Parco territoriale Monte Po-Vallone Acquicella, come il Comune partorì il topolino

Catania si aggiudica l’ultimo posto nella classifica delle città italiane più green? Non ci stupisce. Il punteggio è negativo su tutti gli indicatori – aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia – utilizzati per la classifica, ma noi catanesi non abbiamo bisogno di numeri e statistiche. Vediamo, giorno per giorno, accanto ai servizi che mancano, l’abbandono in cui è lasciato il poco verde cittadino, la capitozzatura selvaggia, le piante considerate un fastidioso ingombro da eliminare, i parcheggi progettati come spianate di cemento senza l’ombra di un albero.

Sebbene ne abbia estremo bisogno e sempre di più ne avrà man mano che le temperature si fanno più torride con l’incalzare del cambiamento climatico, Catania sembra odiare il verde.

La conferma arriva dalla sorte riservata al grande progetto di Parco Territoriale che – seguendo il corso del fiume Acquicella – è stato pensato per andare dalla collina di Monte Po fino a dove l’Acquicella sfocia in mare creando un vero ecositema, quasi nascosto, ricco di fauna e flora che mantengono varietà e bellezza a pochi metri da dove abbandoniamo in spiaggia cumuli di spazzatura.

Un piccolo paradiso che, insieme al sistema delle dune, adesso dovrà essere difeso anche dalla ipotesi di espansione del porto.

Ma, lungo il corso di questo piccolo fiume, l’unico del nostro territorio che fluisca tutto l’anno, ci sono altri gioielli da salvaguardare, il bosco di pioppi bianchi, le risorgive alla base della collina, la macchia mediterranea con querce, anche secolari, ulivi e fichi, l’avifauna ricca di colombacci, ghiandaie, balestrucci, storni. E potremmo continuare. Anche citando quello che l’area offre dal punto di vista archeologico, etnoantropologico, e persino delle strutture militari.

Quando, per poter ottenere i finanziamenti del PNRR, servivano progetti da mettere in campo, l’idea del grande Parco proposto dalle associazioni riunite in Comitato, è stata utilizzata per inserire nel PUI della Città Metropolitana un progetto di parco urbano – per cominciare, almeno così si diceva – da realizzare sulla collina di Monte Po. Non i 220 ettari di Parco territoriale che servisse tutta la città e in particolare svolgesse un ruolo di integrazione sociale per i contigui quartieri periferici rimasti marginali e in stato di abbandono. Solo un parco urbano di 26-28 ettari, già nelle disponibilità del Comune.

Si poteva procedere ad ampliare quest’area ‘iniziale’, quanto meno includendo i 40 ettari della Fondazione Val di Savoia, che il Comune deteneva in affitto e di cui è responsabile l’Arcivescovo, che si è dichiarato disponibile a sostenere questo progetto di alto valore sociale.

Si è deciso diversamente. L’unico obiettivo raggiunto dal Comitato, con le sue Osservazioni, sono state alcune modifiche apportate al progetto realizzato dalla ditta incaricata. Un progetto che tendeva ad ‘abbellire’ il parco con strutture estranee al contesto ed anche poco funzionali, piuttosto che ad offrire una full immersion nella natura, rispettando le caratteristiche di un’area già bella di per sé, come avevano indicato le associazioni proponenti nel loro Dossier di analisi e proposte.

Non tutto sarebbe perduto se nella redazione del nuovo PUG, di cui ancora sono state approvate solo le linee di indirizzo, si tenesse conto della forte esigenza di verde della nostra città e della possibilità di rispondere ad essa, anche se solo in parte, realizzando il grande Parco proposto dal Comitato.

Attualmente siamo alla fase della gara di appalto del parco urbano che occuperà solo parte della collina di Monte Po e il Comitato Promotore, a firma del presidente Giuseppe Rannisi, manda un messaggio alla città con questo Comunicato Stampa

Il Parco Urbano Monte Po previsto dal Comune di Catania: un progetto
molto lontano dalla proposta di Parco Territoriale Monte Po-Vallone
Acquicella avanzata da 26 Associazioni ambientaliste-culturali-sociali.

È in corso la gara per l’assegnazione dell’appalto per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori del Parco Urbano di Monte Po da parte del Comune di Catania.
Molte persone ritengono che il parco di Monte Po di cui si sta occupando il Comune di Catania sia il parco proposto dalle oltre 26 Associazioni cittadine: non è così!

Desideriamo fare chiarezza per illustrare la differenza con il Parco Territoriale Monte Po-Vallone Acquicella proposto dalle Associazioni.

Nel mese di luglio 2022 le Associazioni hanno proposto al Comune di Catania, allora assessore all’Urbanistica era l’attuale Sindaco di Catania Avv. Trantino, un Parco Territoriale di circa 220 ettari che hanno denominato Parco Territoriale Monte Po- Vallone Acquicella comprendente oltre alla collina di Monte Po, per intero, anche il corso del fiume Acquicella ed i territori limitrofi dal quartiere di Monte Po fino al mare alla foce dell’Acquicella. Oltre ad essere un parco verde si tratta anche di un parco azzurro in quanto conferisce alla città di Catania un parco fluviale.

Il Parco proposto, inoltre, amplia la previsione del Parco di PRG di 150 ha previsto da Piccinato nel 1969.
L’area di 220 ettari individuata dalle Associazioni ambientaliste-culturali-sociali come Parco Territoriale racchiude una quantità enorme di valori del territorio catanese che si propongono di preservare: aspetti archeologici, storici ed etnoantropologici, dall’Età del bronzo a quella romana, a quella medievale, ai resti di antiche masserie fino a giungere ai reperti della seconda guerra mondiale,
una stratificazione della vita del nostro territorio.

Oltre a questi aspetti antropici l’area risulta importante per gli aspetti naturalistici della foce del fiume, delle sue dune, del suo corso con specie animali e vegetali che risultano inserite nelle Direttive europee Uccelli ed Habitat, per la sua idrogeologia, per la presenza del fronte lavico del 1669 lungo il suo corso, per le successioni sedimentarie presenti.

Un ulteriore punto di forza del Parco è la sua valenza sociale, che andrebbe a colmare un deficit di servizi che caratterizza i diversi agglomerati che lo circondano, Monte Po, Stradale Cravone, San Giorgio, Fossa Creta, Villaggio S. Agata, Pigno-Zia lisa, Via Acquicella porto, San Cristoforo, San Leone, Via Palermo.

Il Comune decide di non occuparsi di tutto il parco proposto, nemmeno di tutte le particelle di sua proprietà lungo il corso del fiume, né di utilizzare appieno la convenzione con l’Istituto Valdisavoja per ben 42 ha (che rescinde nel mese di marzo 2024), né di coinvolgere l’Autorità portuale per la parte a mare o il Genio Civile per il suo corso.

Il Comune decide invece di predisporre un progetto su 28 ha della collina di Monte Po e solo su una piccola limitata fetta della collina trascurando molti degli aspetti di grande valore naturalistico-culturale dell’intero territorio. Del grande Parco di 220 ettari proposto dalle Associazioni il Comune sceglie di realizzarne 28 ettari, poco più del 10%.

Ci viene detto che è l’inizio di un percorso, il primo tassello del grande Parco territoriale auspicato. Quello che registriamo tuttavia è stata la mancanza di un dialogo, né con gli Enti proprietari dei terreni limitrofi alle particelle del Comune né tantomeno di un coinvolgimento delle Associazioni proponenti di cui 16 hanno costituito nel frattempo il Comitato di Proposta per il Parco Territoriale Monte Po- Vallone Acquicella, nè ha avuto esito da parte del Comune la formalizzazione di un protocollo ufficiale di collaborazione proposto da comitato stesso.

E intanto il progetto sui 28 ettari va avanti. Alcune osservazioni presentate a luglio 2023 dal Comitato al quanto meno problematico progetto predisposto dai progettisti incaricati sono state accolte, ma molte rimangono ancora sospese o inascoltate.

Le Associazioni si chiedono se il Comune ha già una ipotesi di come e chi dovrà gestire questo parco, se in house, se una società predisposta ad hoc, se ha ipotizzato qualche altra forma di gestione, se il Comune ha predisposto un piano di gestione con attività e risorse economiche, oppure se si rischia che
all’indomani della consegna del parco esso sarà abbandonato a sé stesso e sarà devastato dai soliti vandali.

Chiediamo di avviare il dialogo con gli altri Enti proprietari e con i privati in modo da avviare un percorso che possa portare realmente alla creazione del Parco Territoriale Monte Po – Vallone Acquicella, che peraltro pur con la sua estensione non riuscirà a colmare l’enorme deficit di verde di cui soffre la città e chiediamo altresì che si attivino tutti gli strumenti per il coinvolgimento dei
cittadini
, in particolare quelli maggiormente coinvolti territorialmente nel progetto

Argo

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  • Ma come è possibile che da un' area di 220 ha per questo parco naturalistico si sia passati a 28 ettari? Quali possono essere le vere ragioni? A chi dà fastifdio dotare la città di un polmone verde! Bisogna mobilitare la popolazione catanese che accetta passivamente tutto quello che questa amministrazione fa.!!!!

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