Sul nuovo Piano Regolatore del Porto corrono voci, si fanno dichiarazioni, anche da parte del presidente dell’Autorità Portuale, divenuta ‘Autorità del Sistema Portuale di Sicilia orientale’ da quando nel sistema sono state incluse, oltre a Catania ed Augusta, anche Siracusa e Pozzallo, ma di concreto si sa poco e nulla. Risulta solo una previsione di ampliamento sia verso nord sia verso sud.
A nord l’ambito portuale si estenderebbe fino alla stazione centrale per realizzare, ad est del molo di levante, un nuovo porto turistico. A sud è prevista invece una darsena commerciale che interferirebbe con la foce del fiume Acquicella, il cui sbocco a mare dovrebbe essere spostato.
Entrambi gli ampliamenti avrebbero importanti ricadute di tipo ambientale che sono state segnalate, in modo molto argomentato, dal delegato LIPU Giuseppe Rannisi, ingegnere idraulico, in una lettera aperta inviata all’Autorità Portuale, alla Soprintendenza, a Sindaco e Vicesindaco, al direttore dell’Urbanistica.
La LIPU ricorda che già nel 2012 la realizzazione della cosiddetta nuova darsena, già allora fortemente contestata, aveva comportato la riduzione della lunghezza del fiume Acquicella, con perdita di capacità di autodepurazione, non certo compensata da un impianto di fitodepurazione che non è mai entrato in funzione.
“Si fa rilevare – scrive Rannisi – che è stato distrutto uno degli ambienti più significativi della fascia costiera sabbiosa di Catania, in cui la presenza di acqua dolce fluente tutto l’anno, della linea di battigia, delle dune costruite e trattenute dalla vegetazione psammofila aveva determinato un ecosistema costiero di eccezionale valore conservazionistico per la presenza di piante ed animali estremamente specializzati la cui tutela è definita dalle due Direttive europee Uccelli ed Habitat”.
Sebbene gran parte di questo ecosistema così particolare oggi non esista più, il delegato LIPU invita a salvaguardare – “come si fa lasciando un testimone negli scavi archeologici” – quello che ne è rimasto, che conserva ancora dei valori unici, riconosciuti anche dal Piano Paesaggistico che attribuisce a quest’area il livello di massima tutela (livello di tutela 3).
Si tratta – prosegue il delegato LIPU – dell’unico corso d’acqua perenne del territorio di Catania (avendo ormai il Simeto assunto un regime torrentizio), attorno al quale ben 16 associazioni, tra cui Argo, hanno immaginato e propongono da qualche anno la costituzione di un grande parco territoriale che segua il fiume da Monte Po alla foce.
Non meno gravi i danni ambientali che sarebbero provocati dall’ampliamento a nord dell’area portuale, un ampliamento che coinvolgerebbe la scogliera di Larmisi (o d’Armisi), conosciuta a Catania come il Caitu. “Essa è fra gli esempi più belli paesaggisticamente e più interessanti della costa rocciosa di Catania; è colonizzata da una vegetazione alofila e da macchia mediterranea, ed è caratterizzata da pareti con altezze significative su cui si aprono delle grandi grotte di erosione marina, fra le più spettacolari del litorale catanese”, leggiamo nella lettera.
Si tratta di una scogliera antichissima, datata dall’INGV “tramite indagini di tipo paleomagnetiche come risalente da 5.494 a 5.387 anni fa”. L’area antistante questa scogliera – segnala Rannisi – “presenta biocenosi marine uniche caratterizzate dalla presenza di habitat a coralligeno ancora in buono stato di salute, in controtendenza alle condizioni di contrazione di tale ecosistema rilevate in tutta la nostra costa”.
Date queste premesse, la LIPU chiede
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Speriamo che almeno la leggano questa lettera e le autorità interessate diano Risposte Concrete!
Cemento, ancora cemento e solo cemento.....
i nostri amministratori hanno il cemento nel cervello
anziché un'idea diversa di sviluppo compatibile con la difesa ambientale......
Sfortunatamente non leggeranno niente ed andranno avanti con il loro piano malato. L’unico modo è vincere le elezioni fra 3 anni, speriamo prima, e ripristinare i danni di decenni di giunte di destra a dir poco pericolose e’ una gentilezza