Un giovane attivista del M5S, Davide Niki Cadili, racconta le sue reazioni al discorso pronunciato, in aula consiliare, dal sindaco Enrico Trantino.
Lunedì ho assistito alla relazione del Sindaco Trantino sull’attuazione del programma elettorale nella città di Catania. Sono stato catapultato in un universo parallelo degno del migliore Lewis Carroll.
Il Primo cittadino inizia affermando di aver letto un libro, e provoca un malcelato panico tra la maggioranza, timorosa di doverlo seguire verso la strada della cultura.
Nel libro ha scoperto che già dal 1951 si parlava di riqualificare San Berillo, e la maggioranza tira un sospiro di sollievo. Niente cultura, solo edilizia.
Il Sindaco non vuole passare alla storia come colui che ha promesso per l’ennesima volta la riqualificazione di quel vecchio quartiere fatiscente, ma come colui che l’ha realizzata una volta per tutte. Nel libro letto dal Sindaco di certo non veniva spiegato come mai, nel 1951, fu mancata la riqualificazione di San Berillo e del Corso dei Martiri. Nessun accenno allo sventramento speculativo legato a interessi politici, imprenditoriali e criminali che precipitarono la città nello scandalo giudiziario e nel tracollo finanziario.
Che il sindaco voglia percorrere la stessa strada?
Una conferma viene dalla sua intenzione di voler acquistare dai privati i crateri lasciati nel Corso dei Martiri della Libertà. Prezzo? Tra i 30 e i 40 milioni di euro tramite esproprio, ma Trantino assicura che spunterà un prezzo di favore tramite un dialogo aperto e un acquisto concordato. Tradotto? Il Comune si farà dare dalla Regione i milioni che finiranno nelle tasche dei privati, i quali, grazie ai soldi di tutti noi cittadini, avranno il guadagno che ormai quelle aree non garantiscono più. Un vero affare per la comunità.
D’altronde il Sindaco ribadisce orgogliosamente in aula che nella scorsa legislatura ha implorato personalmente Pogliese, indagato e poi condannato, di restare saldamente al timone di Catania. Pogliese voleva dimettersi, ma Trantino e l’ex giunta, simile all’attuale, lo hanno trattenuto a forza. Un condannato è insostituibile.
Questo perché, secondo il Sindaco, è stata proprio la giunta Pogliese a rendere Catania una realtà invidiata, amministrativamente parlando, da tutto il panorama nazionale. Solo la modestia lo trattiene dall’aggiungere “da tutto il mondo”.
In questo Paese delle Meraviglie che è la Catania descritta dal Sindaco, scopro che la missione “Catania sicura”, promossa dal Ministro Piantedosi, ha reso la nostra città tra le più sicure in Italia. Qual è la missione dei militari esplicitata dal Sindaco? Reprimere i ragazzini che disturbano la gente in Piazza Stesicoro.
Sul tema sicurezza e legalità a Catania il Sindaco domanda pubblicamente al Consigliere Riccardo Pellegrino, condannato per corruzione elettorale, se in passato sarebbe stato pensabile vedere le file di turisti felici che attraversano incolumi i quartieri popolari, fino al Tondicello della playa, per andare a mare. Catania non è più ostaggio della criminalità organizzata.
Ci assicura, infatti, che gli imprenditori hanno detto che finalmente in città si può investire senza la scure della pressione mafiosa. Mi domando se l’imprenditore che ha fatto questa rivelazione al Sindaco non sia stato per caso Angelo Di Martino, ex presidente di Confindustria etnea, che ha pagato per vent’anni il pizzo senza mai denunciare. Fino all’anno scorso, quando fu scoperto in seguito ad una grossa indagine della Magistratura, relativa ai legami tra Cosa Nostra e moltissime attività commerciali e imprenditoriali in città.
Come nel film Johnny Stecchino, Trantino però è costretto ad ammettere che c’è una piaga che diffama la città agli occhi del mondo: la non corretta raccolta differenziata.
Infatti il primo cittadino racconta di essersi scusato con una turista americana per la spazzatura in città, ma la donna ha risposto affabilmente che negli Stati Uniti è peggio perché si spara di continuo. Qual è il nesso? Non c’è. Ma, nell’aneddoto raccontato dal Sindaco, Catania appare meglio del Bronx.
Poi il colpo di scena. Ammette che l’acqua piovana e i conseguenti allagamenti sono un problema per la città, e individua il colpevole: chi ha impermeabilizzato in maniera criminale costruendo ovunque. Lo dice lo stesso Sindaco, che è stato anche assessore all’Urbanistica nella ex giunta, che ha permesso ogni possibile edificazione a Catania, anche quelle impossibili, tramite l’ingegnere Bisignani. E qui s’inserisce subito l’elogio al Direttore Tecnico dell’Ufficio Urbanistica di Catania, indagato per concessioni che probabilmente non poteva dare. Il Sindaco, nella sala del Comune, applaude ad un indagato, non accenna ai procedimenti giudiziari in corso, e afferma solo che l’ingegnere ha fatto un grande lavoro di ricerca storica che servirà alla stesura del nuovo Piano Regolatore della città. Andiamo bene.
Infine inizia una lunga smentita di sé stesso e di quell’ impostore che sui social e sui giornali si fa intervistare nelle vesti di Trantino. Lui non ha mai detto che la pista ciclabile sarebbe stata terminata entro maggio, ma che solo la parte “strutturale” avrebbe visto il completamento entro quella data. Lui non ha mai detto di voler abbattere gli archi della Marina, ma solo che è tra le opzioni in campo. Però c’è una cosa di cui sicuramente il Sindaco non ha mai parlato davvero, nè sui giornali nè in aula: non ha mai parlato delle partecipate, di quali sono i loro introiti, le loro previsioni di bilancio e d’incasso, delle rotazioni che devono avvenire nei vertici e di come saranno scelti questi dirigenti.
Parlare di denaro mentre si racconta una fiaba, si sa, potrebbe provocare un brusco risveglio all’assonnato uditore.
“Attaccate pure me, ma non Catania” conclude Trantino “Questa è una città che ha resistito a ogni calamità”. Quindi, aggiungo, potrà resistere anche a Trantino.
Trantino…bla..bla…bla
solo chiacchiere e distintivo…
per citare un famoso film…..
purtroppo , rimane il dramma, per noi cittadini, di una amministrazione inefficiente e non solo…..
Per le partecipate c’è un esposto alla GdF, il resto lo vedremo tra poco. Mi dispiace personalmente per la persona, io non cerco rivincite politiche o dimostrate niente, ma quando in una città controllata dalla criminalità organizzata non fai antimafia, ti ritrovi volente o nolente in un giro al quale non vuoi partecipare. Se resti sei cosciente di quello che fai.
Catania è perduta….da tempo
Sublime. Articolo mordente, coraggioso, brillante.
Mi ha fatto ricordare che mi ero ripromessa di trascorrere un po’ del mio tempo nell’aula Consiliare a Palazzo degli Elefanti nel corso delle sedute del Consiglio.
L’omogeineita’ della spudoratezza di questa destra su tutto il territorio nazionale mi inquieta molto.
Da molta sinistra- o se dicente tale- si è sentito mormorare: “A Catania il Centro-Destra è esecrabile. Ma il Sindaco, poverino , si farà sentire. Lo sta facendo..”.
Per piacere, mi dite cosa, come e dove?
Ha rilasciato dichiarazioni vagamente confortanti. Di certo lo avranno bacchettato e fatto rientrare nei ranghi. .
Io mi ricordo del commissario Portoghese, sostituito, per troppo attivismo ma questo non si disse, dal bizantino Schifani perché non aveva titolo per guidare serenamente Catania alle elezioni: mah!
Ebbene questo commissario, Portoghese, nel giro di qualche mese aveva fatto attività amministrativa che neanche in cinque anni, e ci metto anche l’anno di Tarantino, questa città ha visto fare.
Ci vorrebbero i commissari? No io sono uno spirito democratico e credo che la rappresentanza politica sia un’ ottima cosa, ma davanti allo scempio catanese, credo che ci dovrebbero essere degli anticorpi appropriati se no il sistema non funziona.
Catania ha bisogno anche questa volta di un commissario perché sia il consiglio comunale sia la giunta, non so ancora del tutto il sindaco, sono inadeguati al ruolo.
Io non sarei interessato più di tanto alla cosa , conosco la politica catanese da troppo tempo, purtroppo, se non fosse che questa volta c’è nel mezzo la grossa occasione del PNRR. È l’ultima opportunità per la città peccato venisse sprecata da questi ominidi politici miseramente.