Un gruppo di architetti e ingegneri ha di recente lanciato una petizione per salvare dalla demolizione “l’ex aerostazione passeggeri denominata terminal Morandi”, progettata negli anni Settanta da uno dei più grandi ingegneri strutturisti italiani del Novecento.
Ecco la petizione
SENZA MEMORIA NON VI È IDENTITÀ
UN APPELLO PER L’ARCHITETTURA
SALVIAMO L’AEROSTAZIONE DI RICCARDO MORANDI A CATANIA
PREMESSO CHE L’AZIENDA PUBBLICA S.A.C. SOCIETÀ AEROPORTO CATANIA S.P.A. IL 17 MAGGIO SCORSO HA BANDITO UNA GARA DAL TITOLO “APPALTO INTEGRATO PER LA PROGETTAZIONE ESECUTIVA, COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE, E LAVORI DI DEMOLIZIONE DELL’EX AEROSTAZIONE PASSEGGERI DENOMINATA TERMINAL MORANDI DELL’AEROPORTO DI CATANIA” PER L’IMPORTO DI 2.816.031,55 € CON SCADENZA IL 22/07/2024 ENTRO LE 12:00,
NOI SOTTOSCRITTI, IN QUALITÀ DI CITTADINI DELLA REPUBBLICA ITALIANA, RICHIEDIAMO L’IMMEDIATA SOSPENSIONE DELLA RELATIVA PROCEDURA, ESSA PRECONFIGURANDO, PER I MOTIVI CHE DI SEGUITO ESPONIAMO, UN GRAVE DANNO ALLA IDENTITÀ DELLE COMUNITÀ INSEDIATE NEI TERRITORI METROPOLITANO CATANESE, SICILIANO E NAZIONALE CHE VERREBBERO PRIVATE DI UN SIGNIFICATIVO TASSELLO DELLA CONDIVISA MEMORIA CULTURALE.
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Pier Luigi Nervi (Sondrio, 1891 – Roma, 1979), Riccardo Morandi (Roma, 1902-1989), Sergio Musmeci (Roma, 1926-1981), Silvano Zorzi (Padova, 1921 – Milano, 1994) sono stati i più grandi strutturisti italiani del secolo scorso.
Nell’arco del ’900 il cemento armato è stato un materiale costruttivo relativamente nuovo che ha consentito a chi lo ha saputo padroneggiare di fuoriuscire dalla concezione trilitica, trabeata, arcuata o voltata, che da sempre si è accompagnata alle strutture murarie tradizionali e che ha scandito la storia dell’architettura anche con forme eccelse.
Questa è stata la missione professionale, dalle grandi ricadute internazionali, cui si sono vocati Nervi, Morandi, Musmeci e Zorzi che in alcuni dei loro viadotti hanno anche saputo coniugare cemento armato e acciaio.
I non addetti ai lavori si sono ritrovati a sentir parlare di Riccardo Morandi – che nel 1948 ha ottenuto il primo brevetto di cemento armato precompresso, nel 1957 ha progettato il terminal dell’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci a Fiumicino, dal 1960 ha progettato e diretto lo spostamento dei templi di Abu Simbel per la realizzazione della diga di Assuan e tanto altro a livello intercontinentale – nella malaugurata occasione del crollo del viadotto sul torrente Polcevera dell’Autostrada Genova-Ventimiglia da lui progettato tra il 1960 e il 1964, parzialmente crollato il 14 agosto 2018, con il gravissimo terrificante bilancio di 43 vittime, e demolito l’anno successivo.
Sebbene il crollo sia avvenuto a sei decenni dalla sua progettazione (1960-1964), abbiamo di recente assistito al cinico tentativo, operato in sede giudiziaria dalla difesa di qualcuno degli imputati di strage colposa, di attribuirne la responsabilità a Morandi per difetti di progettazione, piuttosto che per difetti di esecuzione dallo stesso Morandi rilevati negli anni ’80 senza che alcuno sia intervenuto, o per sovraccarichi dovuti a eccesso di traffico veicolare, in particolare dei numerosissimi TIR che lo attraversavano, o, come alla Procura parrebbe più verosimile, per mancata ultra decennale manutenzione.
Purtroppo, a tale cinismo si accompagna in Sicilia la scelta di una azienda pubblica, la Società Aeroporto Catania (SAC), di demolire l’unica opera di Morandi presente nel territorio metropolitano catanese: il terminal dell’aeroporto di Fontanarossa, oggi dedicato a Vincenzo Bellini, da lui progettato a partire dal 1970 e inaugurato nel 1978 con la dimenticata titolazione al grande geofisico e meteorologo Filippo Eredia (Catania, 1877 – Roma, 1948) per volontà della famiglia che ha subordinato a questa condizione la cessione del terreno su cui è stato costruito. Caso vuole che tale infausta scelta coincida con le celebrazioni del primo centenario dell’aeroporto in occasione delle quali è stato emanato un francobollo commemorativo con schematizzato paradossalmente il prospetto verso la pista del demolendo terminal “Morandi”.
Va ricordato che Morandi ha progettato varie opere infrastrutturali nel resto della Sicilia, quali nel 1952 i piloni dell’elettrodotto sullo Stretto di Messina di cui quello di Capo Peloro, alto 220 m, nel 1957 ha vinto il premio ANIAI (Associazione Nazionale Ingegneri Architetti Italiani); nel 1954 i ponti Gornalunga a Enna e sul Cerami a Galliano Castelferrato; nel 1968 il ponte sul Salso a Licata; nel 1970 il viadotto Akragas ad Agrigento; nel 1973 il ponte Costanzo sull’Irminio (RG); nel 1979 il ponte sul vallone Cardinale a Siracusa.
Inoltre, nel 1955 ha progettato il Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa eseguito nel 1989 e consacrato da papa Giovanni Paolo II nel 1994, sicché il terminal di Fontanarossa è anche la prima delle due uniche architetture da lui realizzate in Sicilia, entrambe nel versante ionico.
Abbiamo letto sul quotidiano La Sicilia del 28 ottobre scorso (Ma. B., “Fontanarossa, resa dei conti nel centrodestra”, p. 6) che «il provvedimento di verifica dell’interesse culturale dell’ex aerostazione» “Morandi”, posto in essere dalla Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Catania, «è stato revocato», a detta del cronista su pressante determinazione politico-gerarchica a impedirne la salvaguardia.
Non sta a noi approfondire tale aspetto ma desideriamo evidenziare due fattispecie a nostro avviso dirimenti, l’una culturale, l’altra normativa:
Ancora sul quotidiano La Sicilia, edizione on line del 16 marzo 2023 (Alfredo Zermo, “Aeroporto di Catania, ecco la nuova ‘porta’ della città: il mega progetto del Terminal B per volare verso i 20 milioni di passeggeri”) abbiamo letto che «L’idea è quella di far diventare il futuro Terminal B – la vecchia aerostazione Morandi – il cuore pulsante dell’aeroporto etneo grazie al fatto di essere al centro e quindi il naturale collegamento tra il Terminal A e il Terminal C, di avere una vista diretta sull’Etna e su Catania e di offrire un accesso diretto alla futura metropolitana che collegherà lo scalo con il centro urbano. Un progetto che vuole creare un forte senso di identità del luogo e diventare così quella porta della città di cui parlavamo».
Sotto tale profilo ricordiamo che il progetto dello studio Architecna dell’attuale aerostazione, commissionato e liquidato da SAC che ne ha la piena disponibilità, già prevedeva il mantenimento al centro del terminal “Morandi” e ai lati l’attuale terminal A e il non realizzato simmetrico terminal C.
Lo stesso studio ha anche vinto, a seguito di ricorso al TAR, il concorso per l’attuale Master Plan, associandosi poi con lo studio londinese “Pascall + Watson”; in sede contrattuale SAC ha chiesto due opzioni progettuali definitive: con e senza il “Morandi” e i progettisti le hanno fornite entrambe.
Rientrando l’aeroporto Bellini fra le infrastrutture di interesse strategico, l’adeguamento sismico del “Morandi”, nonostante i molto rassicuranti esiti della “determinazione del livello di vulnerabilità” fatta eseguire da SAC nel 2011 ai professori Ivo Caliò e Nino Russo, pare che sia risultato più oneroso della demolizione e ricostruzione; ragion per cui SAC avrebbe scelto quest’ultima.
Il “Morandi” è, quindi, già oggetto di un molto recente progetto definitivo di adeguamento sismico e, per il suo valore culturale, riteniamo che debbano accettarsi i ritenuti costi aggiuntivi per la riqualificazione delle strutture esistenti – peraltro prevista, in ragione della maggiore estensione presumibilmente non con minori oneri, anche per il terminal A – senza pregiudizio per l’accoglimento al suo interno di «un accesso diretto alla futura metropolitana».
Mentre è incomprensibile come si voglia «creare un forte senso di identità del luogo» perdendone la memoria; tenuto conto anche che già il primo progetto dello studio Architecna ne prevedeva la valorizzazione come corpo centrale e «porta» dell’aeroporto per chi parte e «della città» per chi arriva.
L’art. 17 della legge 6 febbraio 1996, n. 52, ha prolungato i diritti d’autore sino a 70 anni dalla morte dello stesso, così legittimando gli eredi a “opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione, ed a ogni atto a danno dell’opera stessa” (art. 2 D.P.R. 8 gennaio 1979, n. 19), nel caso, sino al 2059; non ci è dato sapere se la norma sia stata rispettata da SAC nei confronti dei discendenti di Riccardo Morandi.
In conclusione, manifestiamo come cittadini e nelle qualità professionali da ciascuno di noi rivestite, la ferma opposizione alla demolizione del terminal aeroportuale progettato da Riccardo Morandi e facciamo appello alla SAC e al Ministero dell’Ambiente che ha approvato la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) sul progetto portato avanti da SAC, a escluderla, anche alla luce del fatto che la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e il suo comitato scientifico, in cui è anche rappresentata la Regione Siciliana, ha già formalmente accettato la proposta di inserimento del “Morandi” nel censimento delle architetture contemporanee in Sicilia coordinato dalla Struttura didattica di Siracusa in Architettura e Patrimonio Culturale dell’Università di Catania.
09/06/2024
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Appello promosso da: Pietro Calì, Gesualdo Campo, Aurelio Cantone, Gianluca Collica, Lucia Giuliano, Filippo Gravagno, Vera Greco, Giovanni Leone, Ignazio Lutri, Marcello Parisi, Franco Porto, Emanuele Tuccio, Sabina Zappalá.
Il progetto del santuario della Madonna delle lacrime di Siracusa non e di Morandi, ma di due architetti francesci
La progettazione architettonica è dei due francesi, ma la progettazione strutturale è di Morandi.
Per la cronaca..
Michel Andrault e Pierre Parat a seguito di un concorso internazionale.
Morandi si occuperà delle opere strutturali.