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Andrea Doria, il lieto fine che non ti aspetti

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Per una volta una buona notizia: i quasi seicento alunni della scuola Andrea Doria di San Cristoforo potranno continuare a studiare nei locali di via Cordai 59. Il 6 settembre è stato, infatti, firmato un accordo, fra la Compagnia di S. Orsola (proprietaria della struttura) e il Comune di Catania, che prevede la prosecuzione della locazione dell’immobile per sei anni, rinnovabili per altri sei.
Si conclude così il lungo contenzioso che ha visto contrapposti proprietari e affittuari, arrivati alla vigilia dello sfratto esecutivo a causa del debito (ad oggi 180.000 euro) progressivamente accumulato dal Comune.
La grande mobilitazione del quartiere, che ha visto protagonisti mamme, docenti, bambini e le forze del volontariato presenti nella zona (in primo luogo il GAPA, giovani assolutamente per agire), ha, dunque, raggiunto un risultato in alcuni momenti insperato.
Aver mantenuto in vita la scuola rappresenta, infatti, in un quartiere complesso e difficile, al di là di ogni retorica, una porta aperta verso un futuro diverso e, nell’immediato, la certezza che possa essere effettivamente garantito il diritto allo studio.
Anche la firma dell’accordo, in linea con l’intera vicenda, non è stata avara di colpi di scena. Ad un certo punto, infatti, i rappresentanti del Comune hanno comunicato al legale delle Orsoline (l’avv. Giuseppe Giuffrida) che l’ente locale non disponeva dei soldi necessari per concludere la transazione. Come nel gioco dell’oca, c’era il rischio di tornare al punto di partenza.
Non è difficile immaginare scena e conseguenze. Fortunatamente, nelle maglie del bilancio comunale, è stato individuato un capitolo di spesa dal quale poter ricavare la somma pattuita. “Alle Orsoline, come si legge su Step 1, andrà una somma di quasi 54 mila euro, a copertura del canone per i primi quattro mesi di scuola, più un deposito cauzionale di 55.500 euro pari a tre mensilità e altri 94.500 euro come anticipazione in conto lavori, per consentire cioè alla proprietà di effettuare i lavori di ristrutturazione e di messa in sicurezza dell’ala abbandonata dell’immobile”.
Tutto a posto dunque? Apparentemente sì, ma come sottolineano gli esponenti del GAPA, vista l’intera vicenda, è importante, anzi decisivo, non abbassare la guardia.

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