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Porticciolo di Ognina, una partita ancora aperta. Il Sindaco chieda formalmente la revoca della concessione

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Tanta gente sabato mattina a Ognina per impedire la privatizzazione del porticciolo. Centinaia di catanesi, invitati da associazioni ambientaliste e del terzo settore e dai partiti di opposizione alla giunta Trantino, hanno manifestato chiedendo la revoca della delibera con la quale la Regione Sicilia ha rilasciato la concessione per l’ampliamento dell’attuale porticciolo turistico di Ognina.

Una mobilitazione, annunciata da giorni, che ha determinato subito diverse novità, vedremo se saranno effettivamente positive. Innanzitutto, è stato evitato che i cittadini fossero messi di fronte al fatto compiuto, senza che nessuno sapesse nulla rispetto a quanto sta accadendo; non a caso la ditta che ha ottenuto la controversa concessione (La Tortuga) si è già adoperata per evitare l’accesso del pubblico a parte dell’area in questione.

Ma, soprattutto, i referenti istituzionali non hanno più potuto far finta che nulla stesse accadendo.

Ha cominciato il sindaco di Catania, Enrico Trantino, chiedendo che la Regione, in autotutela, ritirasse il provvedimento. “rilasciato sulla base di presupposti errati e infondati. In particolare, risulta emesso sulla base di un parere favorevole del Comune, che, in realtà, non è tale ma condizionato”. Una concessione che, peraltro, è in contrasto con i progetti destinati a quell’area individuati dal Comune, che “ha avviato un concorso di progettazione nell’ambito della linea di intervento di Rigenerazione Urbana, per 15 milioni di euro, che prevede l’intera riqualificazione e valorizzazione del Borgo Marinaro con 52 progetti presentati”.

Immediata la risposta della Regione che, da un lato, ha affermato di essere disponibile alla revoca, qualora il Comune “presenta formale richiesta di revoca con documentazione”, dall’altro ha ribadito la legittimità della concessione. E ha ricordato come l’amministrazione comunale, nonostante i ripetuti solleciti (della Regione, NdR) non ha mai ritirato il parere positivo all’operazione e non ha mai prodotto “una richiesta concorrente sul portale del demanio marittimo o un palese ritiro del parere positivo precedentemente espresso dalla stessa in sede di conferenza di servizi”.

Per fare chiarezza su questo parere dell’Urbanistica, del quale Comune e Regione danno una lettura differente, i consiglieri comunali Bonaccorsi e Ciancio, del Movimento 5S, hanno presentato una interrogazione urgente che dovrebbe servire anche a capire le motivazioni della mancata partecipazione alla Conferenza dei servizi e del ritardo nella risposta alle sollecitazioni ricevute.

In ogni caso, i cittadini presenti sabato al porticciolo sono ben consapevoli che la loro azione ha costretto il sindaco a venire allo scoperto e a non appoggiare più, almeno a parole, quanto deciso in sede regionale. E se prima c’era un accordo che ora è saltato è certamente merito di chi ha scelto di manifestare e lo ha fatto coinvolgendo così tante e diverse associazioni.

Infine, non poteva mancare il commento de La Tortuga srl., ovvero i concessionari. Questi imprenditori (la famiglia Testa che controlla la società è stata, peraltro, coinvolta in procedimenti giudiziari conclusi con giudizi di condanna) sostengono addirittura che il ruolo della srl,, è proprio quello di chi vuole difendere il territorio perché in questi luoghi “ha finora regnato l’incuria e la sporcizia”. Inoltre, non riscontrano nella gara e nella aggiudicazione della stessa alcuna procedura impropria visto che: “nella fase istruttoria sono intervenuti tutti i pareri favorevoli degli Enti compulsati, tra cui quelli della Capitaneria di Porto, della Soprintendenza ai Beni Culturali e del Comune”. Ancora, lamentano ritardi rispetto alle regole procedimentali, preannunciando, addirittura, azioni di risarcimento.

L’affermazione più interessante, almeno a nostro avviso, è però la seguente: “La Società ritiene, pertanto, incivili, inopportune ed illegittime tutte le manifestazioni di dissenso contro la propria iniziativa ed i propri diritti […] E si riserva di agire in tutte le Sedi per la maggior tutela dell’interesse proprio e del vero interesse pubblico alla miglior fruizione del demanio marittimo, chiedendo anche il risarcimento dei danni subiti e subendi”.

In attesa che il Sindaco operi coerentemente con quanto dichiarato, cittadini e associazioni continueranno nella mobilitazione perché l’unico interesse da tutelare è quello pubblico e nessuno può “privatizzare” il mare.

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