C’è una tradizione di liuteria a Catania, su cui negli anni recenti sono stati riaccesi i riflettori, con libri, mostre e – proprio negli ultimi mesi – varie proposte di formazione professionale e di lavoro artigianale, avanzate da associazioni cittadine per il possibile utilizzo dei fondi destinati a San Cristoforo dal cosiddetto decreto Caivano.
Sono proposte di recupero di attività che, proprio a San Cristoforo, tra fine ottocento e prima metà del novecento, erano presenti: liutai, mobilieri, tornitori, fabbri che dimostravano la vivacità di un quartiere che, pur con la presenza di sacche di povertà, era ricco di attività produttive.
I liutai catanesi erano specializzati in chitarre e mandolini e li esportavano anche all’estero, dove alcuni emigrarono dopo la crisi del settore e dove sono ancora presenti brand di origine italiana come, a Parigi, le Chitarre Pappalardo.
Oggi, a Catania, sopravvive ancora qualche liutaio che lavora a livello amatoriale.

Ma proprio nel cuore degli Angeli Custodi, all’interno dell’area composita che chiamiamo San Cristoforo, è nata da qualche anno una liuteria ‘speciale’, frutto delle esperienze maturate all’estero da un musicista catanese, originario proprio di San Cristoforo. Dopo aver lasciato il quartiere da ragazzo insieme alla sua famiglia, Angelo Litrico ha infatti deciso di tornarci, di acquistarvi un rudere e di sistemarlo per farne la propria abitazione e il proprio laboratorio.
Un laboratorio in cui realizzare quello a cui si è appassionato e che ha appreso nei suoi anni di vita all’estero, prima in Francia poi a L’Aia, vale a dire lo studio della musica antica e la creazione dei suoi strumenti originari.
Non la musica classica che si suona oggi con gli strumenti moderni, frutto dell’evoluzione subita, nel tempo, da quegli strumenti originari per i quali quella musica era stata composta.

Ma quel filone di ricerca musicale che lavora oggi alla ricostruzione degli strumenti utilizzati nei secoli precedenti, prima delle trasformazioni che li hanno portati alle dimensioni, alle forme, alle articolazioni attuali. Una ricerca filologica sulle forme e proporzioni originarie, rappresentate nei trattati del tempo, dove veniva spiegato anche il modo in cui venivano suonati.
Litrico si apre a questo mondo e si appassiona. Va a scuola dai più esperti e impara le tecniche che consentono di realizzare gli strumenti antichi, dedicandosi soprattutto ad oboi e clarinetti. Il clarinetto è il suo strumento, l’oboe è lo strumento di Olivier Cottet, il liutaio francese di grande esperienza con cui stringe un rapporto che dura tutt’ora.
Cottet ha già 75 anni, è ufficialmente riconosciuto in Francia come “maestro d’arte”, ritiene che sia giunto il momento di cambiare vita e trovare gli eredi a cui trasmettere le sue competenze. Li individua in Angelo Litrico a Catania e in Maurizio Barigione a Palermo, dove è presente un grande dipartimento di musica antica. E pregusta la possibilità di lunghe e gradite permanenze in Sicilia.
Incoraggiato da questa frequentazione, Litrico accelera sulla nascita della liuteria nei locali che ha acquistato in via Grimaldi e dove conta di trasferire al più presto anche la sua abitazione. A San Cristoforo trova anche Marco Failla che gli diventa amico e sodale e con il quale costituisce il Comitato Federico II per avanzare idee e progetti finalizzati a migliorare il quartiere.

Nella liuteria vi è un piccolo tesoro di attrezzature, di trattati antichi in copia, di strumenti già realizzati e di altri in via di costruzione. Persino di materie prime. Non basta dire che la materia prima è il legno, può essere bosso o ebano, legni resistenti, solidi, ognuno con i suoi preghi e le sue insidie, come i nodi in cui ci si può imbattere anche a lavoro avanzato, con il rischio di dover buttare via l’oggetto insieme al tempo e alla fatica che ha comportato.
E’ il rischio del mestiere, l’altra faccia della medaglia di un’attività appassionante e da perfezionista. Ma una passione è una passione, e un progetto è un progetto, un obiettivo da portare avanti.
La principale difficoltà è quella di coinvolgere dei giovani, in genere restii al lavoro manuale. E non perché siamo a San Cristoforo. Litrico ha cercato di coinvolgere, innanzi tutto, i giovani del Conservatorio, già diplomati o vicini al diploma. Ma la risposta è stata tiepida. ‘Sì, bello ma ho tante cose da fare’.
Anche perché al Conservatorio di Catania non c’è grande attenzione per la musica antica e la ricerca portata avanti altrove in questo settore è pressocchè ignorata. Tra gli strumenti antichi interessa solo il clavicembalo.
E con il quartiere, chiediamo?

“Con la gente del quartiere la relazione è buona, positiva, ci sono tante persone perbene e un certo numero di residenti trasferiti qui da fuori, anche dall’estero, attratti dalle case a buon mercato”. Case talora anche più che dignitose, appartenute alla buona borghesia che negli anni sessanta aveva abbandonato il quartiere, oppure casette modeste ma con spazi esterni o giardinetti ormai rari altrove in città.
“Pensiamo di creare qui una realtà che sia di stimolo culturale, realizzando in questo edificio anche un piccolo auditorium, là dove c’era una fabbrica di sapone. E di proporre iniziative musicali e culturali che coinvolgano anche i residenti, ma non solo. San Cristoforo deve essere vissuto come attraente anche dal resto della città, deve poter offrire alla città delle iniziative interessanti e non essere visto, come accade adesso, come un luogo pericoloso da cui transitare in fretta con i finestrini alzati”, prosegue.
E cita il piccolo concerto, da tenere in chiesa, che sta preparando con il parroco degli Angeli Custodi e il supporto della Curia.

Altre iniziative di taglio didattico con i ragazzini del quartiere sono ancora solo immaginate, “molto difficili da realizzare, anche perhè il lavoro specialistico non può essere sempre e solo volontario, e le risorse non sono facili da reperire”.
Resta comunque il carattere dirompente di un polo di alta cultura che nasce in un quartiere difficile, attirando anche musicisti provenienti da varie parti del mondo, come nelle masterclass organizzate dall’associazione di musica antica Collegium Musicum Catania, anch’essa creata da Litrico, che organizza attività concertistiche anche in altri spazi cittadini molto particolari come l’Atelier Mendola, su cui presto torneremo.
Musicisti e artisti, che vengono in Sicilia per queste occasioni, se ne innamorano e ci tornano. E talora scelgono di alloggiare a San Cristoforo, che non è solo delinquenza e spaccio.
Nn mi sorprende sapere di una persona come il sig angelo lirico c’è ne sono tanti 70. Enni come me che rivedono l’infanzia e vorrebbero dimostrare che ce tanto da fare ha s. Cristoforo grazie x quello che comunicate sono presente