COMUNICATO STAMPA
La federazione catanese di Rifondazione Comunista esprime la propria condanna per i 13 dirigenti del Consorzio di Bonifica di Catania, accusati dalla Guardia di Finanza di aver distratto 70 milioni di euro pubblici ed esprime preoccupazione per la grave situazione in cui versa lo stesso Consorzio.
Una struttura importante per lo sviluppo dell’agricoltura della piana di Catania è stata trasformata negli anni in carrozzone clientelare, dove si sperperavano milioni di euro pubblici per illeciti aumenti di stipendi, assunzioni senza autorizzazione della Regione, appalti senza gare, concessioni di finanziamenti con false documentazioni e costose, quanto ingiustificate, consulenze esterne.
Già negli anni passati lavoratori e sindacati avevano a più riprese protestato pubblicamente per la dissennata gestione della importante struttura pubblica, senza peraltro avere risposte dai governi regionali, in primo luogo dal presidente Lombardo.
Rifondazione Comunista aveva inoltre presentato interrogazioni parlamentari all’ARS e denunce pubbliche, richiedendo precise misure di moralizzazione e di rilancio dell’ente.
Invece, mentre tra i coltivatori crescevano i problemi e peggiorava sempre più il servizio, in particolar modo quello della fornitura di acqua, ai dirigenti veniva permesso di distruggere ingenti risorse pubbliche, per farsi qualche cliente e rimpinguare i propri conti correnti.
Per i danni provocati dai 13 dirigenti inquisiti non possono però pagare i lavoratori, che faticosamente ogni giorno si adoperano per garantire ai contadini i servizi del Consorzio di Bonifica.
Rifondazione Comunista chiede che adesso sia comunque assicurata la piena funzionalità del consorzio, sospendendo immediatamente i dirigenti inquisiti e nominando un commissario con il compito di permettere la normale attività, continuare l’erogazione dei servizi del consorzio e garantire il posto di lavoro dei dipendenti.
Catania 21/12/10
Partito della Rifondazione Comunista,Federazione di Catania
La federazione catanese di Rifondazione Comunista esprime la propria condanna per i 13 dirigenti del Consorzio di Bonifica di Catania, accusati dalla Guardia di Finanza di aver distratto 70 milioni di euro pubblici ed esprime preoccupazione per la grave situazione in cui versa lo stesso Consorzio.
Una struttura importante per lo sviluppo dell’agricoltura della piana di Catania è stata trasformata negli anni in carrozzone clientelare, dove si sperperavano milioni di euro pubblici per illeciti aumenti di stipendi, assunzioni senza autorizzazione della Regione, appalti senza gare, concessioni di finanziamenti con false documentazioni e costose, quanto ingiustificate, consulenze esterne.
Già negli anni passati lavoratori e sindacati avevano a più riprese protestato pubblicamente per la dissennata gestione della importante struttura pubblica, senza peraltro avere risposte dai governi regionali, in primo luogo dal presidente Lombardo.
Rifondazione Comunista aveva inoltre presentato interrogazioni parlamentari all’ARS e denunce pubbliche, richiedendo precise misure di moralizzazione e di rilancio dell’ente.
Invece, mentre tra i coltivatori crescevano i problemi e peggiorava sempre più il servizio, in particolar modo quello della fornitura di acqua, ai dirigenti veniva permesso di distruggere ingenti risorse pubbliche, per farsi qualche cliente e rimpinguare i propri conti correnti.
Per i danni provocati dai 13 dirigenti inquisiti non possono però pagare i lavoratori, che faticosamente ogni giorno si adoperano per garantire ai contadini i servizi del Consorzio di Bonifica.
Rifondazione Comunista chiede che adesso sia comunque assicurata la piena funzionalità del consorzio, sospendendo immediatamente i dirigenti inquisiti e nominando un commissario con il compito di permettere la normale attività, continuare l’erogazione dei servizi del consorzio e garantire il posto di lavoro dei dipendenti.
Catania 21/12/10
Partito della Rifondazione Comunista,Federazione di Catania