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I 300 volontari che pulirono la montagna e la penna fossile che scrisse la storia della Sicilia

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Ringraziamo Enrico Fisichella, studente universitario brillante e attento osservatore di quello che accade attorno a sè, per averci inviato questo articolo che tanto dice del territorio etneo, della sua belleza, dei rischi di degrado che lo minacciano, della presenza di soggetti attivi e generosi che si spendono per renderlo migliore.

L’ultima domenica di settembre, in una giornata quasi estiva, anzi splendida, perché splendide cose sono avvenute sotto il cielo, circa 300 volontari hanno rimosso le decine di discariche abusive che inquinavano il bosco intorno a Monte Cicirello a Trecastagni: una tappa di un grande progetto di valorizzazione culturale, sfida al degrado ambientale e alla devianza giovanile.

L’appuntamento è alla “Casa della Capinera” punto base per l’escursionismo del Parco dell’Etna, dal 31 luglio 2023 gestito dai ragazzi dell’associazione Chiarìa insieme al Consorzio Il Nodo di Catania e all’Impresa sociale Sustanza, che con professionalità guidano il lavoro di centinaia di volontari in collaborazione con l’Ufficio Servizi Sociali per i Minorenni di Catania, gli Scout, Legambiente, Rifiuti Zero Sicilia, FederEscursionismo, Trecastagni Patrimonio dell’Etna, Clean Up Sicily, The Life Walking, Sciara Viva, Cooperativa A Casa di Momo di Acireale, Plastic Free e di (tanti) semplici cittadini.

In meno di 3 ore l’autocarro messo a disposizione dal Comune di Trecastagni è colmo di rifiuti e, ordinati sul ciglio della strada, riposano decine di sacchi della spazzatura. Dopo la foto di gruppo con l’Etna sullo sfondo, i ragazzi del Nodo, immigrati o soggetti svantaggiati che il Consorzio ha formato e a cui offre opportunità, allestiscono il pranzo. Poi il laboratorio di stampa botanica con più di venti bambini, escursione al Monte Ilice e laboratorio di “Ecosofia”.

Ma questo articolo nasce per raccontare anche il ritrovamento di un fossile di penna che ha avuto l’effetto di una vera e propria epifania, un momento aurorale che ha mostrato plasticamente il divenire delle vicende di Sicilia.

Mentre percorre un sentiero alle pendici del monte, un gruppo di raccoglitori si imbatte in qualche brandello di plastica che affiora da un sentiero; si scava a mano e si scopre in poco tempo quella che sembra una discarica abusiva sommersa da mezzo metro di terra. I rifiuti disseppelliti – bottiglie, flaconi, siringhe, pacchi di biscotti – sembrano abbastanza desueti. Poi il ritrovamento di un fossile di penna distribuito in occasione dell’elezioni regionali del 1981 – candidato Enzo Petralia N.13 – permette di datarli. 43enni mal conservati.

1981: era l’anno in cui, il 6 Maggio, dopo numerose polemiche e accesi dibattiti durati un decennio, l’Assemblea Regionale Siciliana emanava la legge n. 98, che prevedeva l’istituzione di 19 riserve naturali e la nascita di tre parchi regionali. l’Etna, i Nebrodi e le Madonie, che avrebbe consentito poi, sei anni dopo, l’istituzione del Parco dell’Etna (17 marzo del 1987).

Se attorno al monte Cicirello e Monte Ilice ci sono piccole discariche e non case, ville, villini e casermoni, e se questi territori, pur con un degrado ambientale non irrilevante, sono state salvati dall’economia del cemento, non sono – come il poeta Guido Ceronetti descrisse i paesi etnei – “incrostazioni di rogna su pendici sublimi”, è merito di quella legge e di quelle lotte.

Bellezza straordinaria sopravvissuta alla rendita fondiaria e alla speculazione edilizia, che attraverso l’alleanza tra ceto imprenditoriale, attori economici mafiosi e classe politica, hanno degradato irreversibilmente – degradano tutt’ora, come logico in una città il cui Piano regolatore è fermo agli anni Sessanta – la qualità ecologica, urbanistica, culturale del territorio.

Lì vicino, a meno di un chilometro, presso il Monte Gorna, furono ritrovati dai contadini dei secoli scorsi resti di epoca romana, urne funerarie e canalette. In quella zona Verga ambientava “Storia di una Capinera”, tra i romanzi più letti in Italia nel XX secolo.

Quel fossile di penna che – ironia della sorte – recava su di sé un anno cruciale per la storia dell’Etna, apriva sotto i nostri piedi, tangibile, la prospettiva storica della vita civile di secoli, prodotta con alterne vicende e profonde fratture da generazioni d’uomini diversi, vissuti sulla medesima zolla di terra.

E domenica si scriveva un nuovo capitolo di questa storia, con uomini diversissimi, alcuni dei quali quella zolla di terra non aveva mai visto: ragazzi e ragazze, giovanissimi, minori non accompagnati o minori entrati nel circuito penale, a buon diritto quindi tra gli esemplari meno fortunati della nostra specie, provenienti da Catania e dal Senegal, dalla Libia, dal Marocco, dalla Germania e dalla Lettonia.

Ma l’attività di domenica non si fossilizza come la penna. E’ una tappa del progetto “Matre Terra”, grazie al quale nascerà il primo sentiero di Land Art sull’Etna. La giusta strada per la valorizzazione culturale ed ecologica di uno dei territori più belli del mondo. Una strada da percorrere in tanti. Insieme. Un’occasione da non perdere per scrivere una piccola grande pagina di un futuro sostenibile.

I partner del progetto Matre Terra, promosso da Chiarìa APS e sostenuto da Fondazione CDP sono: Comune di Trecastagni, Ente Parco dell’Etna, Fondazione “Trecastagni patrimonio dell’Etna”, Istituto Scolastico Comprensivo “Ercole Patti” di Trecastagni, Ufficio Servizi Sociali per i Minorenni di Catania, Consorzio il Nodo di Catania, Cooperativa A Casa di Momo di Acireale.

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