Siatene certi. Se Pippo Fava dovesse scegliere un giornalista tra quelli, tanti, che hanno lavorato nei due giornali diretti da lui, Il Giornale del Sud e I siciliani, opterebbe per lui, Riccardo Orioles. Perché ancor oggi lo chiama con affettuosa deferenza, Il Direttore; per la generosità e l’abnegazione con le quali continua a fare il mestiere di giornalista; perché si muove e lavora nel solco che crede essere stato quello del giornalista e scrittore catanese, per l’energia che mette nel reclutare giovani da far diventare giornalisti e giornalisti antimafia. Quest’ultima motivazione è quella per la quale adesso gli è stato assegnato il premio in memoria di Don Alfredo Nesi, il riconoscimento istituito dalla Fondazione Nesi di Livorno, volto a valorizzare persone ed associazioni che si sono distinte per il loro impegno socio-educativo in ambito civile e sociale.
A Riccardo Orioles, noto per la sua più che trentennale opera di denuncia del fenomeno politico-mafioso, il premio è stato assegnato “in virtù – dichiara Rocco Pompeo, presidente della Fondazione Nesi – del suo lungo e generoso lavoro di formazione, oltre che delle coscienze dei suoi lettori, anche dei tanti giornalisti che negli ultimi venticinque anni sono cresciuti professionalmente grazie alla sua gratuita e incondizionata dedizione”.
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Grazie delle vostre gentili parole. Ma il Direttore secondo me non avrebbe preferito nessuno di noi in particolare; casomai, forse, gli sarebbe piaciuto che fossimo riusciti a rimanere ancora insieme; ma la vita è difficile, e questo non ci è stato concesso. Ciascuno di noi, comunque, ha cercato di portare avanti le sue idee, ciascuno a modo suo. Qualcuno anzi – per esempio Claudio Fava – ha rischiato di essere ucciso nello stesso luogo (davanti al Teatro stabile, nel ’93 – in cui i padroni della città avevano fatto ammazzare lui nell’84. Oggi i Siciliani vivono ancora in tante piccole redazioni di ragazzi, da Milano a Modica. Tutto continua.
riccardo