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Una proposta per Corso Martiri. Se Trantino esce dal Paese delle Meraviglie

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Sembrava proprio sceso da un altro pianeta il sindaco Trantino quando ieri, intervenendo al consiglio comunale straordinario convocato per discutere di Corso Martiri della Libertà, ha esposto la sua idea di quello che si potrebbe fare in quell’area cittadina qualora si riuscisse a sbloccare l’attuale situazione di stallo.

Era importante quello che avrebbe detto il sindaco visto che gli interventi precedenti, provenienti soprattutto dai banchi dell’opposizione, gli avevano chiesto un cambio di passo rispetto ad un approccio che, in continuità con le amministrazioni precedenti, ha – fino ad ora – favorito i privati piuttosto che difendere gli interessi della città. Ed anche chiarezza e trasparenza nelle informazioni e nelle scelte.

Di informazioni da dare il primo cittadino ne aveva poche, il passaggio della proprietà delle aree a Parnasi, l’esistenza di un altro gruppo (quale?) che vorrebbe rilevare l’esecuzione del parcheggio multipiano di piazza della Repubblica, la sua volontà di bussare non più a Palermo ma a Roma per avere finanziamenti o accesso a contributi comunitari che gli consentano di acquisire le aree.

Ma per farci cosa? E qui si è passati ai desiderata o forse ai sogni, un po’ vaghi in verità: un polo congressuale, un grande parcheggio, un centro direzionale ma forse invece no, magari un albergo ma invece chissà… E il resto a parco urbano, “pur consapevoli della difficoltà della manutenzione, viste le criticità della spesa corrente dell’Ente”.

Ma c’è una cosa che il sindaco vorrebbe assolutamente realizzare, la costruzione in quell’area di una scuola. Forse anche due, ma una almeno ci vorrebbe. Una scuola all’avanguardia, moderna, edificata con tutti crismi: “E’ da anni che a Catania non si costruisce una scuola” dice, mentre si sono costruiti “tanti supermercati che hanno reso la nostra città la seconda in Europa per numero di strutture commerciali”. Sì. Non ci crederete, ma ha detto proprio così.

Come se, nel pianeta lontano in cui il nostro sindaco risiede, non sia giunta nessuna eco di quello che è accaduto in città quando lui era assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici, e che accade adesso che è sindaco, a proposito di supermercati realizzati in aree che il Piano Regolatore destina a scuola. Prima in via Sabato Martelli Castaldi e adesso in via Palazzotto.

Chi avrà mai dato il permesso di costruire l’Eurospin di Cibali dove doveva sorgere una scuola, ignorando l’opposizione di cittadini e associazioni e una denuncia in Procura? Chi ha già concesso un secondo permesso di costruire un supermercato Lidl in via Palazzotto, in un’area in cui il Piano Regolatore prevede una scuola media e di cui una sentenza del CGA ha sancito l’inedificabilità fino a che non venga riqualificata con una nuova destinazione urbanistica?

Ed evitiamo di tirare in ballo le problematiche emerse attorno a questi casi, particolarmente attorno al secondo: la negazione della legenda che era tuttavia presente sul sito del Comune, il ribaltamento della sentenza CGA, la rimozione dei documenti dal sito ufficiale del Comune, la loro ripubblicazione parziale con notazioni non veritiere

Quello che spiazza, lascia interdetti, è la disinvoltura con cui Trantino ha tirato fuori discorsi non sbagliati in sé ma così platealmente in contraddizione con l’operato della sua amministrazione.

Per tornare a Corso Martiri, ai sogni incerti e alle vaghe prospettive di quello che il sindaco vorrebbe realizzarvi, gli suggeriamo di guardare con attenzione il documento di cui ha letto in consiglio poche righe, prima di lanciarsi nella sua tiritera.

Si tratta di un documento privo di voli pindarici e portatore di una proposta concreta elaborata dal gruppo catanese dell’Associazione Volerelaluna, che da tempo si occupa di Corso Martiri e si è intestata la battaglia per portare a soluzione questo annoso problema.

Dopo aver brevemente ripercorso alcune delle tappe della vicenda fino al rinnovo della convenzione del 2022 e alla indisponibilità dei privati a realizzare le opere previste dalla convenzione stessa, si passa ad una proposta praticabile, in due parti. La prima è relativa alla soluzione del contenzioso con i privati, la seconda alla sistemazione urbanistica dell’area ed anche di alcune aree circostanti.

Il documento integrale si può leggere e scaricare a questo link.

Di seguito trascriviamo la seconda parte

CORSO MARTIRI DELLA LIBERTA’ – Riflessioni per soluzioni possibili

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Dunque, non riuscendo a specularci sopra, i proprietari dei terreni preferiscono tenere inutilizzate, ormai consegnate al degrado, vaste aree nel centro cittadino in attesa di tempi migliori. Per contro, finchè è valida la convenzione firmata e prorogata, cioè fino al 2032, il Comune non può pianificare per quelle aree alcun uso diverso da quello previsto nella convenzione, cioè quel progetto Cucinella che – a quanto pare – è irrealizzabile per oggettive condizioni del mercato immobiliare.

C’è una via d’uscita? Forse sì. Proviamo a ipotizzare come si potrebbe procedere.

Il costo del parcheggio multipiano di piazza della Repubblica, sulla base dei prezzi – non aggiornati – del 2018, nel progetto esecutivo consegnato al Comune era stato valutato in 14,8 milioni di euro. Oggi quel progetto, prima di essere messo a base di una gara d’appalto, deve essere aggiornato per adeguarlo sia alle nuove normative antisismiche che ai prezzi attuali. Ma perché attendere che siano i privati a farlo? È ormai acclarato che questi hanno interesse a non farlo. Non potrebbe provvedere il Comune tramite i suoi uffici tecnici? Certamente sì.

Il costo aggiornato, che dovrebbe poi costituire la base d’asta per la gara d’appalto, potrebbe così essere valutato con esattezza (oggi potrebbe avvicinarsi ai 20 milioni di euro). Secondo quanto stabilito chiaramente dalla legge e dalla convenzione del 2012, prima dell’emanazione del bando di gara i privati devono fornire una fideiussione di garanzia per un importo pari a quello valutato nell’aggiornamento del progetto. Fideiussione che il Comune potrebbe incamerare senza difficoltà in caso di inadempienza.

Se, come hanno già dichiarato, non sono disponibili a farlo, l’inadempienza rispetto alle condizioni della convenzione è palese. La qual cosa autorizzerebbe il Comune a intraprendere le vie legali per ottenere un indennizzo di importo pari al costo attuale di realizzazione del parcheggio. Una simile richiesta di indennizzo, per un importo che presumibilmente si avvicina ai 20 milioni di euro, consentirebbe al Comune di avviare con i proprietari dei terreni una trattativa per giungere a una modifica degli accordi precedenti e della relativa convenzione. Questa volta però, diversamente dal solito, il Comune potrebbe trattare da una posizione di forza e far valere al meglio l’interesse della città.

È fuor di dubbio che l’ipotesi di lasciare ai privati la totale disponibilità delle aree presenta il grave rischio – visti i 55 anni di inerzia – che qualunque progetto rimanga inattuato. Ma anche espropriare tutto è una strada irta di difficoltà: per poter programmare un intervento pubblico si dovrebbe prima ottenere, per via giudiziaria, l’annullamento della convenzione del 2012 per inadempienze contrattuali, procedura che comporterebbe certamente tempi lunghi.

Si può allora provare a raggiungere un nuovo accordo con i privati per ottenere, in tempi brevi, una soluzione equa? Quali dovrebbero essere i contenuti? Proviamo a entrare nel merito.

Se il Comune rinuncia all’indennizzo che gli spetterebbe per l’inadempienza contrattuale dei privati, il valore del parcheggio multipiano che non si realizza (probabilmente vicino ai 20 milioni di euro) dovrebbe essere conteggiato come un debito dei proprietari dei terreni a favore del Comune. Il valore totale dei terreni di proprietà privata in quella zona, tenendo conto dell’attuale situazione di crisi del mercato immobiliare, non sarebbe di molto più alto di quel debito.

Questo giustificherebbe una transazione in cui i privati possano realizzare alcune opere di loro interesse e cedere, per perequazione, i restanti terreni al Comune per potervi realizzare opere di pubblica utilità. Che sia proprio questa la soluzione che mette tutti d’accordo?

Si potrebbe quindi ipotizzare un progetto complessivo in cui gran parte delle aree sia destinata a parco, con poche edificazioni necessarie per definirne architettonicamente i margini dove necessario. Sarebbe, insieme, polmone verde per il riequilibrio climatico e per la fruizione dei cittadini e area utile per le necessità di protezione civile in caso di sisma. L’accordo consentirebbe ai privati di avere un ritorno economico realizzando alcune opere di loro interesse (ad esempio, quelle da loro stessi già indicate in alcune conferenze di servizi negli anni passati: albergo e stazione autolinee) e al Comune di ottenere la proprietà dei restanti suoli su cui, finalmente, poter programmare la sistemazione urbanistica della zona.

Estendendo l’attenzione alle zone circostanti della città, si può facilmente immaginare come la riqualificazione della zona di corso Martiri della Libertà può essere strumento di rigenerazione per tutte le aree storiche circostanti e, perché no, anche per fare un passo avanti nella riconquista del rapporto fra la città e il mare. Infatti la riqualificazione del corso Martiri potrebbe anche non fermarsi a piazza Giovanni XXIII, bensì estendersi fino alla scogliera dell’Armisi, oltre i binari della stazione ferroviaria. Infatti, in passato FF.SS. si era dichiarata disponibile a cedere al Comune il fascio degli ultimi otto binari di stazione, quelli più vicini al mare, pressochè inutilizzati.

Quest’area, già da subito, potrebbe essere utilizzata come area attrezzata per il tempo libero e lo svago, nonchè per la fruizione del mare in corrispondenza della scogliera dell’Armisi, oggi inaccessibile, collegandola a piazza della stazione e al centro fieristico “Le ciminiere” con un sistema utile all’attraversamento pedonale che consenta di sovrapassare i binari che devono restare in funzione per il servizio ferroviario fino a quando non sarà interrata la linea ferroviaria.

Una possibilità è quella dell’immagine che segue, ma non è l’unica soluzione possibile: anche fra i progetti del concorso bandito dal Comune per la sistemazione del waterfront ci sono ipotesi di intervento interessanti. È un’idea realizzabile già nel breve termine, previo accordo con FF.SS., senza dover aspettare i tempi lunghi (forse lunghissimi) dell’interramento. Sarebbe un primo stralcio di un progetto più ampio da attuare in futuro.

Chissà che non si possa finalmente vedere restituita alla città una zona che è rimasta condannata al degrado per 55 anni coinvolgendo nello stesso destino anche le zone circostanti. Forse è proprio il momento giusto.

Associazione Volerelaluna – Catania

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4 Comments

  1. Articolo veramente perfetto. Ma a qualcuno risulta che abbiano mai ascoltato qualcosa e agito di conseguenza?

  2. Perdonatemi ma è ancora più semplice della prospettata transazione. Basta approvare il nuovo pug che destini quelle aree a interventi pubblici. La circostanza che i privati abbiano una convenzione (da loro inadempiuta) su quelle aree non è un ostacolo al mutamento di destinazione urbanistica se la convenzione non ha nemmeno avuto un inizio di attuazione.

  3. I GIULLARI AL POTERE non ascoltano consigli o pareri di esperti. Loro sono bravi: fanno ridere ; organizzano incontri di strada; amano le macerie delvecvchio. Il nuovo per questi Giullari è prodotto dai muratori che abbattono e costruiscono mostri di cemento. Non ho sentito la voce di Legambiente nè dei veri partiti di sinistra. Ma poi, bisogna riiflettere : la SINISTRA DOVE SI TROVA? Leggete il libro di Mario Tronti ILPOPOLO PERDUTO e vi ricrederete.

  4. E se dice una cosa non va bene. Se dice la cosa giusta è contraddittorio con quello che sta facendo. Se poi propone un progetto ambizioso, è tra le nuvole.
    Se avesse dato delle idee più chiare sul progetto, avreste attaccato perché non è di competenza, nel frattempo rimproverate la sua vaghezza.
    Un plauso a volerelaluna che, mentre voi perdete tempo a parlare faziosamente, lavora realmente per il bene comune.

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