Esistono dei ragazzi che passano il sabato pomeriggio a ripulire la città di tutti i rifiuti che gli educati cittadini gettano via più o meno distrattamente? Si esistono e hanno cominciato dalla scogliera. Non sono boy scouts, ma un gruppo di giovani che amano la loro città e pensano di dover “fare” qualcosa, senza limitarsi – come tanti – a lamentarsi.
Lo fanno già da tempo, sono arrivati a quella che chiamano la fase 10 della OCP, Operazione Città Pulita. Argo ha già dato risalto all’iniziativa all’inizio del mese di settembre. Qualche giorno fa (16 settembre, pag 44) ne ha parlato anche il quotidiano La Sicilia, in un articolo che già nel titolo, “Operazione scogli puliti”, effettua una modifica che rischia di togliere a questi ragazzi la loro originalità e il loro “marchio”.
L’OCP diviene, infatti, nell’articolo solo uno dei tanti gruppi che avrebbero partecipato alla pulizia svoltasi il giorno 11, insieme ad altre associazioni come “La Contea”, “Generazione Italia Catania”, “Rangers di Bronte” e “Pesca e Mare”. Nessun accenno al fatto che, nelle fasi precedenti i giovani dell’OCP erano stati soli e che sono stati proprio loro i promotori dell’iniziativa.
Ma non sono queste le uniche “imprecisioni” dell’articolo.
Ne abbiamo parlato con Davide Di Martino, cofondatore dell’OCP, il quale sottolinea che, sebbene all’inizio si fosse numerosi, “fino alla fine, cioè fino a quando era necessario e fino all’esaurimento delle nostre energie, siamo rimasti i soliti dieci volontari dell’OCP. Quando ce ne siamo andati erano già le 13 passate”.
Essere presenti, inoltre, non significa necessariamente collaborare. Per esempio il consigliere Puccio La Rosa e l’assessore all’Ambiente, nonostante avessero promesso che “si sarebbero uniti a noi per pulire”, non lo hanno fatto. “L’assessore neanche ci ha provato, Puccio si è messo i guanti ed è stato circa 20 minuti a girare con l’assessore”.
Quelli della Contea poi, che comunque “é l’associazione dello stesso consigliere, non li abbiamo visti, ma se c’erano, guardando quelli che seguivano Puccio, erano pochi e si trastullavano nel dolce far niente”.
Alla domanda se avessero ricevuto un aiuto dal Comune, Davide risponde “Aiuto? Siamo stati noi ad aver aiutato il comune fin’ora, ma il nostro fine non era questo, bensì quello di pulire la nostra città e sensibilizzare ed educare i cittadini alla civiltà”. E lo afferma con orgoglio.
Quanto ai mezzi che dicono di aver messo a disposizione, si è trattato di guanti di gomma, utilissimi per ferirsi con cocci di vetro e siringhe usate, e di qualche sacchetto di plastica nera con il logo del Comune. I mezzi meccanici consistevano invece in “una camionetta della Dusty con un operatore molto frettoloso della serie, “ki tempu vuliti?”.
In sostanza, conclude Davide, nel famigerato articolo il Comune viene presentato come “eroe e protagonista, mentre noi veniamo a stento citati. E lo diciamo per evitare la disinformazione e per la giustizia”.
Non vorremmo che questo episodio scoraggiasse la buona volontà di questi ragazzi generosi, ma potrebbe essere l’occasione per riflettere sulle modalità con cui l’iniziativa è stata pensata.
E’ davvero valida l’idea di sostituirsi al Comune nella raccolta dei rifiuti? O sarebbe più opportuno pensare ad interventi che costringano il Comune ad ottemperare ai propri doveri nei confronti dei cittadini? Paghiamo o non paghiamo le tasse (e speriamo di sì…) affinchè ci vengano forniti determinati servizi?
Se poi i nostri concittadini sono maleducati e sporcano senza ritegno, perchè dovrebbe servire a sensibilizzarli l’intervento volontario di alcuni giovani e non la più capillare presenza di contenitori (costantemente e debitamente svuotati) e la concreta possibilità di essere multati in caso di mancato utilizzo degli stessi?
Non è necessario che vengano multati tutti i catanesi… Basterebbe multarne alcuni, senza risparmiare amici e parenti. Gli altri capirebbero e imparerebbero.
L’iniziativa OCP è servita comunque a smuovere le acque. Tanto è vero che qualcuno ha voluto subito metterci sopra il cappello, recandosi sul posto e magari chiamando anche il giornalista che ne parlasse.
Il Comune per mostrarsi un “governo del fare” è riuscito a farsi riconoscere come “un governo dell’apparire”, magari mentre finge di fare…
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però… “il giorno 11”: era giorno 18
“L’assessore neanche ci ha provato, Puccio si è messo i guanti ed è stato circa 20 minuti a girare con l’assessore”.
Non ho detto questo. Ho detto che ci ha provato, ma per poco e per apparire.
Scusate, non mi sono accorto di come mi sia espresso male sintetizzando troppo, durante l’intervista.
Intendevo dire che l’assessore all’ecologia non ha pulito; puccio si è messo i guanti, è entrato nell’area da ripulire, ma per pochissimo, quindi senza effettivamente stare con noi a pulire. La sua scusa (se mai gli venisse chiesta una speigazione) sarebbe quella che è andato a visualizzare il resto del lungomare fino a piazza nettuno (ed era occupato con le testate giornalistiche).
mi disspiace contraddire l’articolo, ma si riportano notizie non vere, io quella mattina sono stato a ripulire la spiaggia di San Giovanni Li Cuti, insieme ai Rangers di Bronte e agli aderenti di Pesca e mare, abbiamo tolto dagli scogli circa 30 sacchi di spazzatura ed avevamo un camioncino della nu a disposizione, mentre l’altro si trovava al minumento ai caduti, dove poi sia io che i ragazzi de La contea siamo andati a ripulire con i rastrelli, levando lecarte dall’erba e scopando all’interno del museo, dovesi era già stati ad inizio mattinaata e mentre voi eravate sul lungomare. Anche il Cons. La Rosa ci ha aiutati a ripulire la spiaggia di San Giovanni Li cuti, poi a fatto un giro con l’assessore per ritornare alle 12,30 nella piaggetta con noi che l’avevamo invitato a darci una mano ed è rimasto fino alle 13,15, mi pare che voi siete partiti col piede sbagliato, cioè insultare senza guradarvi intorno. Poi c’è anche da dire che quel giorno tutta la città ha saputo che era stata fatta questa iniziativa tramite giornali e tv, chiamati da La Rosa, mentre le altre voltee lo spaevate solo voi…bisogna riflettere porima di parlare a sproposito. Una cosa è certa io non vi aiuterò più, e se vengo a sapere di altre iniziative fatte da voi invito chi conosco a non venire, prima che poi li sparlate.