Sarebbe stato razionale, per una sana Amministrazione in possesso di immobili, utilizzare questi per le proprie necessità, invece che offrirli ad altri in affitto in cambio di modesti canoni e pagare ingenti somme per prendere in affitto altri stabili di privata proprietà.
Un caso particolare è quello dell’operazione Poste di V.le Africa: il Comune, attraverso un oneroso mutuo, ha acquistato l’immobile con l’intento di concentrare in esso tutti gli uffici giudiziari, salvo poi scoprire che i locali non erano idonei all’uso senza costosi interventi di rafforzamento.
A sei anni dalla stipula del contratto, il Comune continua a pagare le rate del mutuo, gli interessi e i canoni di locazione di edifici privati, offrendo un esempio lampante di cattiva amministrazione.
Un articolo di Giambattista Scidà, dal titolo “L’edilizia giudiziaria a Catania”, espone con chiarezza e precisione i fatti accaduti negli ultimi 30 anni a proposito degli Uffici giudiziari a Catania. Lo stesso Scidà aveva espresso la propria contrarietà, quando era Presidente del Tribunale per i minorenni, a stipulare nuovi contratti anziché utilizzare edifici di proprietà del Comune. Difatti il Tribunale per i minorenni è uno dei pochi Uffici giudiziari allocati in uno stabile di proprietà pubblica. Oltre a garantire un risparmio per la collettività, questa situazione offre oggi un vantaggio ulteriore: evita che questo immobile venga incluso nell’elenco dei beni comunali da vendere.
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