Iolanda Apostolico si è dimessa dalla Magistratura. Argo prova a raccontare quello che succede nella nostra regione e, qualche volta, in giro per il mondo. Anche nel caso della Apostolico abbiamo cercato di ricostruire ciò che stava effettivamente accadendo, che in fondo è semplice a dirsi.
Una magistrata stava applicando, come sempre dovrebbe avvenire, la legge, mettendo in discussione provvedimenti del governo Meloni (ma sull’immigrazione governi di colore diverso non hanno fatto molto meglio) che erano in evidente contrasto con la normativa europea. Stiamo parlando, in particolare, del cosiddetto Decreto Cutro.
Il governo, se fosse stato realmente convinto delle proprie ragioni, avrebbe potuto ricorrere contro quei provvedimenti, e se il giudizio dell’Apostolico non fosse stato confermato, avrebbe dimostrato di essere nel giusto. Così non è stato.
Di più oggi possiamo dire che il governo, finito il momento della propaganda, sarebbe meglio dire della becera propaganda, non ha proseguito nel giudizio di merito. Come scrive Domani “Lo scorso settembre le sezioni unite civili della Cassazione, con due ordinanze, hanno dichiarato estinto il giudizio sul ricorso presentato dal ministero dell’Interno e dal Questore di Ragusa”, in seguito alla rinuncia al ricorso da parte dello stesso ministero e del Questore.
Come nel caso della deportazione dei migranti in Albania, uno spreco di soldi e di tempo – oltre che un’evidente violazione dei diritti umani – che grida vendetta, ci chiediamo se non sarebbe stato meglio che il governo Meloni avesse valutato con maggiore attenzione gli effetti prodotti da prese di posizione e decreti evidentemente sbagliati e inapplicabili. Sbagliati a tal punto che molti magistrati, sempre puntualmente attaccati dal governo, sono dovuti intervenire per ripristinare legalità e diritti.
E che dire del ministro Salvini, che non prova alcuna vergogna rispetto alle foto che lo vedono in atteggiamenti amichevoli con ultra del Milan recentemente arrestati, ma che ancora oggi lancia i suoi strali su Apostolico affermando che: “Adesso potrà finalmente fare politica”. E’ lo stesso, purtroppo, che non trova ridicolo dichiarare che, bloccando centinaia di migranti in mare, ha difeso i confini del nostro Paese. Potrebbe utilizzare una parte dei 49 milioni di euro che la Lega deve allo stato italiano per prendere lezioni di Diritto Internazionale, e, magari, conoscere meglio la nostra Costituzione.
Come scrive Fulvio Vassallo Paleologo, “Non si può sapere che cosa abbia fatto scattare sul piano personale, dopo un anno di gogna mediatica, una richiesta di dimissioni ed è giusto rispettare il riserbo che ha sempre caratterizzato la dott.ssa Iolanda Apostolico. Tuttavia, chiunque fosse stato sottoposto agli attacchi di cui continua ad essere oggetto ancora oggi, forse neppure sostenuta dai vertici della magistratura che non aveva neppure concluso le sue attività a tutela del giudice, avrebbe potuto decidere di lasciare”.
E ancora, “Nei suoi provvedimenti la giudice Apostolico confermava una linea seguita in modo collegiale, ancora oggi, dall’intero Tribunale di Catania, e ribadiva una interpretazione costituzionalmente orientata della vigente normativa nazionale e dell’Unione europea, che molti altri giudici italiani hanno fatto propria, a fronte di macroscopici abusi imputabili alle autorità amministrative, su precisi indirizzi del ministero dell’Interno, che si ripetono ancora oggi”.
A conferma del linciaggio mediatico, ecco quanto scrive sul Foglio Andrea Marcenaro, negli anni settanta dirigente di Lotta Continua, oggi evidentemente pentito di quegli ‘ardori giovanili’: “Ma ci voleva un minchione sfondato come Salvini per far passare come prima eroina del paese una magistratina di Catania”. E in quel ‘magistratina’ c’è tutta la miseria morale che si può raggiungere in mancanza di argomenti.
Nei giorni degli attacchi indecenti e indecorosi alla magistrata, e in particolare, alla sua persona, Argo ha provato a ricostruire fatti e verità. Con il senno del poi, dovremmo riflettere se, come società civile siamo stati all’altezza o se, capendo in ritardo la gravità di quanto stava avvenendo, non siamo riusciti a far sentire ad Apostolico tutta la nostra indignazione e solidarietà. Nei suoi confronti e verso gli stessi migranti.
Sempre grate/ I e riconoscenti alla integerrima magistrata Iolanda Apostolico per il suo operato e la sua determinazione che sarà di grande esempio per attuali e futuri giudici, e con la quale ci auguriamo, porteremo avanti imprese e lotte mirate ad affermare la giustizia sociale e l’ amore per tutto il vivente!!…
Anche io mi associo all’apprezzamento anche se, purtroppo, tardivo.
Grazie Iolanda per la tua correttezza la tua lucidità per il riserbo con cui hai affrontato vicende difficili sfuggendo all’autocompiacimento affrontando a testa alta le intimidazioni e non cedendo alle lusinghe Ci hai dimostrato con il tuo comportamento coerente con l’espressione del tuo volto come l’amministrazione della giustizia abbia bisogno di persone come te per far si che si possa affermare che la giustizia è eguale per tutte e tutti. Così come ci piace dimostrarti il nostro affetto e la nostra profonda stima pensiamo che tu abbia il diritto di seguire i tuoi desideri di decidere che è tempo di dare spazio ad altro così come pensiamo che tu abbia il diritto di sottrarti al chiasso aggressivo e vigliacco che la tua corretta decisione equilibrata ha sollevato e per questo ti abbracciamo con affetto e ci auguriamo di poterti sentire e vedere presto
Lo sciacallagio mediatico è diventato uno sport nazionale. Le persone corrette e oneste come la giudice Apostolico sono ahimè le più esposte. Vicinanza e solidarietà a questa Magistrata!
Iolanda , sii fiera di te. Hai visto quanti colleghi dopo di te hanno sfidato l’arroganza di un potere becero e sbruffone? Capisco che a volte nella vita ci si chiede:” Ma perché ancora? “. Peccato però: se se ne vanno non solo i giudici , ma i giudici donna come te, ci perdiamo tutti.
Vivo ringraziamento ad Argo, unica struttura di informazione del catanese ( e della Sicilia, per quel che è da sapere) che ha assunto pubblica valutazione di sostegno dell’operato della giudice Iolanda Apostolico che ha agito nella salvaguardia dei supremi principi costituzionali, e nello specifico dei diritti previsti per i migranti/richiedenti asilo. Stigmatizzando, altresì, i numerosi attacchi che a livello nazionale da varie parti politiche sono state mossi nei suoi riguardi, come giudice e libera cittadina.
Non sappiamo quali siano le motivazioni delle dimissioni dalla Magistratura della giudice Iolanda Apostolico. Potrebbero essere personali o anche familiari. Vogliamo rispettarne il riserbo. E tuttavia riteniamo, assumendocene la responsabilità, che a ciò non saranno state estranee le tonnellate di fango che esponenti del governo come Salvini, o della maggioranza di destra, hanno scatenato contro di lei. E probabilmente avranno influito le titubanze del CSM che non ha provveduto tempestivamente ad un intervento a tutela del Magistrato Apostolico, come invece avvenuto in altre circostanze,ma anche le incertezze della società civile, in primo luogo catanese…
Eppure in questo gesto c’è tanta materia su cui riflettere criticamente. Cosa sta diventando lo stato democratico italiano se un giudice che svolge il suo compito in maniera impeccabile, applicando le leggi, la Costituzione e le norme internazionali ed europee viene screditata, criminalizzata, bullizzata dai politici di governo e della maggioranza, con espressioni volgari, tirando in ballo la sua vita familiare, nonché, su istigazione di questi, messa alla gogna in quel letamaio che stanno diventando i social media. E allora dobbiamo cominciare seriamente a riflettere. La campana suona anche per tutti noi…
Abbiamo evidenziato con forza, in un post dello scorso anno, che la manifestazione cui partecipò la Apostolico al porto di Catania nel 2018 non era una manifestazione di partito (di Rifondazione comunista) come da anni si ostina a gridare Salvini, ma una manifestazione umanitaria, allo scopo dir fare scendere a terra alcune diecine di migranti, quasi tutti eritrei, imprigionati, di fatto, nella nave Diciotti, senza cure mediche, nel caldo asfissiante del dopo ferragosto siciliano. Fu una grande manifestazione, come a Catania non ne avvenivano da tempo, cui parteciparono famiglie con bambini, suore, frati francescani e varie comunità cattoliche, la Caritas, il Centro Astalli, Emergency e altre associazioni di volontariato. E certo anche forze politiche di sinistra. Credo, se non ricordo male, ci fosse pure il Vescovo di Catania.
Cionondimeno tanto è bastato per far diventare la giudice Apostolico, ritratta in un paio di foto (di ancora incerta origine, forse dei Servizi…) durante la manifestazione, come una giudice di parte, una toga rossa, una zecca, nel linguaggio di Salvini e dei suoi supporters, la cui terzietà sarebbe stata totalmente intaccata da questa partecipazione. Veniva così lesa nel profondo la sua credibilità professionale: lei che era rimasta totalmente estranea . Non solo ai partiti politici, ma anche alla dialettica delle correnti della Magistratura. Avrebbe dovuto astenersi, è l’accusa – a seguito, sottolineo, della partecipazione ad una manifestazione umanitaria svoltasi cinque anni prima – in qualunque giudizio riguardante i migranti perché non sarebbe risultata imparziale. Ma come avrebbe potuto se faceva parte proprio della Sezione migranti? Avrebbe dovuto cambiare Sezione al civile, ovvero chiedere il trasferimento alla Giustizia Penale?
Nel post di un anno fa sostenevo con forza che un magistrato non solo deve essere, ma anche deve sembrare totalmente imparziale. Aggiungevo però un’importante eccezione: tranne nel caso di difesa della Costituzione, la quale non è né di destra né di sinistra, ma è la casa comune di tutti i cittadini. E quando la Costituzione, nei suoi principi fondamentali, viene palesemente violata, come nel caso della Nave Diciotti, il manifestare è quasi un atto doveroso, anche per un magistrato.
Dobbiamo allora esprimere la nostra gratitudine a magistrati come Iolanda Apostolico e ai tanti altri, vedi la giudice di Roma Silvia Albano e al giudice Marco Gattuso di Bologna (sul quale, peraltro, è tempestivamente intervenuto il CSM, con una nettissima presa di posizione, a tutela).
Dicevo che queste dimissioni ci toccano da vicino, in primo luogo perchè non siamo stati capaci di far sentire alla giudice Apostolico tutta la solidarietà che la società civile, ed anche quel che resta della sinistra, a Catania e in tutt’Italia, è disposta a manifestare. Ma la questione va ben oltre la solidarietà alla giudice.
Assistiamo ad una crisi della democrazia costituzionale (fondata cioè sullo Stato di diritto), ormai mondiale. Gli ultimi episodi dopo l’elezioni in USA, riguardano la Corea e in Europa, la Romania… il rischio che anche l’Italia stia avviandosi verso un percorso autoritario. Se l’autonomia differenziata appare ormai un’arma spuntata, dopo la sentenza della Corte costituzionale, restano gravi pericoli istituzionali, quali la divisione delle carriere nella Magistratura e il Premierato (assoluto). La divisione delle carriere, oltre a rappresentare una strategia verso la frammentazione (allo scopo di controllarlo più facilmente) dell’Ordine giudiziario, nella logica del divide et impera, è anche un primo passo verso la sottoposizione delle Procure all’Esecutivo, che potrebbe avvenire già nella prossima legislatura, con tutte le conseguenze che è facile immaginare… Del Premierato pensiamo tutto il male possibile, una sorta di Dittatura elettiva.
Di fronte a questo quadro, costringere alle dimissioni, un/una giudice dalla schiena dritta che, nel rispetto della Costituzione, non si adegua pedissequamente alle politiche dell’Esecutivo, costituisce espressione del nuovo bullismo istituzionale che si avvale del nuovo squadrismo dei Social amici per dare in pasto il magistrato come l’avversario di turno. Non c’è bisogno dell’olio di ricino, basta squalificare a tal punto un magistrato scomodo da costringerlo alle dimissioni.
Sulla vicenda Apostolico e’ bene riportare all’ attenzione un articolo di Patria Indipendente ( di ANPI nazionale) del 26 ottobre 2023: intervista alla giudice Marisa Acagnino del tribunale di Catania .
https://www.patriaindipendente.it/interviste/la-giudice-marisa-acagnino-si-e-attaccata-iolanda-apostolico-per-colpire-la-magistratura-tutta/