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San Cristoforo, Trantino dà il benservito alla società civile

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Enrico Trantino alla città dei ragazzi, marzo 2025

La giunta Trantino ha definito i progetti del decreto Caivano per San Cristoforo. Vedremo come si concluderà l’iter di approvazione. Ma adesso siamo chiamati a pronunciarci sulla qualità del percorso partecipativo finora compiuto. Cosa rimane delle richieste di reali processi di co-programmazione e co-progettazione affacciate dal mondo associativo? Peraltro fondate sulle puntuali disposizioni contenute in tal senso dal decreto Caivano.

Per dirla in termini complessi si trattava di creare percorsi di sussidiarietà, in parole povere ci saremmo accontentati di un ascolto vero, serio e fattivo con l’amministrazione. Le associazioni hanno anche proposto la creazione di cabine di regia e di tavoli tematici per l’ideazione, la messa a terra e il monitoraggio degli interventi. Nulla di tutto questo si è realizzato. Niente di nuovo sotto il cielo siamo dinanzi all’ennesima occasione mancata. Per la città.

Il sindaco, dopo aver messo su due raffazzonati momenti concertativi, ci ha dato il benservito: “Il catalogo è questo” ci ha detto. “Accontentatevi. È già tanto se abbiamo inscenato un ascolto e abbiamo accolto qualche vostra proposta”. Come un reuccio annoiato che ha ascoltato i propri sudditi eppoi si è chiuso nella sua stanza dei bottoni. Ne è venuto fuori un assemblaggio di progetti privi di coerenza e di respiro, incapaci di incidere sulla vita reale di San Cristoforo che però, ai suoi estremi confini, potrà contare sulla costruzione. per i turisti, di una rambla su via Plaia.

Catania sta vivendo un nuovo sacco edilizio. Diverso dal passato. Quello fu condotto da un blocco sociale e politico di inaudita potenza e coinvolse per intero la città e l’hinterland. Questo lo stanno portando avanti a pezzi, un po’ qui e un po’ là. Con alcuni punti fermi: il piano portuale approvato da una maggioranza azzoppata e da un PD scioltosi al momento del voto come neve al sole, Cibali, le autorizzazioni concesse per edificare supermercati in aree verdi, l’abbattimento di ville storiche, San Berillo, Ognina.

Trantino in un’intervista a La Sicilia, dice di aspettarsi da Roma altri soldi per San Cristoforo: “contiamo – ha dichiarato – di avere altri interventi (finanziamenti n.d.r.) grazie alle interlocuzioni con il commissario di Governo”. E promette di riversare sul quartiere fondi europei di ogni tipo. Ma lo stesso giorno e sul medesimo giornale, in un’altra dichiarazione, rifiuta l’idea di trovare cinque milioni di euro per acquisire alla città quindici strategici ettari di terreno a Cibali. Per dotarla di un polmone verde di straordinario valore e significato in uno delle zone più congestionate e caotiche..

Non può farlo – sussurra – “perchè non possiamo aspettare sempre qualcosa da Roma, né dalla Regione. Dobbiamo imparare a camminare sulle nostre gambe”. Un maldestro tentativo di nascondere una scelta precisa a favore dell’eterno ritorno del ciclo del cemento catanese. Intanto, in attesa della palingenesi evocata dal sindaco, quell’immensa risorsa della città sarà regalate ai privati e alla speculazione edilizia. In piena continuità – vecchia e nuova – con il passato.

Anche per questo la società civile deve restare in campo e trovare le forme e i modi per rappresentare i bisogni autentici della città. Catania non può sostenere altre colate di cemento. Una ricerca faticosa e difficile ma indispensabile. Che non può essere affidata solo ad inesistenti tavoli di concertazione. La società civile deve farsi essa stessa soggetto politico, appellandosi a tutte le forze sane della città.

6 Comments

  1. il ns caro sindaco grande professionista nell’apparire ma poi un pallone sgonviato poca concretezza e poi ci sono I soliti porci grossi ha turno che dividono la torta ma ha qualcuno gli verrà il colesterolo alto . La giustizia farà il suo corso nn mangiate troppo qualcosa hai poveri s. Cristoforo e vari

  2. Cosa vi aspettate dal sindaco dei ricchi? Odia San Cristoforo, odia chi ci vive, talmente tanto da non posizionare nemmeno un cestino dei rifiuti, i marciapiedi sono tutti sconnessi e i commercianti mettono toppe da soli con chiazze di asfalto. Le strisce pedonali sono tutte scolorite e la geniale idea di togliere i cassonetti ha creato montagna di rifiuti.

  3. Il sindaco fascista e molto bravo suo social e di facciata. Vuole fare Enzo bianco come nel 1988 facistazuu

  4. questo sindaco non è altro che il retaggio di quella Catania che ha fallito, che come diceva il grande Giambattista Scidà avrebbe dovuto condannare sé stessa.
    E grazie ad un avvocato penalista di grido, figlio d’arte, di un padre che è stato probabilmente sopravvalutato nelle capacità politiche e professionali, come spesso avviene a Catania per certi esponenti dell’élite, Catania si è autoassolta.
    Con l’aggravante di un vicesindaco che avrebbe dovuto meglio rappresentare le istanze del mondo dell’università e della ricerca, perché non può non essere a conoscenza del grande patrimonio di intelligente giovani che questa città ha sempre prodotto per poi frustrarle.
    Catania non ha saputo emanciparsi dai padroni e padroncini che l’hanno violentata, sottomettendola ai loro interessi più o meno leciti. Non ha avuto una vera classe dirigente che potesse valorizzare le sue enormi potenzialità, date dal contesto territoriale e paesaggistico.
    Si comtinua come da sempre a puntare sulla speculazione edilizia, che non è più dei privati ma degli enti pubblici che oggi pensano di realizzare lo sviluppo socioeconomico con le colate indiscriminate di cemento.
    Trantino mostra una palese insensibilità alle radici dell’urbanistica, né il suo vicesindaco luminare della materia sembra consigliarlo, radici che sono fondate nell’ascolto del territorio. Come insegnava un grande urbanista, Gian Carlo De Carlo, che a Catania ha lasciato un segno e che sicuramente Trantino non può ignorare, né certamente lo ignora il vicesindaco.
    Fin quando avremo questi governanti il destino di Catania sarà grigio e triste, come il cemento.

  5. Il sindaco non ha gli strumenti per comprendere San Cristoforo e i suo bisogni talmente sono estranei alla sua formazione al suo modo di vivere allo sguardo che ha sulla città dal suo dorato esilio di San Gregorio. Su San Cristoforo si è affidato consapevolmente alla coppia vicesindaco -dirigente Urbanistica coppia ormai indissolubile garante degli gli interessi dei nuovi cavalieri , della nuova borghesia mafiosa che sta devastando quel poco di sopravvissuto al “sacco” degli anni 60-70 pezzo per pezzo a colpi di piccole licenze edilizie con aumenti di volumi spaventosi e di supermercati autorizzati in piena violazione delle norme .

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