Catania e i Piani Urbani Integrati, uno spreco di fondi?

I lavori, di cui San Berillo non aveva nessun bisogno, sono stati avviati a metà ottobre, avrebbero dovuto concludersi in tre mesi o poco più, ma sono fermi da settimane. Si tratta degli interventi di ripavimentazione, illuminazione e collocazione di panchine e fioriere, inseriti tra i progetti del Piano Urbano Integrato, su cui i residenti e le associazioni del territorio si erano già espressi criticamente.

Non solo, infatti, la pavimentazione era ancora in ottime condizioni, essendo stata rifatta, in pietra lavica, in anni non lontani, ma la demolizione del manto stradale, effettuata in più punti con cantieri lasciati in sospeso, situazioni di pericolo per i ferri lasciati a vista, difficoltà nel raggiungere le soglie delle abitaziomi, ha solo peggiorato la situazione del quartiere accrescendone i disagi.

I lavori, inoltre, sono cominciati senza alcun preavviso e senza che l’Amministrazione avesse dato risposta alle associazioni, in primis a Trame di quartiere, sulla presa in carico dei soggetti più fragili, anche solo con l’attivazione di dormitori.

La stessa Trame ha poi segnalato i rischi per l’incolumità degli abitanti mentre – considerato che i residenti non conoscono i motivi dell’interruzione dei lavori né le tappe successive dell’intervento – l’Osservatorio Urbano e Laboratorio Politico intende rivolgersi direttamente al RUP per i chiarimenti del caso.

L’Osservatorio, aggregazione di cittadini e realtà associative presenti sul territorio, dalla Parrocchia al Centro Astalli ai Cavalieri della Mercede, non soltanto rileva i gravi disagi vissuti in questo frangente dai residenti, ma teme che, con il protrarsi della situazione, si verifichi un ulteriore peggioramento e che le attività di inclusione portate avanti in strada da un anno a questa parte subiscano una ulteriore forzata interruzione.

E’ innegabile, infatti, che San Berillo abbia bisogno di interventi di risanamento, ma essi andrebbero pensati all’interno di un progetto unitario ed organico che provi ad “innescare cambiamento” all’interno del quartiere. “Veramente si pensa che pavimenti colorati siano un contributo all’inclusione e coesione sociale?”, si chiedeva un anno addietro l’architetto Giovanni Leone su La Sicilia del 22 agosto2023.

La sua riflessione e il confronto nato tra residenti e associazioni, che ha portato alla nascita dello stesso Osservatorio, dimostrano che c’è una voglia di partecipazione dal basso, espressa in un documento di analisi e proposte, inviato all’Amministrazione Comunale. Cosa che rende più grave la mancata risposta dell’Amministrazione e fa sospettare che sul quartiere esistano mire nascoste.

Ma non c’è solo San Berillo. Interventi relativi ai Piani Urbani Integrati (PUI) sono programmati in altri quartieri difficili della città come Monte Po e Librino. Su tutti questi interventi ha diffuso una nota il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari (SUNIA).

Firmata dalla segretaria del Sunia Sicilia, Giusi Milazzo, insieme alla segretaria del Sunia Catania, Agata Palazzolo, e al responsabile Urbanistica della segreteria, Mario Spampinato, la nota ricorda che il sindacato degli inquilini, le associazioni e i comitati civici catanesi, da tempo chiedono una programmazione di iniziative urbanistiche sociali e culturali tra loro integrate.

“Per fare ‘rigenerazione urbana’ non basta che l’amministrazione comunale investa denaro del PNRR sugli interventi edilizi nei quartieri più difficili di Catania, se poi non ascolta il sindacato degli inquilini e le associazioni che lavorano ogni giorno sul disagio sociale e sulle conseguenze dei cambiamenti climatici in città.

Se i fondi del Pnrr destinati al Piano urbano integrato di Catania in territori complessi e diversi tra loro come Librino, Monte Po e San Berillo, saranno destinati al solo intervento edilizio o urbanistico, il risultato sarà del tutto inefficace o comunque marginale e non sarà raggiunto l’obiettivo di rigenerazione urbana, tanto più che l’Amministrazione ha scelto deliberatamente di troncare qualsiasi forma di interlocuzione con le organizzazioni che operano nei territori interessati ai progetti.

Il sistema che si continua ad utilizzare è quello della caccia ai bandi e ai finanziamenti senza alcuna programmazione coordinata e spesso senza una valutazione sull’efficacia degli interventi che non calibrati sui reali bisogni rischiano di essere quantomeno inefficaci. Ci chiediamo se rifare la pavimentazione e creare qualche aiuola a San Berillo vecchio possa in qualche modo intervenire sul benessere di chi in quel quartiere vive. È invece palese alla città che in quel che resta del vecchio quartiere c’è bisogno di altro, di un progetto pensato ed elaborato sulle esigenze reali, con cui poter affrontare i problemi sociali e il disagio anche abitativo. Trame di Quartiere ha per esempio denunciato che i lavori si sono improvvisamente bloccati aggiungendo disagio a disagio.

Ci chiediamo se qualcuno abbia ipotizzato di interloquire con i tanti senza casa che in quel quartiere vivono per prospettare alternative e soluzioni. È questa la città che cerca un nuovo futuro di città coesa e solidale? Pensiamo di no e ci lascia perplessi il fatto che nell’atto di indirizzo del Pug approvato dalla Giunta e approdata in Consiglio comunale, sembra si delinei una città che dovrebbe invece avere le caratteristiche della città accogliente e coesa, rigenerata per chi ci vive e abita e poi resa attrattiva anche per il turismo.”

Argo

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