Un giorno non basta. Ce ne vorrebbero 365 per dare spazio a tutte le idee, invenzioni, offerte, inviti, suggerimenti delle donne. Vi presentiamo solo alcune proposte ché a parlar di tutte, intaseremmo il sito. Hanno cominciato, il 6 marzo, le donne dell’Udi di Catania, mettendo in scena nell’auditorium Giancarlo De Carlo del Monastero dei Benedettini una rivisitazione della pièce di Cristina Comencini “Due partite”. Regista e attrici improvvisate alcune donne dell’Udi di Lentini. All’ingresso il banchetto di Amnesty international per la raccolta delle firme della campagna a favore delle donne del Nicaragua che sono prive dei più elementari servizi medici. Da sempre Amnesty lotta contro la violenza sulle donne, dagli abusi domestici alla tratta, dagli stupri durante i conflitti alle mutilazioni genitali.
L’Udi di Catania ha inoltre programmato, insieme al Comitato pari opportunità dell’Università, un ciclo di lezioni all’interno della campagna “Stop al femminicidio” (Calendario Lezioni di Ateneo) contro la violenza sulle donne. L’Unione donne italiane ha fatto propria, traducendola, la parola “feminisidio” , coniata a Ciudad Juarez, una città messicana ai confini con gli Stati Uniti, dove dal 1993 ad oggi sono state uccise 413 donne e 600 sono scomparse. Le lezioni si svolgeranno nel Coro di notte del Monastero dei Benedettini da lunedì 8 marzo fino al 24 maggio. La prima, di storia contemporanea, sarà tenuta dalla scrittrice Lidia Menapace, una delle maggiori esponenti del femminismo, dei movimenti cattolici e della Resistenza, un pezzo di storia d’Italia tout court.
Sempre l’8 marzo mattina appuntamento in piazza Stesicoro. Sui tavolini colorati disposti a semicerchio, si trovano documenti e immagini; si possono ascoltare musiche, e visionare filmati. L’iniziativa, del Movimento delle femministe e lesbiche catanesi (Città felice, RdB-CUB,Cobas, El Amel, Open Mind, Udi, Kalon, Codipec Pegaso, Arci, Kerè, Gapa, Associazione Rita Atria, Precarie della scuola e dell’Università) è intitolata “Le cento giornate per la donna. Siamo la luna che muove le maree”. “Vogliamo andare oltre lo sdegno e la paura -dicono le organizzatrici- consideriamo inaccettabile tutto quanto sta avvenendo a nostre spese e sulla nostra pelle! Non ci riconosciamo nei modelli di escort e veline che una certa società maschilista ancora oggi si diletta a imporre.”
Ricordiamolo: l’8 marzo è la giornata eletta a simbolo delle lotte delle donne per la conquista dei diritti e l’affermazione della soggettività femminile. Il riferimento è all’8 marzo del 1908, quando 129 operaie morirono arse vive nell’incendio dell’industria tessile Cotton nella quale lavoravano. A chiudere le porte fu il proprietario, mister Johnson per punirle. Avevano scioperato contro le terribili condizioni nelle quali erano costrette a lavorare.
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