La lotta alla povertà e il contrasto al cambiamento climatico sono due dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile individuati nel programma di azione dell’Agenda 20230, sottoscritta dai paesi membri dell’ONU nel 2015. Un progetto ambizioso per “promuovere società pacifiche, giuste ed inclusive che siano libere dalla paura e dalla violenza”, per migliorare la vita di tutti con il contributo di ciascuno.
A questi 17 obiettivi fa riferimento un’iniziativa rivolta alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, il concorso, “Facciamo 17 Goal: la Scuola e l’Agenda ONU 2030 per uno Sviluppo Sostenibile”, promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
Una scuola di Catania, l’istituto comprensivo Di Guardo Quasimodo ha partecipato al concorso con un video che, in soli cinque minuti, racconta un modo di fare scuola che educhi alla sostenibilità, “I nostri 17 goal”. E ha vinto il primo premio nella sezione B.
Non vi aspettate di vedere rappresentato il modello di una scuola ideale. Nel filmato viene presentata ‘questa’ scuola, le aule in cui si studia, i laboratori in cui si impara ‘facendo’, la sfida delle tecniche digitali da apprendere creando giornali di classe e podcast, il tempo dedicato alle attività teatrali, capaci di riconciliare alla scuola anche gli allievi più disinteressati o ribelli.
Per capire quanto sia significativo il riferimento iniziale ai valori di Equità, Inclusione, Pace, che la scuola ha fatto propri, dobbiamo spendere due parole sul difficile contesto in cui il Di Guardo-Quasimodo opera.
San Giovanni Galermo è infatti un quartiere difficile, dove convivono classi sociali diverse con sub-culture differenti. Citato nella cronaca cittadina per le centrali di spaccio e le discariche abusive che prendono a fuoco, ospita al proprio interno anche realtà associative di grande spessore che da tempo si fanno carico del disagio giovanile e supportano minori e famiglie.
In questa realtà complicata, la scuola può essere considerata il più importante avamposto istituzionale di legalità. Ed è al suo interno che equità ed inclusione, mai scontate, si costruiscono a fatica, giorno per giorno.
Intanto tra gli stessi docenti che via via fanno proprio un modello organizzativo e didattico che poi portano nelle classi, là dove si cerca di coinvolgere gli allievi in attività che permettano di sperimentare la cooperazione piuttosto che l’individualismo e la competitività.
Dalla musico-terapia alla educazione alla parità di genere, dall’acquisizione di una coscienza critica alla cura dell’ambiente, a scuola i ragazzi trovano sollecitazioni ed opportunità che il contesto esterno difficilmente offre. E trovano stimoli alla creatività come è accaduto quando hanno personalizzato i loghi degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
Grande spazio è riservato al tema della pace su cui questa scuola è impegnata da tempo, con il progetto Costruiamo una rete di Pace, gli incontri di formazione per i docenti, i dadi della pace personalizzati, gli scambi di mandala con i coetani di paesi lontani, i minuti di silenzio e riflessione nella fase del Time Out, di cui abbiamo già parlato su Argo. Una promozione della cultura di pace che ha fatto guadagnare alla scuola, unica in Italia, il titolo di Ambasciata di pace.
A Roma, venerdì 17 maggio, presso il palazzo delle Esposizioni, nell’ambito delle iniziative del Festival dello Sviluppo Sostenibile, si è svolta la premiazione del concorso. Hanno ritirato il premio le allieve Federica Mignemi e Sofia Furnari insieme alla docente Manuela Mauceri. Un ulteriore riconoscimento per una scuola i cui docenti e la cui dirigente, Simona Perni, sono in prima linea nel contrasto alla povertà educativa.
Link diretto al video: https://drive.google.com/file/d/1z7VMnTIJa6yAbjE2oFOyz-oV3dPWzrlv/view