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Ultime sul Ponte. Siamo proprio in buone mani!

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stretto di Messina (senza ponte)

Un ‘bellissimo novembre” per il Ponte sullo Stretto, sul quale – in questi ultimi giorni – convergono una serie di notizie importanti. Si parte, l’11 novembre, dalla richiesta di condanna per Pietro Ciucci, amministratore delegato della Società Stretto di Messina, già presidente e a.d. dell’Anas.

La Procura di Palermo ne chiede la condanna a quattro anni per il crollo del viadotto Scorciavacche, avvenuto nel 2014 – sulla statale Palermo-Agrigento – solo una settimana dopo l’inaugurazione, organizzata a favore di telecamera ma senza effettuare prima il necessario collaudo.

A causa della lunghezza del processo, ostacolato da varie vicissitudini, sono cadute in prescrizione le accuse più gravi, come quella di ‘attentato alla sicurezza dei trasporti’ e, a carico di Ciucci, è rimasta solo l’accusa di ‘induzione a dare o promettere utilità.

Difficilmente Ciucci verrà condannato perché la prescrizione totale arriverà prima che il processo giunga a sentenza definitiva. Il manager può quindi dormire sonni tranquilli, non altrettanto noi cittadini nel sapere che Ciucci, responsabile del crollo (da lui derubricato a cedimento…) di un viadotto, è colui che oggi soprintende alla costruzione di un ponte ben più complesso.

In questi stessi giorni arriva la dichiarazione ufficiale del presidente dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) che sottolinea come l’Istituto sia “totalmente estraneo a qualsivoglia relazione” sul rischio sismico, eventualmente prodotta, a titolo personale, da dipendenti dell’Ente.

L’INGV si smarca dunque da qualunque coinvolgimento nella valutazione del rischio sismico nell’area dello Stretto. Di più: il presidente Doglioni manifesta preoccupazione per la mancanza di studi recenti sulle faglie attive nell’area dello Stretto di Messina e parla di “esami approfonditi insufficienti” e di coefficienti sismici che potrebbero essere “sottostimati rispetto alla pericolosità dell’area tra la Sicilia e la Calabria”.

La Stretto di Messina dichiara invece, sulla sua pagina web, che il Ponte può resistere a un sisma di magnitudo 7.1, l’intensità del terremoto che, nel 1908, distrusse Messina e Reggio Calabria. La massima intensità tra quelle considerate possibili in quell’area.

Affermazioni che contrastano con lo studio pubblicato cinque anni fa (sett. 2019) da dieci scienziati italiani — tra cui Carlo Doglioni, presidente INGV — sulla rivista Solid Earth della European Geosciences Union, con prima firma del professore Fabio Trippetta della Sapienza di Roma.

Lo studio, citato da Fabrizio Gatti su Today.it, giunge alla conclusione che la magnitudo raggiungibile in quell’area è notevolmente superiore. Sulla base della ‘legge’ individuata dal geofisico triestino Panza e dall’ingegnere strutturista Rugarli, nota in tutto il mondo, alla magnitudo massima misurata in area (in questo caso 7.1) va aggiunto un margine di 0,7 che fa arrivare il valore massimo del sisma in quell’area a 7.8 gradi.

Una differenza di pochi decimali che può sembrare trascurabile se non fosse chel’energia liberata da un terremoto di magnitudo 7.8 è oltre 11 volte superiore a quella già catastrofica di un sisma di valore 7.1”.

Una magnitudine così alta comporta, inoltre, un aumento notevole dei costi di realizzazione dell’opera, già altissimi e senza che sia stata mai fatta una seria analisi costi-benefici.

Sempre in questi fatidici giorni, è arrivato il via libera della commissione di Valutazione Impatto Ambientale, che ha dato all’unanimità parere favorevole al progetto definitivo segnalando, però, 60 “condizioni” da rispettare. Un sì che è in verità un forse. Anche perchè il rispetto di queste condizioni comporterebbe che il progetto non sarebbe più lo stesso e potrebbero essere necessarie nuove verifiche. Anche una eventuale nuova VIA.

Le condizioni da rispettare, infatti, “riguardano, non solo l’ambiente naturale, terrestre, marino ed agricolo, ma anche aspetti relativi a progettazione di dettaglio per le opere a terra, relativi a cantierizzazione, gestione delle materie, approvvigionamenti, rumore e vibrazioni”.

Tra gli argomenti affrontati anche quello dell’altezza della struttura, che dovrà essere alzata di qualche metro per non ostacolare il passaggio di grandi navi, come segnalato da alcune compagnie di navigazione. Nulla osta, invece, per quanto riguarda il rischio sismico e la tenuta del Ponte, nonostante le problematiche emerse in questi giorni, anche a seguito della nota ufficiale dell’INVG.

Inevitabili, quindi, le perplessità del movimento No ponte e delle forze politiche contrarie alla realizzazione della struttura. Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra si interroga sulla composizione della commissione VIA, modificata pochi giorni prima dell’emanazione del parere con la nomina di altri 12 componenti, “esponenti muniti di tessere di partito, alcuni dei quali esperti in installazione di ascensori e ristrutturazioni di appartamenti …”. Ed i No Ponte si chiedono come avranno fatto i nuovi commissari ad esprimere un parere tecnicamente valido avendo a disposizione solo pochi giorni per consultare le migliaia di pagine della documentazione.

Nel frattempo il capogruppo della Lega alla Camera ha presentato un emendamento alla manovra finanziaria per il 2025 che prevede per il Ponte uno stanziamento ulteriore di 1,2 miliardi, sottratti ai fondi di coesione per il Sud.

Ed è questa l’unica cosa certa, si continuano a spendere soldi e a destinare somme ulteriori per un’opera di cui non sono sono stati risolti i problemi costruttivi, non esiste computo metrico nè progetto esecutivo. E sulle cui criticità un gruppo di ingegneri strutturisti, esperti di ponti, aspetta ancora risposta.

Leggi anche https://www.argocatania.it/2024/04/04/ponte-sullo-stretto-il-bluff-che-fa-gia-danno/

Ed anche https://www.argocatania.it/2023/11/15/ponte-sullo-stretto-silenzi-e-bugie-prima-parte/

E ancora https://www.argocatania.it/2024/05/06/ponte-di-messina-travolto-da-bugie-e-approssimazioni/

1 Comments

  1. Più si va avanti e più mi convinco che questo ponte sarà un disastro sia territoriale sia economico sia strutturale.
    Fra l’altro credo che difficilmente si completerà in tempi brevi, per, le tattiche che nel nostro Paese si usano per questi lavori : allungare i tempi e alzare i costi.
    Ma ancora di più credo che proprio non saranno all’altezza (tecnica) di fare adeguatamente un’opera del genere, il che porterebbe ad una colossale opera incompiuta.
    Fra l’altro per questo ponte, ancora immaginario, continuano a scippare soldi pubblici destinati al sud, che ne avrebbe bisogno per realizzare opere ben altrimenti utili.
    Lo scorno è che una massa di personaggi inadeguati continuano a portare avanti questo progetto incuranti di comprovate contestazioni tecniche e numerose opposizioni popolari.
    Il senso per questi personaggi è “io sono io tutti gli altri sono nessuno” e così vale per ogni nefandezza economica da essi pensata e commessa , non ultima ” lo sbarco in Albania”. e i milioni di euro lì buttati finora per niente.
    Io farei pagare di tasca propria e senza attenuanti i politici che sperperano denaro pubblico.

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