Report da Mineo (27 marzo 2011)
Si è da poche ore concluso il presidio di fronte al villaggio della “solidarietà” a Mineo indetto dai sindaci del calatino; i partecipanti erano circa 500 e la presenza degli antirazzisti è stata determinante nel fare naufragare l’irresponsabile tentativo di criminalizzare gli immigrati “irregolari” provenienti dalla Tunisia.
Il grosso dei tunisini ha esercitato il giusto diritto alla fuga per non obbedire alle leggi razziste, ma la devastante propaganda xenofoba ha fatto arretrare di molto il confronto con la comunità di Mineo, iniziato con il seminario tenutosi a Mineo “Accoglienza, la parola a chi la fa” il 19/3 scorso. Durante il seminario il sindaco di Riace (RC) Domenico Lucano ha dimostrato che spendendo meno della metà di quanto costa detenere un migrante al villaggio della “solidarietà”, si possono costruire buone pratiche d’accoglienza nei piccoli centri con positive ricadute economiche nelle comunità ospitanti, addirittura i figli dei richiedenti asilo hanno garantito la riapertura della scuola elementare.
A Mineo la vergognosa operazione di segregazione in un mega “Cara”, deportando oltre 1000 richiedenti asilo da percorsi d’inserimento da numerosi altri Cara in varie parti d’Italia, procede incurante dell’opposizione degli enti locali del calatino. Il fantomatico piano per accogliere l”esodo biblico” è naufragato di fronte all’arrivo di circa 15000 migranti dalla Tunisia nelle ultime settimane; addirittura si rende invivibile la situazione a Lampedusa per aizzare gli isolani contro i migranti (vergognosa la “crisi idrica” esplosa, quando durante l’estate con 20000/30000 turisti, con un consumo idrico ben maggiore, l’acqua non manca mai).
Tornando al presidio di stamattina vi era la presenza di provocatori di Forza Nuova e di altre forze che tentavano di gettare benzina sul fuoco della xenofobia , ma l’atteggiamento responsabile dei sindaci e degli antirazzisti ha evitato che la situazione degenerasse. Abbiamo potuto monitorare direttamente con i migranti (anche perché non ci fidiamo troppo delle versioni “ufficiali” date ai sindaci ed ai parlamentari presenti) non pochi casi di violazione dei diritti umani da parte delle forze dell’ordine e della CRI.
In seguito al presidio ed alla delegazione in Prefettura lo scorso mercoledì 23 abbiamo consegnato insieme all’Arci ed a varie associazioni una formale richiesta d’ingresso nel villaggio ed attendiamo ancora pazientemente risposta.
Intanto da 2 giorni sia i richiedenti asilo che i migranti tunisini non possono uscire, la cosa sta destando ostilità e tensione fra i richiedenti, purtroppo la guerra fra poveri potrebbe dilagare anche fra migranti.Per tutto ciò è più che mai urgente organizzare una forte mobilitazione regionale contro il razzismo , contro questa guerra neocoloniale ed il devastante ruolo di morte della base militare di Sigonella, costruendo e praticando elementari forme di solidarietà dal basso, dai passaggi in macchina, ad offrire ai migranti una colazione al bar e/o i prodotti della nostra terra per risarcirli dell’imbarazzante imbecillità dei razzisti, che delirano di organizzare le ronde.
Gli antirazzisti lampedusani di Askavusa hanno distribuito gratuitamente vestiti e scarpe (a livello regionale si stanno organizzando altri aiuti umanitari) , potremmo fare altrettanto nel corso del prossimo presidio; dobbiamo dimostrare, nonostante la barbarie della guerra , che esiste e sta crescendo nelle popolazioni calatine ed in Sicilia la capacità di distinguere fra le vittime ,alle quali va la nostra incondizionata Solidarietà, ed il disumano sadismo dei carnefici, che purtroppo, ancora ci governano.
Rete Antirazzista Catanese
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