Tre relazioni chiare e ricche di dati, una serie di domande e alcune proposte. Così i Giovani di Città Insieme hanno accolto l’assessore Claudio Torrisi, e il numeroso pubblico, per parlare, lunedì scorso, della raccolta dei rifiuti a Catania.
Le presentazioni, slide commentate, frutto di un lavoro collettivo di documentazione, sono state
- appalto e sistema di raccolta, a cura di Luca Caldarella
- il viaggio dei nostri rifiuti, a cura di Danilo Pulvirenti
- alternative possibili e proposte, a cura di Mirko Viola
Tra le varie questioni emerse, ecco le più “scottanti”
- sia la IPI srl che la OIKOS spa (aggiudicatarie dell’apppalto) hanno a che fare con la proprietà o la gestione di discariche (OIKOS con quella di Motta San Anastasia): è inevitabile che ci sia un conflitto d’interesse
- il bando prevede che ricada sul Comune la spesa per il conferimento in discarica (quest’anno più di 16 milioni di euro) e il pagamento di eventuali sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi
- il ricavato proveniente dalle materie prime recuperate va invece alle ditte, così come la riscossione del “corrispettivo economico” che viene riconosciuto a chi conferisce il materiale avviato al riciclo.
La logica non è nuova. Il pubblico sostiene le spese, il privato gode dei vantaggi. C’è da chiedersi perchè il Comune abbia proposto/ accettato queste modalità. Non era chiaro che questo modo di operare non andava a vantaggio della cittadinanza?
Già note, ma non meno gravi altre questioni relative al bando
- la rinuncia alla raccolta “porta a porta” che dà sempre risultati migliori rispetto alla raccolta “stradale”, adottata a Catania. La giustificazione addotta “non c’è personale sufficiente” è smentita dagli esempi di altre città; basterebbe una percentuale di 1,2 operatore per mille abitanti. A noi non ne bastano il doppio.
- la previsione di una percentuale di differenziata del 38%, obiettivo molto basso e non conforme alla direttive contenute nella legge regionale 9/2010 che prevede un crescendo della differenziata, fino al 65% del 2015. E comunque in realtà, a detta dell’assessore, siamo al 12%.
- la scelta di non cambiare i termini del contratto nonostante fosse intervenuta, in corso di discussione, la legge regionale di cui sopra, con il suo seguito di novità, tra cui l’abolizione degli ATO
L’assessore Torrisi non ha difeso il bando a spada tratta, lo ha definito il male minore, necessario per non arrivare al disastro. Ha ammesso che il numero degli operatori (576) che lavorano per le ditte è elevato, anche perchè bisogna aggiungerne altri 250 che lavorano per il Comune, al quale è rimasta la raccolta nel centro storico (20% del territorio cittadino).”Era impossibile licenziarli e si tratta di persone in età avanzata, abituate a lavorare in un certo modo”. Vale a dire, male… Torrisi ha dovuto anche riconoscere che i cassonetti dell’umido, in questa zona della città gestita dal Comune, non ci sono proprio. Dimenticati, sebbene vengano consegnati i kit con i sacchetti biodegradabili.
E poi c’è il problema delle penali. La linea morbida adottata nei confronti delle ditte appaltatrici, poco penalizzate se non raggiungono gli obiettivi, è in contrasto con la rigidezza delle indicazioni UE, per il mancato rispetto delle quali ci toccherà pagare.
Su una cosa soprattutto Torrisi non ha accettato le accuse: l’inadeguatezza della formazione e informazione. Su questo ritiene di avere fatto abbastanza, informazione nelle scuole, creazione di un gruppo di formatori, diffusione dei depliant preparati dall’IPI-OIKOS, … Se la formazione non ha avuto effetti la colpa è dei catanesi, refrattari e in sostanza maleducati…
Troppo facile, Assessore! Siamo sicuri che i tempi siano stati scelti in modo corretto? I cassonetti dell’umido non sono stati collocati troppo presto, addirittura mesi prima che il conferimento in un impianto di compostaggio divenisse realtà? Vedere per mesi il contenuto di cassonetti di diverso colore rovesciato nello stesso compattatore avrà educato i cittadini o li avrà convinti che la differenziata è solo una farsa? E l’informazione nelle scuole, appena avviata, ha forse comportato anche un immediato avvio della differenziata (almeno la carta!) al loro interno? o questo non è affatto avvenuto?
Tempi troppo lunghi e un procedere a tentoni non possono essere compensati dalla tardiva consegna di pieghevoli, per di più non veritieri… Vi si indicano, per esempio, le isole ecologiche come se fossero funzionanti, ma solo Viale Tirreno, forse(!), al più presto (!), lo sarà…
Torrisi non si fa cogliere in castagna sugli aspetti tecnici. Lo dice sempre che è un tecnico e non un politico! Spiega che la faccenda del consorzio degli imballaggi, Conai, è più complicata di quanto non appaia, che il mercato non è libero, e che non basta differenziare se non ci sono i compratori del materiale che si differenzia, che la plastica oggi finisce in Cina, l’unico paese disposto a comprarla, e così via. Ne capisce l’assessore, ma non basta. Un vero piano di intervento, ad esempio, non lo abbiamo visto.
Intanto la quantità di rifiuti che produciamo aumenta. Nel 2010 ogni abitante ne aveva prodotto 715 kg, nel 2011 ne ha prodotti 772. Non è un miglioramento. Primo obiettivo quindi, ancor più che la differenziata, dovrebbe essere quello della riduzione dei rifiuti.
Comprare prodotti con poco o nessun imballaggio, per esempio. Acquistare prodotti locali, non comprare acqua imbottigliata (San Ribinetto è buona), fare il compostaggio domestico e via discorrendo. Siamo ormai alle proposte.
E poi riutilizzare (anche in modo creativo) e scambiarci gli oggetti perchè quello che non serve più a me, può servire a qualcun altro. Mani Tese lo fa già da tempo nei suoi mercatini, Città Insieme propone i Centri di riuso.
E chiede che si aiuti la diffusione della coscienza nei cittadini non solo con le imposizioni ma anche con la premialità. “Non possiamo fare sconti sulla Tarsu” dice Torrisi “sarebbero possibili solo con la TIA (tariffa) e non è detto che pagheremmo meno. Stiamo studiando, però, altri tipi di premi: buoni pasto, caraffe filtranti, etc” per chi conferisce alle isole ecologiche. Quando ci saranno.
Quando passiamo dalla parte di quelli che si lamentano degli altri ma poi non danno alcun contributo a cambiare le cose alla parte di quelli che fanno delle proposte costruttive e concrete ??
Mi piacerebbe che ci fosse un po’ più obbiettività sulla descrizione dei fatti.
Intanto ricorderei che da oltre 20 anni la raccolta differenziata a Catania è inchiodata al 4%, mentre adesso e solo adesso sta salendo nonostante la raccolta con i cassonetti stradali.
Solo quando passeremo al “Porta a porta” le percentuali saranno destinate a salire considerevolmente.
Per quanto riguarda le isole ecologiche esse erano state realizzate a Catania da lungo tempo ma nessuno aveva lavorato seriamente per farle aprire, mentre adesso e solo adesso diventeranno operative.
Quindi gradirei puntualizzare che il bando di gara (precedente all’insediamento dell’assessore) stabilisce (non l’assessore) che la ditta aggiudicatrice possa incassare i proventi dei materiali differenziati (si dice per cercare di spronare le ditte a far crescere le percentuali della differenziata) ma impone, anche, che i costi del conferimento dell’umido agli impianti di compostaggio sempre alle ditte.
Inoltre per l’affidamento dell’appalto dei rifiuti di Catania è stato fatto un bando di gara a cui hanno partecipato tre ditte “IPI-Oikos” e “Dusty” di cui solo la Oikos ha una discarica dove peraltro il comune di Catania non conferisce.
Non vi è stata nessuna rinuncia del “Porta a porta” tant’è che l’assessore ha dichiarato che il comune ha firmato un accordo con il CONAI (gli stessi che hanno fatto il regolamento dei rifiuti a Salerno) che consentirà di far partire il “porta a porta” (dipende dalla zona la modalità di implementazione) a Catania.
Bisogna inoltre ricordare che per avviare un servizio di raccolta differenziata “Porta a porta” necessita, prima, la redazione di un apposito regolamento per la raccolta dei rifiuti.
Non sono stati distribuiti i sacchetti per l’umido nella zona dove mancano i cassonetti per l’umido che saranno collocati a breve.
Quali sono gli aspetti tecnici in cui è stato colto in castagna l’assessore Torrisi ??
In tutto questo discorso dobbiamo ricordarci che maggioranza dei cittadini conferisce correttamente i rifiuti, mentre una minoranza (20%) non lo fa bene e tanto basta a vanificare il lavoro di tutti.
Per esempio, quando si butta un barattolo di vernice o un paio di sacchi di rifiuti indifferenziati (basta un solo utente indisciplinato) nel cassonetto dell’umido si rende tutto il contenuto del cassonetto non conferibile al centro di compostaggio ma in discarica.
Io non avendo il cassonetto dell’umido sotto casa faccio il turismo della munnizza e mentre ci sono sbircio dentro i cassonetti e mi rendo conto che sono pochissimi i cassonetti dove il conferimento viene fatto correttamente, vi invito a fare un giro insieme per cassonetti.
Vorrei ricordare a tal proposito che la percentuale dell’umido sul rifiuto totale si attesta circa sul 35%. Se solo tale umido fosse conferito correttamente dagli utenti nei cassonetti potremmo raggiungere facilmente percentuali superiori al 40% di differenziata.
Emerge chiaramente da tutte le parti che il sistema di raccolta con i cassonetti non è adeguato perché non responsabilizza gli utenti, mentre è auspicabile un rapido passaggio al sistema porta a porta con tariffa proporzionale alla quantità e qualità dei rifiuti conferiti da ciascun utente.
Ad aiutare il miglioramento della situazione attuale ci sarà l’apertura delle isole ecologiche e di un centro di riparazione e riuso. A tal riguardo l’assessore ha assicurato che entrambe le due proposte diventeranno realtà grazie ad un lungo lavoro già fatto (per le isole ecologiche) ed altro lavoro già avviato (centro di riparazione e riuso).
Saluti
e i subappalti con la Sicula trasporti e la Dusty? si contestano all’assessore ecologia del comune di catania le sue risposte vuote come “domani si farà”,”la colpa non è mia ma di altri”, “ci stiamo organizzando” e altre simili. E da chi devono venire le proposte concrete e nel rispetto della legge se non da chi amministra? dobbiamo finirla con la sudditanza nei confronti dei potenti e diventare finalmente cittadini!
Se abbiamo evidenza di subappalti illeciti denunciamoli alle autorità competenti.
Se noi sudditi non facciamo delle controproposte agli amministratori sulle loro soluzioni ci dobbiamo fidare di quello che gli hanno suggerito i loro “esperti” …..
…. e quindi dobbiamo subire le loro azioni supinamente, per non dire pronamente.
Se noi facciamo delle proposte concrete e realizzabili o ci dimostrano che non sono attuabbili o che ci sono delle soluzioni migliori, ma non possono più sostenere che la migliore soluzione è quella proposta da loro.
Dal lato nostro dobbiamo capire quali sono i reali impedimenti a portare avanti certe azioni, e ce ne sono non pochi e non fare tutto facile.
Per fare questo bisogna metterci le mani e la faccia dentro e dialogare con le isttituzioni.
Scusi Sig. Giancarlo,
di quali subappalti parla Lei.
con la Dusty non abbiamo nessun tipo di rapporto ne dietto ne indiretto, con la sicula trasporti si…è una delle piattaforme dove conferiamo la raccolta differenziata in convenzione CONAI!!!!…mi faccia sapere grazie!!!!
innanzitutto debbo rivolgere un plauso ai giovani di Cittainsieme e particolarmente a Mirko Viola per la costanza e l’impegno con cui gestisce l’organizzazione. Sul piano dell’argomento ” rifiuti” debbo constatare la modestia e la mancanza di nerbo da parte di tutti i politici coinvolti nella soluzione del gravissimo problema. Posso solo dire che una delle organizzazioni che ho sentito menzionare nel corso dell’incontro sui rifiuti, opera a Misterbianco; ha appestato un intero paese ; non viene ostacolata dalle autorità locali;incontra ilk plauso di quanti amministrano la vita pubblica e quel che conta la maggiore azionista o titolare di rapporti facenti capo all’organizzazione è una signora che al pari dell’avv. Pitruzzella è una delle più ricche dell’intera Sicilia.La notizia è stata pubblicata su una rivista siciliana.A questo punto bisogna solo riflettere sulla necessità di organizzare una vera e propria rivolta. Non con i forconi ma con le azioni dirette. E per far ciò bisogna far ricorso all’uso alternativo del diritto. In altri termini: all’interpretazione ed applicazione del diritto vigente che risponda alle esigenze del momento e che riesca a mettere di fronte la società civile , da un lato, e le istituzioni dall’altro.Sarebbe un modo originale di fare una lotta di classe di nuovo conio.