Che sia uno dei migliori film di montaggio sul fascismo, ai catanesi poco importa. Ora è in dvd ma nel web è introvabile, o quasi. “All’armi siam fascisti” di Lino Del Fra, Cecilia Mangini e Lino Micciché, racconta un arco di tempo che va dall’inizio del Novecento ai fatti di Genova e di Roma nel 1960; del fascismo si indicano le cause, l’appoggio del capitalismo agrario e industriale, le radici europee, le complicità, gli errori degli avversari.
Il commento, bellissimo, è di Franco Fortini, tra gli intellettuali del Novecento, uno dei più poliedrici e raffinati. Le voci sono Giancarlo Sbragia, Emilio Cigoli, Nando Gazzolo. Presentato per la prima volta alla Mostra del cinema di Venezia nel 61, il film fu congelato poi dalla censura, soprattutto perché mostrava in modo incontrovertibile la connivenza tra Chiesa e regime.Ma non solo. Fu appena tollerato dai dirigenti socialisti, pur essendo stato prodotto da una sigla vicina a quegli ambienti, e fu malvisto dai vertici del Pci, visto che anche Stalin non ne esce bene.
Condannato a destra e ostracizzato a sinistra, la Rai non lo ha mai trasmesso. E per quanto riguarda le reti commerciali, fa eccezione solo Telemontecarlo che lo ha mandato in onda nel 94. Dava fastidio a tutti, insomma, e per qualche anno circolò quasi clandestinamente nelle sale dei cineclub. Chi vi assisteva era fatto spesso oggetto di aggressioni da parte dei neofascisti. Come a Roma, nel ’62, quando all’uscita dal cinema Quattro fontane, i missini lanciarono dalla loro sede posta al piano di sopra, sedie sugli studenti, alla fine della proiezione: ci furono sei feriti e decine di contusi. Noi, abbiamo trovato “All’armi siam fascisti” e ve lo riproponiamo.
A Catania, presentato dall‘Anpi, l’associazione dei partigiani italiani, il film è stato proiettato, gratuitamente, il 20 dicembre scorso, nell’auditorio del Benedettini. Presenti pochissimi spettatori. Forse a causa delle festività incombenti, forse per l’orario pomeridiano della proiezione, forse, solo perché Catania è una città sciatta e distratta. Che non sa o non vuole ricordare perché si rifiuta di pensare. “All’armi siam fascisti” è un documentario in bianco e nero; dura un’ora e quarantacinque minuti che scorrono via in un battibaleno. Molto meglio i cinepanettoni che durano più o meno altrettanto ma fanno sorridere e non riflettere.
All\’armi siam fascisti
http://youtu.be/Wd1vuH8d9DU
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