Non solo un fiorire di piccole botteghe artigiane di falegnami, fabbri, maniscalchi, … ma anche vere e proprie industrie di produzione della liquirizia, di conserve alimentari, della molitura del grano e produzione di pasta, e, prima ancora, della lavorazione del cotone e della seta oltre che dello zolfo, di cui Catania era il centro siciliano più importante.
Questa era la nostra città alla fine dell’Ottocento e nella prima metà del Novecento.
Le ‘zone industriali’ della città erano due, quella oggi in gran parte recuperata per realizzare il complesso de “Le Ciminiere” e quella che potremmo denominare, generalizzando, di San Cristoforo, che andava dal porto al “Fortino”, a sud della via Plebiscito, dove gli opifici si mescolavano ad abitazioni popolari e palazzi borghesi.
Di questa storia sono testimonianza le numerose ciminiere e i vari capannoni e magazzini, più o meno imponenti, disseminati nell’area, per lo più in stato di abbandono.
Uno di questi complessi edilizi, che si affaccia su via Cristoforo Colombo ed è ormai ridotto a rudere, è stato individuato dal Comitato Federico II per un intervento di riqualificazione da effettuare con i finanziamenti destinati a Catania dal cosiddetto decreto Caivano.
Questo Comitato che, per statuto nasce su base volontaria e senza fine di lucro, “si propone di operare in campo sociale, culturale ed istituzionale per scelte maggiormente consapevoli sul territorio sul quale opera” ed è particolarmente attento alla riscoperta di aree in stato di abbandono situate nel quartiere degli Angeli Custodi e delle zone limitrofe, per le quali ha redatto degli accurati progetti di recupero e valorizzazione.
Il progetto in questione, che abbiamo già pubblicato, prevede che l’edificio divenga una seconda sede del Conservatorio Vincenzo Bellini di Catania, per ospitarne non solo i tradizionali corsi ma anche laboratori di liuteria aperti ai giovani del territorio.
Alla proposta è stata allegata una ricostruzione della storia di questo complesso di edifici, progettato in stile razionalista nel 1938 dall’architetto Francesco Fiducia, allievo del più noto Francesco Fichera. Nato come sede del “Cotonificio della città di Catania”, che faceva capo ai Consorzi Provinciali Fra i Produttori dell’Agricoltura, gravemente danneggiato dai bombardamenti del 1943 che interessarono soprattutto le zone della stazione e del porto della città, passò successivamente alla Federazione Italiana Consorzi Agrari, per essere dismesso e abbandonato alla metà degli anni Settanta.
Dopo il fallimento del Consorzio agrario e diversi passaggi di proprietà era pervenuto alla società Sidoti acque, proprietaria anche dell’Acqua Pozzillo, che aveva avviato un progetto di demolizione e ricostruzione come complesso alberghiero. Fallita anche questa società, il complesso è attualmente in stato di sequestro da parte dell’autorità giudiziaria.

Speriamo in bene.. In una riqualificazione opportuna nel rispetto del territorio… Lo stato di abbandono ha purtroppo trasformato il Sito in una Discarica e non solo.. Spero anche che all’interno vengano create delle aree verdi