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San Cristoforo, la parola al Cantiere

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Assieme è la parola chiave, ed è stata scelta come titolo del documento, “Assieme, per san Cristoforo”. Sia quello iniziale che ha datto avvio al percorso partecipato, sia quello conclusivo con le proposte programmatiche. Parliamo, naturalmente delle proposte da sottoporre alle autorità che devono decidere l’uso dei fondi destinati a San Cristoforo dal cosiddetto decreto Caivano.

Argo ne ha già pubblicate diverse, presentate da associazioni e comitati. Quello che pubblichiamo oggi è un documento elaborato da più di ottanta associazioni, parrocchie, organizzazioni, su input del Cantiere per Catania, che ha puntato a realizzare un “laboratorio di democrazia partecipata secondo il principio di sussidiarietà”.

Dopo l’assemblea con il sindaco Trantino, svoltasi nei locali dell’oratorio della Salette, ci si aspettava che fosse l’Amministrazione comunale a creare un canale pubblico per favorire la raccolta di idee e proposte e continuare la discussione su come spendere questi fondi.

Tutto ciò non è accaduto: Trantino si è limitato a chiedere l’invio di singole proposte, direttamente all’Amministrazione. Senza creare nessun spazio, neanche una semplice piattaforma informatica, per permetterne la conoscenza o avere un’occasione di confronto.

Sul confronto pubblico ha, invece, continuato a lavorare il Cantiere per Catania, il gruppo di laici cattolici – nato all’ombra dell’Arcidiocesi con il coordinamento del già prefetto Claudio Sammartino – che rivendica la propria autonomia dall’autorità religiosa e l’approccio laico ai problemi della città.

I rappresentanti di alcuni dei gruppi, non solo di ispirazione cattolica, che ne avevano firmato il documento iniziale, si sono ritrovati più volte per confrontarsi e discutere, in forma assembleare e attorno ad alcuni tavoli tematici (“cultura e formazione”; “economia e occupazione”; “questioni urbanistiche”; “questioni sociali”), sul quartiere e sui possibili interventi per rigenerarlo.

Ne è venuto fuori un documento lungo e complesso, non sempre espresso con linguaggio facilmente accessibile, che ha come punto di partenza un’analisi della situazione del quartiere, fotografata in mappe prodotte all’interno di uno studio sociologo condotto sotto la direzione del professore Carlo Colloca, che ha partecipato attivamente al lavoro assembleare.

Mappe che descrivono il quartiere a partire da dati statistici relativi al numero di occupati, minori, stranieri, al livello di istruzione, alla dispersione scolastica e alla povertà educativa. Da qui, una valutazione dei bisogni e l’individuazione di azioni integrate da attuare sulla base di priorità scandite nel tempo.

Senza per il momento entrare nel merito di proposte concrete, si è voluto tracciare una cornice d’assieme, oltre che stabilire un metodo. Per evitare che il finanziamento venga disperso in una serie di micro interventi a pioggia, fine a se stessi o asserviti ad una logica clientelare, necessita ora un progetto organico.

La proposta è organizzata attorno a due focus

  1. La rigenerazione degli spazi pubblici e privati per migliorare la vivibilità del quartiere e il suo sviluppo
  2. La qualità della formazione, l’inserimento nel mercato del lavoro e la promozione dell’inclusione sociale

Si va dalla istituzione di un Uban Center come luogo di incontro e confronto tra cittadini, istituzioni, associazioni, attori economici, all’impegno per una maggiore qualità della formazione. Dal potenziamento della pratica del microcredito per sostenere l’imprenditorialità, soprattutto femminile, al del Servizio Sociale Territoriale, fino al tema delle destinazioni d’uso del patrimonio edilizio usate come grimaldello per pratiche speculative e azioni illegali. E ancora, il tempo pieno nelle scuole, l’insediamento di un Istituto Tecnico Superiore, gli impianti sportivi da realizzare.

Naturalmente per raggiungere tutti questi obiettivi è necessario convogliare in questo progetto tutte le fonti di finanziamento disponibili, anche aggiuntive rispetto ai 25 milioni del decreto Caivano, quelle del PNRR, del Pon Metro Plus, del programma Life 21-27.

Ma soprattutto sarà opportuno definire i limiti territoriali di questi interventi, perché non appare chiaro a cosa si riferisca l’Amministrazione quando parla di ‘quartiere S. Cristoforo’.

Leggi o scarica il testo del Documento “Assieme, per San Cristoforo, proposte programmatiche e operative”.

Vedi le altre proposte su San Cristoforo, presentate all’Amministrazione e pubblicate sul nostro sito: dal Comitato per il Parco Monte Po-Acquicella – da CGIL,Sunia,Auser – dal Comitato Cittadino Federico II – dalla comunità della Salette

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