Non sono i numeri consigliati per una vincita sicura al Lotto, ma disegnano la parabola decrescente della sceneggiata dal titolo “Alienazione di immobili comunali” del Comune di Catania.
Dato che sull’affare è calato un preoccupante velo d’ombra, ci sembra utile riassumerne le puntate principali finora andate in onda, per non smettere di tenere accesi i riflettori su un affare che rischia di diventare l’ennesima fregatura a danno delle casse comuni.
Nella indizione della prima asta erano elencati 41 immobili, con parecchi pezzi pregiati. Nella seconda si erano ridotti a 27, da cui bisognava toglierne 5, trattandosi di immobili la cui posizione catastale non risultava allineata con i dati dell’Agenzia del territorio (sic!).
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Andata deserta anche la seconda asta, malgrado una riduzione del 10% dei prezzi-base, con ulteriore bando del 6 /12/2011 e ulteriore abbassamento dei prezzi, sono stati messi in vendita a trattativa privata, pudicamente e ambiguamente definita “procedura negoziata”, solo 13 immobili, e di questi solo uno è stato già venduto.
Della lista, solo 4 hanno un valore rilevante (al di sopra dei 500.000 euro), per un totale di circa 13.500.000 euro (prezzi della seconda asta):
– 2 appartamenti dell’ex Avvocatura comunale in piazza Verga (688 + 805 euro)
– l’Ente scuola edile alla Plaja (4.065.000 euro)
– il complesso di via Bernini (7.965.000 euro)
Quelli che restano sono alcuni locali commerciali (soprattutto ex controllerie daziarie) e appartamenti di poco valore siti in quartieri di periferia, il cui valore complessivo assomma a meno di 1.500.000 euro. La metà di questi inoltre sono già affittati, e gli attuali affittuari avrebbero il diritto di esercitare la prelazione al prezzo della migliore offerta.
Per 8 di questi immobili, infine, la scheda del parere di congruità dell’Agenzia del Territorio, alla voce “stato conservativo”, riporta la dicitura di ‘scadente’, cosa che ha comportato la fissazione del prezzo al livello minimo.
A fronte dei 6 milioni annui che il Comune paga per affittare da privati locali per i propri uffici, solo il palazzo di via Bernini si presterebbe, dopo il necessario recupero e un’adeguata ristrutturazione, ad essere utilizzato per allocare uffici comunali. Anche i due appartamenti di piazza Verga potrebbero servire, sia pure in piccola parte, allo scopo.
Ma quello del palazzo Bernini è solo il caso più noto, oltre che quello più sconcertante che grida vendetta al cospetto degli dei: 1100 mq al piano interrato; 980 mq al piano terra; 2800 mq di superfici coperte distribuite in quattro piani, più 1763 mq di superfici scoperte.
Un autentico tesoro, nel pieno di una zona residenziale di alto pregio, acquistato nel 1999
durante l’amministrazione Bianco per essere adibito a sede di uffici comunali, non è mai stato utilizzato. Il progetto venne abbandonato dopo l’insediamento della giunta Scapagnini e da allora il palazzo è rimasto in balia di vandali e senzatetto, che lo hanno ridotto ad uno stato tale che ne rende proibitivo anche solo il costo del recupero.
Per nostra consolazione, il Comune sta ancora pagando il mutuo contratto per l’acquisto.
In totale comunque si tratta di cespiti che sono ben lontani dal dare un contributo significativo all’abbassamento del debito del Comune, motivo principale per cui era stato dato il via a questa sacra rappresentazione.
Va da sé che la procedura per trattativa privata, pur prevista dalla legge, dopo l’esito infruttuoso di due gare, non garantisce appieno la trasparenza dell’operazione.
Si potrebbe anche sospettare che gli eventuali acquirenti interessati hanno disertato le aste sia per fare scendere i prezzi, sia per poter trattare al riparo da occhi indiscreti e avendo acquisito un potere contrattuale ben più alto.
L’unica vendita finora andata in porto è quella dell’Ente Scuola Edile, un ampio terreno con fabbricato sito di fronte al Boschetto della Playa, finora occupato in affitto dallo stesso Ente di formazione professionale che fa capo all’Associazione Costruttori (ANCE).
La traiettoria calante disegnata dal prezzo di questo immobile la dice lunga di quello che accadrà con il resto. Stimato originariamente dal Comune per 6.257.000, era stato valutato per 4.065.000 dall’Agenzia del Territorio, è stato venduto a trattativa privata per 2. 914.000 euro.
Le cifre parlano da sole.