Migliaia e migliaia nel passato, un numero decisamente più ridotto oggi. In ogni caso, giorno 11 aprile anche nella nostra città hanno manifestato i giovani che fanno riferimento a Fridays For Future.
Molti dei protagonisti delle manifestazioni del passato sono ormai lontani da Catania, per studio e per lavoro, o per scelta. Forse anche per questo motivo o perché non altrettanti hanno “raccolto il testimone”, oggi la capacità di aggregare, a partire dalle scuole e dalle università, non è la stessa degli anni scorsi.
E’ cambiato anche il contesto, il clima politico e sociale. L’attenzione per l’ambiente, in una Unione Europea sempre più impegnata a investire nelle armi (800 miliardi di euro per la difesa europea), è progressivamente diminuita, mentre la tragedia delle guerre in corso ha, giustamente, calamitato l’attenzione dell’opinione pubblica.
Eppure, come dicono i giovani manifestanti, non dovrebbe essere difficile capire che ci troviamo di fronte a problematiche intimamente connesse. La progressiva affermazione dell’economia di guerra e la ricerca della piena occupazione grazie allo sviluppo dell’industria militare hanno come ricaduta l’aumento delle emissioni climalteranti proprio mentre contestualmente cresce il disinteresse per le questioni climatiche.
Nel frattempo la crisi climatica si aggrava e il Servizio Copernicus per i Cambiamenti Climatici monitora incrementi di temperatura che ci stanno regalando gli anni più caldi di sempre.
Conseguentemente, come scrive P. Leocata (La Sicilia), “gli attivisti di Fridays For Future chiedono all’Unione Europea di usare i soldi che vuole destinare al riarmo per mitigare gli effetti del cambiamento climatico effettuando la transizione energetica”.
Una richiesta di grande rilevanza, che meriterebbe il ritorno delle grandi manifestazioni degli anni passati. Un compito che non può, però, essere delegato solo agli attivisti, che fanno comunque bene a ricordare che la difesa dell’ambiente dovrebbe rappresentare una assoluta priorità per tutti noi.
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