Buio a Librino. Buio pesto. Buio perché qualcuno ha rubato i fili di rame che portano l’energia elettrica anche in questo lembo dimenticato della città dell’Etna. Buio perché nessuno ha sostituito il rame rubato ripristinando la luce nelle strade e nelle piazze del quartiere.
Librino è uno di quei pezzi di Catania che il giudice Giambattista Scidà chiamava quartieri senza. Senza infrastrutture e centri sociali, senza servizi, trasporti, verde, biblioteche, campi di calcio e negozi. Senza vigili urbani e presidi delle forze dell’ordine. Ora, dopo il furto dei fili di rame, non ha nemmeno luce, nè sicurezza. E non è cosa da poco per un quartiere senza.
Non a caso tra le priorità della Procura di Catania retta da Giovanni Salvi c’è la lotta alla cosiddetta criminalità minore, “definita bagatellare ma che bagatellare non è”. “Il furto di rame – dice Salvi- è un reato grave per combattere il quale devono essere impiegate consistenti energie investigative. E’ grave perché è una spia della mancanza di controllo del territorio e dell’abitudine all’illegalità”.
L’ultima denuncia dello stato in cui versa Librino con la mancanza di energia elettrica è di Sara Fagone della Cgil di Librino. Eccola.
“Finalmente è Primavera! Le giornate si allungano e a fine mese arriverà l’ora legale… già legale!
Eh si, per fortuna arriva la legalità, ma non vi preoccupate… si sposta solo l’orologio di un’ora, può sembrare una semplice formalità ma per gli abitanti di Librino non lo è.
Da anni ormai, a singhiozzo, Librino dopo il tramonto diventa terra straniera, anche per chi straniero non è, la gente si chiude in casa e quando rientra con la propria auto dopo una lunga giornata di lavoro sta attenta. Attenta a non investire niente e nessuno, quanto meno gli esseri viventi, o, come è capitato, sta attenta che dai cavalcavia, dei poco di buono non lancino pietre, che solo nella migliore delle ipotesi rovinerebbero il parabrezza. Chi rientra con i mezzi pubblici invece è munito di torcia, per non cadere, per controllare che non ci sia qualche rapinatore, e spesso fa il percorso al telefono con un familiare, per sentirsi più sicuro.
Manifestazioni, denuncie, lettere al giornale, al Sindaco, al Prefetto! Niente.
La Risposta? “Hanno rubato i fili di rame”
E allora? Quanto tempo ancora per ripristinare la luce? Forse per risparmiare nel frattempo le bollette dell’ENEL? Si aspetta forse la vigilia delle elezioni?
Viene imposto, giustamente, di gettare i rifiuti all’ora stabilita, dalle 17,30, per dare un segno di civiltà, per uniformarci alle città più virtuose, altrimenti si viene multati.
Ma è civiltà mantenere un intero quartiere al buio da quasi un anno? E’ civiltà non dare risposte alla gente che paga regolarmente le tasse e che in cambio non ha alcun servizio?
E’ segno di civiltà non avere vigili urbani in un quartiere di quasi 70 mila abitanti?
Perché questo accanimento verso un quartiere già abbastanza segnato dall’indifferenza dell’amministrazione?
Il sindaco aveva garantito la risoluzione del problema entro febbraio, ma forse non si riferiva a quest’anno…
Gorge Bernard Shaw diceva che l’indifferenza è il peggior peccato contro i nostri simili, l’essenza della disumanità.
Faccio appello agli amministratori pubblici affinché smettano di essere “disumani” e di trattare ancora i Librinesi con indifferenza….. in fondo i voti si raccolgono qui, o no?”
Potete leggere il testo anche tra i Comunicati Stampa di Argo
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e’ assurdo che una cittadino catanese! debba vergognarsi d abitare a Librino…….venga “evitato”…. o peggio considerato come una persona senza speranza!!!!L’AMMINISTRAZIONE DEVE INTERVENIRE….NON AGGIUNGETE DISCRIMINAZIONE SU DISCRIMINAZIONE….