Il processo di risanamento del Comune di Catania non si è ancora concluso, e di ciò dovrà tenere conto il bilancio di previsione per gli anni 2025/27. Questa situazione rende, di fatto, inutile l’azione d’indirizzo politico del Consiglio Comunale, costretto a procedere con le “mani legate”.
Maurizio Caserta, professore di Economia politica nell’Università di Catania, oggi consigliere comunale di opposizione, a partire dalle norme contenute nel Testo Unico degli Enti Locali, lancia un forte grido di allarme, perché, stando così le cose, nei tre anni del nuovo bilancio dovranno essere accantonati oltre 110 milioni di euro per far fronte ai debiti non ancora pagati. Poiché non si prevedono entrate superiori a quelle del 2024, sarà necessario un significativo taglio alle spese sociali, con una conseguente riduzione dei diritti, soprattutto per le fasce più deboli, e un ulteriore peggioramento della qualità della vita (trasporti, rifiuti, ecc.).
Di fronte a questa drammatica situazione, un’Amministrazione seria e responsabile dovrebbe, in primo luogo, fare di tutto per stroncare l’evasione fiscale e recuperare introiti importanti da investire nei settori in “maggiore sofferenza”. Considerato che fra i tanti che non pagano figurano elettori e supporter, temiamo che quest’ultima ipotesi sia destinata, appunto, a rimanere una semplice ipotesi.
In previsione della seduta del prossimo 9 gennaio, in cui – a ridosso della chiusura dell’attività dell’Organismo Straordinario di Liquidazione – il consiglio comunale discuterà del bilancio cittadino, diamo spazio alle preoccupazioni di Maurizio Caserta.
Si completa in questi giorni l’iter di approvazione del Bilancio di previsione del Comune di Catania per gli anni 2025/2027. È ancora un bilancio che rispetta il dettato dell’art. 259 del Testo Unico degli Enti Locali, che al comma 5 ricorda come occorra eliminare, o quanto meno ridurre, ‘ogni previsione di spesa che non abbia per fine l’esercizio di servizi pubblici indispensabili’.
Ciò rende, in pratica, inutile l’azione d’indirizzo politico del Consiglio Comunale, che non può riallocare le risorse disponibili verso servizi diversi da quelle già prospettati dagli uffici. È la logica del bilancio stabilmente riequilibrato, ottenuto secondo il secondo comma dello stesso articolo 259, attraverso ‘l’attivazione di entrate proprie e la riduzione delle spese correnti’.
A tutto il resto ha pensato l’Organismo Straordinario di Liquidazione che ha proprio il compito (art. 252 del TUEL, co. 4) di rilevare la massa passiva, acquisire i mezzi finanziari disponibili dell’ente, anche con l’alienazione del patrimonio, e liquidare e pagare la massa passiva.
Com’è noto il processo di risanamento doveva svolgersi in cinque anni. Ne è stato necessario un sesto. Infatti, l’Organismo di Liquidazione è stato prorogato di un altro anno, ma cesserà le sue funzioni in questo mese di gennaio. Il risanamento però dovrebbe rimettere l’ente nelle condizioni di crescere, andando aldilà della fornitura dei servizi pubblici indispensabili.
All’esame della proposta di bilancio di previsione 25/27 non sembra che l’ente si sia liberato da quei vincoli. Pende, infatti, sul Comune il rischio che l’Organismo di Liquidazione non abbia esaurito la massa passiva, ossia i debiti da pagare, e che alla sua uscita di scena consegni al bilancio ordinario un certo ammontare di debiti non ancora pagati.
Per questa ragione l’ente ha ritenuto di accantonare in un fondo dedicato, proprio per far fronte a tale eventualità, 34 milioni di euro circa nel 2025, 37 nel 2026 e 40 nel 2027. Questo accantonamento, insieme al fatto che le entrate previste per il 2025 e seguenti non sono molto diverse da quelle del 2024, fanno sì che il bilancio complessivo dell’ente per i prossimi anni non sia molto diverso da quello degli anni precedenti.
Potrebbe perfino essere peggiore, a giudicare dalle somme messe in bilancio per alcune voci fondamentali, nel confronto con gli anni precedenti. Per fare solo alcuni esempi: per la voce di bilancio dedicata ai diritti ed alle politiche sociali si passa, dalle previsioni definitive per il 2024 alle previsioni per il 2025, da 152 milioni a 100 milioni circa; per la ‘missione’ dedicata alle politiche giovanili ed allo sport nello stesso intervallo da 34 a 13 milioni.
Gli uffici fanno notare che potrebbero esserci aggiustamenti in aumento nel corso dell’anno, ma al momento queste sono le somme messe in bilancio. Pertanto se la qualità e la quantità dei servizi offerti alla città – si pensi al trasporto locale, alla raccolta e smaltimento dei rifiuti e ai servizi sociali – non viene ritenuta adeguata alle esigenze della città, dai prossimi anni non potremo aspettarci alcun adeguamento. Se questo può emozionare….
La formale uscita dal dissesto, dunque, non sembra portare ad alcun nuovo corso. Le somme spese continueranno ad essere le stesse degli ultimi anni. Nessun miglioramento è prevedibile nella qualità e nella quantità dei servizi resi dalla pubblica amministrazione locale. Ci si deve affidare alla finanza straordinaria, che proprio per la sua stessa natura non garantisce stabilità nel tempo.
Sono mancate, e mancano ancora, misure di carattere strutturale che portino veramente all’attivazione delle entrate e alla razionalizzazione delle spese. Mancano quelle misure che, utilizzando la finanza straordinaria, creino le condizioni per un flusso di risorse ordinarie stabile e duraturo.
C’è una parte della città che non contribuisce alla finanza pubblica locale, perché non può o perché fa finta di non potere, vivendo così sulle spalle degli altri. Ciò è stato sempre tollerato dalla politica locale perché è stato trasformato in una fonte di consenso a buon mercato. Quella parte della città va riportata dentro un circuito virtuoso. Ciò significa fare una seria lotta all’evasione, avviare percorsi di regolarizzazione e sostenere chi è nelle condizioni di contribuire ma non può farlo perché non gli sono stati dati gli strumento per farlo.
Solo un’economia vivace produce una finanza pubblica sostenibile, che sia pure fattore di crescita. Una siffatta economia non ci sarà finché non si svilupperà una prospettiva strategica condivisa che includa invece di escludere, che riduca le rendite di posizione, che premi il merito e aiuti i talenti, che coniughi le libertà con le possibilità, che fornisca a tutti un vero permesso di entrare nella competizione. Possono volerci degli anni, ma non vi sono strade alternative.
L’attuale governo della città non propone alcuna idea su come superare questa crisi. Né il Documento Unico di Programmazione né l’Atto di Indirizzo del Piano Urbanistico disegnano una credibile prospettiva strategica per la città. La città è un sistema di flussi che devono scorrere rapidamente. Perciò occorrono le reti: i trasporti; le reti fognarie; le reti di trasporto dati; le reti di solidarietà; le reti di smaltimento dei rifiuti.
Questo governo cittadino ha mostrato disinteresse per un vero rafforzamento delle reti. Valga per tutti il solito spettacolo desolante della spartizione delle posizioni di vertice delle partecipate, svolta secondo il più rigido rispetto della regola degli amichetti.
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Amen!
e allora....? " acqua r'avanti e ventu r'arreri " .....
l'indifferenza di questa città è tale che tutto scivola senza colpo ferire.....
E allora ? Se non si conduce una battaglia seria contro l' elevata evasione fiscale di che cosa stiamo a discutere? Tagli di qui , tagli di là. L' importante , per questa amministrazione, è non dispiacere gli amici elettori!!!!!