Tratto da: Centonove, n. 48 del 19/12/2008 pag. 23; E. Di Dio, L’esproprio. Il 70% del Fondo sociale e della misura destinata allo sviluppo regionale saranno gestiti dallo Stato. L’attesa di Lombardo.
Non sappia la mano sinistra ciò che fa la destra. Il detto evangelico sembra essere uno dei criteri che guida l’azione del governo Berlusconi. Ha guadagnato molti consensi abolendo l’ICI sulla prima casa per tutti, ha dato 140 milioni (ma chi li ha visti?) per coprire i buchi di bilancio del comune di Catania, ha fatto finta di risolvere il problema della spazzatura in Campania. Ma chi ha pagato il prezzo reale di tutte queste munificenze? In un certo senso gli stessi soggetti che ne hanno beneficato.
Esempio: i finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e del Fondo sociale europeo (Fse) sono destinati allo sviluppo regionale. Per il periodo 2007/2013 la dotazione prevista per la Sicilia è di 6,5 miliardi di euro. Ora, presumendo che la Regione non sarà in grado di spendere in tempo utile questi fondi, il ministro dell’economia Tremonti ha deciso di appropriarsene in misura del 70%, destinandoli alle priorità stabilite dal governo Berlusconi: piano energetico nucleare, grandi infrastrutture e telecomunicazioni. In questo quadro, l’unico investimento che riguarda la Sicilia è il ponte sulle Stretto. Altre infrastrutture previste sono il raddoppio della ferrovia Catania-Messina e il completamento dell’autostrada Palermo-Messina.
Secondo esempio. Il Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas) rappresenta uno strumento fondamentale per colmare gli enormi ritardi delle infrastrutture dell’isola (quelle ordinarie: strade, scuole, ecc.). Anche esso è stato ‘scippato’ di ben 17 miliardi destinati, fra l’altro a compensare i Comuni per il taglio dell’ICI (1 miliardo), a coprire il disavanzo corrente dei comuni di Catania e Roma (640 milioni), all’emergenza rifiuti della Campania (450 milioni), a dare contributi alla società di navigazione Tirrenia (195 milioni) e alle Ferrovie dello Stato (1400 milioni).
Insomma: con una mano tolgo, con l’altra do. Non è necessario chiamarsi Berlusconi per governare in questo modo. E l’autonomista Lombardo che fa?
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