Una concentrazione di arsenico pari a 120 microgrammi è stata rilevata dall’Arpa nel materiale di risulta dei lavori di scavo per realizzare il raddoppio della linea ferroviaria Messina – Catania. Il rilievo risale al 30 settembre 2024 e la notizia, riferita alla galleria Sciglio a Nizza di Sicilia, è data dal Fatto Quotidiano, che ricorda come “le soglie consentite dalla legge sono di 20 in zone a destinazione verde e di 50 in zone a destinazione commerciale-industriale”
Parliamo di 14.000 tonnellate di materiale collocate in vasche di calcestruzzo prima di essere smaltite. Secondo Stefania Marino (deputata nazionale del Partito Democratico) “La scelta del consorzio di depositare temporaneamente il materiale presso il Villagio Unrra, una zona densamente abitata a poche decine di metri dal mare ha suscitato non poche perplessità nella comunità locale”.
Inoltre, poiché questi materiali per diversi mesi sono stati depositati senza adeguate misure di contenimento, è possibile che sia stato contaminato l’ambiente circostante e/o le stesse falde acquifere.
Ipotesi suffragata dal fatto che nel corso di un sopralluogo ufficiale, secondo la Gazzetta del Sud, “Il 23 ottobre scorso, dopo gli eventi meteorici occorsi due giorni prima nel versante provincia di Messina si è riscontrato il dilavamento di liquido da una vasca di accumulo che raccoglie le acque derivanti da un’area di deposito temporaneo di inerti, liquido gestito come rifiuto. Nello specifico tale vasca raccoglie le acque provenienti dalle terre e rocce da scavo che il Consorzio ha definito con valori di concentrazione di arsenico nei limiti delle normative vigenti”.
Che la situazione sia preoccupante lo conferma la sospensione dei lavori di scavo, come riporta Siciliainprogress: “L’enorme talpa, dal diametro di oltre 9 metri e lunga 150, dopo il ritrovamento dell’arsenico si è fermata, in attesa di escogitare il sistema per trattare lo “smarino” ovvero il terreno scavato, impossibile da conferire a discarica in queste condizioni. Nessuna delle discariche individuate, infatti, accetterebbe questo materiale contaminato, se non previo trattamento per eliminare le tracce di arsenico”.
Luigi Sturniolo, ex consigliere comunale di Messina e storico attivista No Ponte, sottolineando i valori di arsenico assolutamente fuori norma, invita gli abitanti dei paesi della Riviera Jonica ad alzare la testa. Si chiede, innanzitutto, “perché solo adesso i cumuli di terra vengano coperti, […] e se è vero che questi materiali di scavo siano stati trasportati in siti cittadini e in quali condizioni di sicurezza”. Ma si domanda soprattutto perché, più esponenti (tecnici e politici) invitino la popolazione alla cautela, “a pesare le parole per non doverne rispondere nelle sedi di competenza”.
In sostanza, abitanti invitati al silenzio, mentre le informazioni ufficiali sono ridotte ai minimi termini. “Eppure – conclude Sturniolo – bisogna alzare la testa. Gli abitanti devono avere la forza di dire che non sono disponibili a rimanere inermi, che farsi avvelenare dai cantieri non è un’opzione che possa essere presa in considerazione. Bisogna che si capisca che solo l’azione della società civile potrà porre davvero il problema della sicurezza del territorio”.
Un territorio che chiede trasparenza, risposte chiare ed esaurienti e che non vuole assistere impotente all’ennesimo disastro ambientale.
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