Amnesty a Catania contro la violenza sulle donne. Da “Mai per amore” di Gianna Nannini a “La donna che parla in fretta” di Marina Rei. Attraverso letture, brani musicali, interventi, per dire “Io pretendo dignità“, la campagna contro tutte le forme di discriminazioni di genere. La serata per parlare della “trappola del genere, donne, violenza e povertà” é ospitata dal Laboratorio d’arte.
Simonetta Cormaci, viceresponsabile regionale di Amnesty e del Gruppo 72 di Catania illustra gli scopi dell’Associazione, nata 50 anni fa per combattere le torture e la pena di morte e promuovere i diritti umani nel mondo. Stavolta, però, si parla di violenza contro le donne. La gente ignora che più del 70 per cento dei poveri del mondo sono donne; che nonostante producano dal 60 all’80 per cento del cibo dei paesi in via di sviluppo le donne possiedono solo l’un per cento della terra; che lavorano senza tregua dall’alba al tramonto e guadagnano molto meno degli uomini pur facendo lo stesso lavoro. Tre quarti degli adulti analfabeti sono donne.
E l’elenco delle discriminazioni e dei soprusi non finisce qui. Due gli appelli da firmare subito, quello per l’uguaglianza delle donne egiziane che hanno ricoperto un ruolo fondamentale nella “Rivoluzione del 25 gennaio”, portando alla caduta il governo repressivo di Mubarak. Il secondo é perché abbiano prevenzione e cure le donne della Sierra Leone che muoiono in tante, ancora oggi, per complicazioni legate alla gravidanza e al parto.
Legge brani di “Donne che corrono coi lupi”, Daniela Ursino del centro antiviolenza Thamaia. Giovanna Crivelli dell”Udi dà voce a Rosangela Pesenti, e dichiara: “La violenza sulle altre è violenza su noi”. La violenza fa male non solo alle donne ma anche agli uomini e alla società tutta, dice Mirella Causi di Città felice.
Ma nella serata di Amnesty parlano le donne che hanno subito violenza. Mentre sullo schermo scorrono immagini terribili, volti di donne, tumefatti, sanguinanti, occhi che raccontano il terrore, si snoda il racconto di “Parole e vita“, diari di donne, raccolti dalle interviste di Anna Di Salvo e Carmina Daniele, cui danno voce gli attori Alice Ferlito e Santo Santonocito. A punteggiare il racconto la batteria di Giampaolo Terranova. Brandelli di vite straziate dalla violenza domestica, quotidianità fatte di stenti, abusi sessuali, “corpi violati e menti offese” di donne che si sentono “bambole di plastica”, aborti provocati dalle botte, “vite che si restringono”, depressioni e, finalmente, anche il racconto di una vittoria, di una riconquistata indipendenza.
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