Chi non ricorda, a Catania, al termine delle manifestazioni per il 25 aprile, festa della Liberazione, gli appassionati interventi di Nunzio Di Francesco, il combattente partigiano Athos deportato dai nazisti nel campo di sterminio di Mauthausen? Il 21 luglio, all’età di 87 anni, Nunzio ci ha lasciati.
Non potremo più ascoltare le lucidi testimonianze di chi è stato presidente dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Catania, consigliere nazionale dell’ANED (Associazione nazionale ex deportati nei campi di sterminio nazisti), presidente onorario dell’ISSICO (Istituto Siciliano per la Storia dell’Italia Contemporanea “C. Salanitro”).
Dopo l’armistizio del ’43, Nunzio, militare di leva, rimane in Piemonte e, ben presto, si aggrega alla prime formazioni partigiane. Opererà all’interno della IV Brigata Garibaldi, comandata da “Barbato”, il siciliano Pompeo Colajanni, con il nome di Athos. Fatto prigioniero nell’ottobre del 1944, fu portato, prima, nel carcere di Salluzzo e, poi, nel lager di Bolzano. L’8 gennaio 1945, insieme con altri 500 detenuti (alla fine della guerra i sopravvissuti furono solo 47), fu deportato nel campo di sterminio di Mauthausen.
Scrive nel suo libro Il costo della libertà. Memorie di un partigiano combattente, superstite del Campo di Sterminio di Mauthausen e Gusen II: “Non conoscevamo la nostra destinazione, sapevamo soltanto di essere nella mani di un mostro che con notevoli capacità tecniche ed organizzative riusciva a pianificare lucidamente i delitti e le torture più efferate. I prigionieri furono spinti a frustate sui carri e in ognuno di essi ne venivano stipati cinquanta; poi di nuovo la conta ed ulteriori controlli, infine la chiusura dei carri e il sigillo”.
Tornato in Sicilia, era nato a Linguaglossa, militò nel Partito Socialista Italiano e nella CGIL, impegnandosi nelle lotte per la terra. Ma, soprattutto, non rinunciò mai al dovere di raccontare, in particolare alle giovani generazioni, gli orrori del nazifascismo. Un impegno continuo e generoso per trasmettere l’attualità dei valori della pace e della democrazia, di quei valori, cioè, che avevano segnato la lotta di Liberazione.
Fu protagonista di moltissimi incontri, in Sicilia e nel Sud Italia. Incontri, non conferenze. Nunzio, infatti, utilizzava l’autorevolezza della sua testimonianza per dialogare con i tanti, e diversi, interlocutori. Il 2 giugno scorso, a Nicolosi, in occasione della costituzione della locale sezione dell’ANPI, il suo ultimo intervento pubblico.
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