COMUNICATO STAMPA
La Timpa di Leucatia a rischio per un progetto di consolidamento e regimazione delle acque del Comune di Sant’Agata Li Battiati. Per Legambiente necessario sospendere e modificare il progetto. Appello all’Assessorato regionale ai Beni Culturali.
L’area della Timpa di Leucatia, ricadente nei territori dei comuni di Catania e Sant’Agata Li Battiati, riveste un notevole interesse paesaggistico, naturalistico e storico – archeologico.
L’interesse naturalistico, in particolare, è determinato dall’esistenza di lembi di bosco e macchia mediterranea lungo la scarpata e alla sommità della stessa e, evento eccezionale in un contesto fortemente antropizzato, dalla presenza di alcune sorgenti che formano un piccolo corso d’acqua perenne e consentono la presenza di zone umide.
Sull’area, a conferma dell’elevato interesse, è stato apposto il vincolo paesaggistico a seguito del verbale n. 69 del 17/11/2003 della Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Catania.
La presenza di queste peculiarità dovrebbe imporre l’adozione di adeguate misure di tutela mentre, invece, il Comune di Sant’Agata Li Battiati ha elaborato un progetto denominato “Consolidamento e regimazione acque parco extraurbano Leucatia” che, se attuato, rischia di sconvolgere i valori naturali che il parco dovrebbe tutelare.
Per tale progetto la Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Catania ha rilasciato, senza alcuna prescrizione e senza fornire adeguate motivazioni, l’autorizzazione paesaggistica.
Il progetto in questione prevede diversi interventi ed in particolare:
- posizionamento di reti metalliche nella timpa;
- realizzazione di una canaletta di raccolta delle acque superficiali attraverso la realizzazione di uno scavo ampio 2 m e profondo 1 m per complessivi m 128,25;
- realizzazione di trincee drenanti per allontanare le acque.
L’impatto maggiore delle opere previste dal progetto sarebbe determinato dalla realizzazione delle trincee drenanti che modificherebbero profondamente l’assetto ideologico dell’area e determinerebbero sensibili alterazioni già nella fase di realizzazione delle opere.
Il progetto include al suo interno uno studio del CUTGANA che ha individuato un’area di rispetto dove non dovrebbero realizzarsi interventi ma secondo Legambiente tale area di appare del tutto inadeguata a tutelare gli habitat e le specie in quanto non include parte delle zone umide, delle sorgenti e delle aree con vegetazione naturale.
La presenza di emergenze sorgive in aree esterne alla zona di rispetto individuata dal CUTGANA si può riscontrare anche nella Carta Geomorfologia di dettaglio del progetto; inoltre la presenza di aree con vegetazione naturale, ben più ampia di quella presente nell’area di rispetto, si può rilevare dalla semplice analisi di fotografie aeree.
Inoltre, la tutela, anche rigorosa, dell’area considerata nello studio appare inutile a salvaguardare le emergenze naturalistiche; infatti, in primo luogo, gli interventi di captazione delle acque realizzati a monte al di fuori dell’area di rispetto comporterebbero inevitabili alterazioni negative anche nell’area che si intenderebbe salvaguardare.
A ciò va aggiunto che la perdita o diminuzione di naturalità di gran parte del territorio avrebbe conseguenze sfavorevoli al mantenimento delle popolazioni, già estremamente ridotte, delle specie di interesse faunistico.
L’eliminazione dei rischi di infiltrazione di acque nelle costruzioni sulle vie Tito Manzella e Lo Jacono sarebbe risolvibile, con la realizzazione di trincee drenanti a immediato contatto con le abitazioni, senza dovere sacrificare aree naturali, sconvolgere l’assetto ideologico dell’intera area e, non da ultimo, sprecare ingenti somme di denaro.
Secondo Legambiente, inoltre, appare del tutto irrazionale convogliare le acque captate nella fognatura mentre andrebbero ricercate soluzioni per evitare un enorme spreco della risorsa idrica.
Giudizio fortemente negativo anche per il posizionamento delle reti di consolidamento in una parte significativa della timpa. Tale attività determinerebbe la distruzione della vegetazione naturale, in quanto, come è noto, per il posizionamento delle reti, è necessaria la completa asportazione della copertura vegetale.
Verrebbe pertanto eliminata una delle componenti naturali più importanti dell’area e si determinerebbe una profonda alterazione paesaggistica, la perdita di popolazioni faunistiche presenti e la banalizzazione degli habitat. Tale intervento, inoltre, appare ingiustificato e del tutto sproporzionato; non può non essere considerato, infatti, che in tali aree vi è una scarsissima frequentazione antropica e gli eventuali rischi per la pubblica incolumità potrebbero essere facilmente scongiurati dall’apposizione di adeguata cartellonistica nelle aree interessate. Sarebbe peraltro paradossale che simili interventi distruttivi e che determinerebbero un assoluto spreco di denaro venissero giustificati dalla realizzazione del parco suburbano.
Per tutte queste motivazioni Legambiente ha invitato il Comune di Sant’Agata Li Battiati a sospendere il progetto ed eventualmente a riformularlo e la Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Catania ad annullare la propria autorizzazione rilasciata in quanto non ha adeguatamente tenuto conto della tutela degli aspetti naturali e paesaggistici che verrebbero irrimediabilmente compromessi. Un appello anche all’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana al fine di accertare la legittimità dell’operato della Soprintendenza di Catania e disporre le opportune azioni anche attraverso l’annullamento del provvedimento della Soprintendenza.
Il Presidente, Renato De Pietro
Testo e immagini sul sito di Legambiente Catania