Sono stati proprio i tecnici nominati da Salvini a imporre un rallentamento dell’iter per la realizzazione del Ponte sullo Stetto. Il comitato scientifico, nominato dallo stesso Ministro per le Infrastutture, in accordo con le Regioni interessate, per valutare la fattibilità dell’opera, ha presentato ben 68 Osservazioni su altrettante problematiche di tipo tecnico che vanno risolte nel passaggio dal progetto definitivo a quello esecutivo.
E qui i temini sono importanti.
Quando il ministero aveva sbandierato l’avvenuta approvazione del progetto definitivo, giocava anche sul significato del termine. Definitivo sembra voler dire decisivo, finale. Ma non è così, per aprire i cantieri che Salvini ha promesso di avviare in estate, si deve passare dal progetto definitivo a quello esecutivo, un pasaggio non rapido che – quanto meno, e a maggior ragione per una struttura così imponente – richiede la firma su centinaia di migliaia di carte.
Adesso, dopo la relazione del Comitato, i tempi saranno ulteriormente rallentati, anche perché quelle avanzate dai tecnici non sono Osservazioni da poco, impongono verifiche tecniche di grande delicatezza e che richiedono tempi lunghi. Basta pensare alle tipologie di acciaio da utilizzare, dei quali il Comitato chiede di “specificare” i requisiti meccanici, anche in relazione alle norme vigenti, e dei quali deve essere dimostata l’effettiva reperibilità.
E ancora, sulla robustezza della struttura, sull’azione combinata del vento e dei carichi di traffico ferroviario e stradale, sulla resistenza ai sismi e altro ancora, tutti aspetti su cui il Comitato chiede un adeguamento e un aggiornamento rispetto al progetto di 14 anni fa, che i progettisti dell’Eurolink hanno evidendentemente rivisto con troppa fretta. Incalzati da Salvini che vuole rispettare i tempi delle sue promesse, che non sono – però – compatibili con la realtà.
Tornano di attualità, sul dibatttito relativo al Ponte, le posizioni espresse da Antonio Risitano, professore ordinario all’Università di Catania, esperto della resistenza dei materiali edili. Pur non essendo contrario, in via di principio, alla costruzione del Ponte, lo ritiene irrealizzabile oggi con gli attuali materiali. Nella puntata della trasmissione ‘L’imprenditore e gli altri’ del 26 febbraio scorso, su Cusano Tv, Risitano si è soffermato su due numeri che rendono inaffidabile l’attuale progetto di Ponte, il coefficiente di flutter pari a 1,36 ed il coefficiente di sicurezza delle funi portanti pari a 1,25.
Perchè il Ponte sia sicuro, ha spiegato Risitano, il coefficiente di flutter deve essere di almeno 3, altrimenti si rischia che il Ponte sullo Stretto faccia la fine del Ponte di Tacoma, crollato nel 1940, che aveva un coefficiente di flutter di 1,25.
Risitano ha poi approfondito il problema del coefficiente di sicurezza delle funi, che deve essere molto più alto di 1,25, per non rischiare che il Ponte possa forse solo reggere se stesso ma non costituire una affidabile struttura di attraversamento dello Stretto. E lo ha fatto ricordando che il coefficiente di sicurezza delle funi per gli impianti di trasporto delle persone deve essere almeno 10, e deve essere 20 per un ascensore a funi. Ecco perché in 50 anni – ha concluso Risitano – non si è riusciti ad arrivare ad un progetto esecutivo.
La realtà è quindi molto più complessa di quanto Salvini avesse millantato e non sarà possibile – nonostane le sue pretese – arrivare al progetto esecutivo a marce forzate.
Il rischio è che il Ministro, per dimostrare il rispetto dei tempi ‘elettorali’, apra qualche cantiere di sbancamento dando inizio allo stravolgimento del territorio, una delle minacce più concrete che pesa sulle aree interessate al Ponte. Anche perché gli sconvolgimenti resteranno tali anche qualora, come altamente probabile, il Ponte non si faccia.
Altra possibilità è che si portino avanti le espropriazioni propedeutiche ai lavori, espropriazioni che incombono ormai sul territorio di Messina, città che verrà completamente sfigurata, anche soltanto dalle operazioni preparatorie.
A partire da questo tema, per stasera, 16 marzo, alle ore 17, il movimento No Ponte ha organizzato a Messina una assemblea, “Siamo tutti espropriandi”, nel corso della quale avvocati ed esperti informeranno i cittadini sulla spada di Damocle che pende già sulle loro teste ed illustreranno le procedure legali di opposizione al ponte.
Come leggiamo nel Comunicato degli organizzatori, non sono stati previsti “interventi programmati di organizzazioni e comitati perché obiettivo dell’assemblea è soprattutto quello di fornire a cittadine/i gli strumenti utili per resistere agli espropri/servitù , sia a coloro che subiranno in prima persona gli espropri sia a coloro che in quanto cittadine/i verranno ‘espropriati’ della loro città”.
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L'assemblea "Siamo tutti espropriandi" è stata un successo!
Più di 500 persone si sono oggi riunite per parlare di come impedire la cantierizzazione della città e di come muoversi legalmente per fermare lo scempio del Ponte Sullo Stretto.
Mentre ingegneri, senatori, ministri e sedicenti esperti pro-ponte discutono fra di loro del destino della città senza fare sapere nulla agli abitanti dello stretto, centinaia e centinaia di residenti sotto esproprio e di cittadini stanchi di progetti campati per aria hanno oggi dimostrato con la loro presenza che la città non vuole questa "grande opera", che la città vuole che si investa sulle autostrade, sulle ferrovie e sulla salvaguardia del paesaggio.
Questa sala gremita è la risposta dal basso a tutti coloro che vogliono togliere a pescatori, contadini, commercianti il loro lavoro e di spostarli a proprio piacimento come se fossero pedine di una scacchiera.
Questo è solo l'inizio della resistenza
Nel lontano giugno del 1992 Giorgio Bocca , rispondendo ad una mia lettera di critica alle sue posizioni espresse sul giudice Carnevale , formulava giudizi feroci per la mia difesa di Carnevale che ritenevo un giudice corretto per le sue applicazioni delle leggi penali. E' doveroso ricordare che Carnevale dopo le sue traversie con il CSM , venne riabilitato, riammesso in magistratura ed apprezzato per la sua diligente opera di rispetto delle leggi di procedura penale. Il bravo Bocca , digiuno di una vera cultura giuridica se non di quella appresa dalle pagine dei giornali di opposizione, rispondeva così ai miei commenti: " il diritto alla critica è sacrosanto, ma l'apologia di reato non mi pare accettabile. Se per lei un giudice come Carnevale che ha cassato con i più futili motivi formali centinaia di sentenze distruggendo il lavoro di centinaia di magistrati e di indagatori ; uno che non ravvisa le infiltrazioni mafiose negli appalti di Gioia Tauro; uno comunque che essendo uomo di giustizia non si rende conto che il suo formalismo è deleterio è deleterio in una società di ladri e di mafiosi quale quella in cui lei opera , ebbene la discussione è chiusa. NON RESTA CHE DI SPERARE DI POTERVI PRENDERE TUTTI A CALCI NEL SEDERE ". fto Giorgio Bocca . Ebbene la stessa conclusione adopererei per SALVINI: NON RIMANE CHE ATTENDERE DI FARGLI ATTRAVERSARE LO STRETTO DI MESSINA A CALCI NEL SEDERE .
Da 74 anni vado dalla Sicilia alla Calabria ed oltre e non credo nel ponte. Quello che credo possibile ed utile é la razionalizzazione del traffico adeguando le strutture relative: bypassare Messina e Villa S. Giovanni per gli sbarchi ed accelerare la traversata dei treni. I pochi minuti di traghettamento sono un'esperienza ed una sosta gradevolissima.
abbiamo fra i piedi una classe politica scadente, ignorante e presuntuosa. Meritano solo di essere presi a calci nel sedere. Sono inqualificabili. Sono impresentabili. Sono insopportabili. L'ignoranza che li affligge è tanta da vanificare anche qualsiasi forma di opposizione ragionevole. Perchè non promuovere contro Salvini una procedura di interdizione ?