamo a fare le nostre commissioni.
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Proprio davanti al cancello di ingresso al Parco “S. Teresa di Calcutta” in via Mafalda di Savoia da qualche giorno si nota la carcassa di un gatto e poco più avanti quella di un piccione. L’operatore ecologico della zona da me interpellato mi ha assicurato che verranno gli addetti a rimuovere il tutto. Aspetto fino a domani e poi cercherò di fare da solo. Ho un soo dubbio: dove scaricare questi “rifiuti speciali”? Se avete qualche suggerimento sono pronto ad accettarlo. Grazie. Cesare Cavadi
Se trovano il corpo di un uomo morto per strada che fanno? Bisogna chiamare chissà quale numero verde e sperare che arrivi qualcuno? resta là per qualche giorno? e poi trattato come rifiuto speciale..(e ma vuoi paragonare un uomo a un animale scherzi???)
Solo in questo paese non esiste la cultura del vero amore per gli animali. Qualcuno ha detto che il grado di civiltà si misura in base a come un popolo tratta gli animali..