COMUNICATO STAMPA
Progetto del raddoppio ferroviario RFI nel tratto Stazione Centrale-Acquicella a Catania (Legge Obiettivo)
La proposta del progetto preliminare RFI costituisce una grave aggressione all’integrità di una parte pregiata del centro storico di Catania, che è parte del Patrimonio Mondiale Unesco.
La soluzione progettuale proposta per il raddoppio verrebbe infatti a incidere in una zona già profondamente alterata dalla galleria attualmente in esercizio, realizzata nella seconda metà dell’Ottocento. Essa prevede ulteriori demolizioni, sia nella zona compresa tra la porta Uzeda, la villa Pacini, il castello Ursino e la via Reitano, che nella parte più prossima alla stazione Acquicella.
Verranno totalmente demoliti numerosi edifici storici, alcuni dei quali di notevole pregio architettonico e verranno messe a rischio le importanti preesistenze archeologiche presenti nell’area interessata e nelle immediate adiacenze. Mantenendo l’attuale trincea ferroviaria lungo la via San Calogero si impedirebbe inoltre il recupero e la valorizzazione dell’area degradata dallo sventramento ferroviario ottocentesco. La previsione di voluminose barriere antirumore sugli “Archi della Marina” e sui tratti in trincea costituisce un ulteriore vulnus al centro storico, cancellando per sempre la vista da sud delle absidi del duomo, delle mura di Carlo V e del palazzo Biscari.
La proposta del Piano regolatore, recentemente redatta dall’amministrazione comunale, prevede, in alternativa al devastante intervento proposto dalla RFI, di eseguire in galleria sia gli attuali binari che il previsto raddoppio, lungo un tracciato che si sviluppa a sud degli “Archi della Marina”, evitando quindi le demolizioni degli edifici storici e le interferenze con le preesistenze archeologiche poiché interessa esclusivamente le colmate portuali o le aree al di sotto della colata lavica del 1669.
La proposta del Prg presenta diversi vantaggi: il recupero alla fruizione collettiva delle aree ferroviarie a mare; la trasformazione del viadotto attuale degli “Archi della Marina”, da adibire in tutto o in parte a percorso pedonale e ciclabile; la realizzazione di nuove stazioni ferroviarie nell’area del Porto, del castello Ursino e della zona di Acquicella; il risanamento delle aree degradate a seguito dello sventramento ferroviario ottocentesco. Le nuove stazioni sono localizzate strategicamente per contribuire al recupero ed alla valorizzazione del tessuto storico e dell’area del porto a contatto con il centro storico.
Non riesco a capire perchè si è tanto discettato sui boss e sulla lotta tra mafiosi e non si applica la stessa norma interpretativa nei confronti di questi nuovi BOSS della società siciliana che stanno devastando in nome di un progresso ignobile ed inesistente tutto quel che resta della vecchia civiltà. Sarebbe come disconoscere la validità del Partenone. Ma la Procura di Catania cosa ci sta a fare? Tanto reumore per Salvi e poi….nulla ? E Italia Nostra a chi appartiene? Non riesco a capire la posizione dell’attuale Sindaco e di quanti appaiono interessati alla tutela ambientale. Ma di quale ambiente si tratta? Cosa vogliono questi signori? Stancanelli potrebbe con una telefonata detronizzare i dirigenti dell’urbanmistica che non hanno capito nulla di tutela dell’ambiente ed azzerare il progetto delle Ferrovie dello Stato.A fronte di tanta stupidità ho l’impressione che si stia barando e che si sta conducendo una campagna di falsificazione dei dati reali.
cittadini è il progresso che avanza , la devastazione ambientale, la distruzione del tessuto storico della città, in parole povere è il capitalismo criminale, che non ha ritegno, gli affari il profitto il capitale, chi se ne frega quali danni potrà portare, al di sopra di tutto il profitto.
ma non finisce li col raddoppi della ferrovia, lo scempio continuerà con la devastazione progettata nell’Oasi del Simeto, con il porto turistico, con il progetto della scogliera e chissà quante altre delizie di dsiturzione della città in nome della cementificazione,
affari affari affari
il capitalismo
Catanesi mobilitiamoci dal nostro storico e latente torpore è arrivato il momento di agire di dire basta a queste enormi porcherie