A quarant’anni dal 5 gennaio 1984, giorno dell’assassinio mafioso di Giuseppe Fava, la memoria del giornalista-scrittore è ancora viva e rappresenta un punto di riferimento fondamentale per coloro che vogliono liberarsi delle mafie. Ciò è certamente dovuto all’ autorevolezza, alla profondità – e attualità – delle sue analisi e delle sue denunce, ma anche al fatto che la società civile non ha rinunciato alla sua “lezione”.
Fra le tante iniziative che ne mantengono vivo il ricordo, vogliamo segnalare il concorso giornalistico, promosso dalla Fondazione Fava insieme con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado della Regione, “Apri la finestra sulla tua città e raccontaci dove vedi la mafia, l’illegalità e le ingiustizie”.
Che la fondazione si rivolga ai giovani non è certo una novità ed è del tutto coerente con la scelta di Fava, negli anni che precedettero l’assassinio, di dare vita alla rivista I Siciliani, circondato da un gruppo di giovani giornalisti che avevano scelto il mestiere di cronista anche per dare piena attuazione alla libertà di espressione, sancita dall’articolo 21 della Costituzione Italiana, rompendo con un’informazione “paludata” e caratterizzata da colpevoli e conniventi silenzi più che da inchieste coraggiose, .
“Il concorso – si legge nel bando – intende sensibilizzare i ragazzi alla conoscenza e all’approfondimento dei temi legati alla legalità e al contrasto delle mafie, proprio partendo dalla descrizione della realtà territoriale. Raccontare situazioni di illegalità, di ingiustizia nella propria città diventa un mezzo per favorire la collaborazione tra gli studenti, per diffondere la consapevolezza delle realtà esistenti sul proprio territorio e per stimolare il senso civico e l’impegno quotidiano dei ragazzi nella lotta alle mafie e all’illegalità”.
Ancora, “I lavori devono essere inchieste che ricostruiscono vicende legate al territorio locale o regionale, che assumano una particolare rilevanza in relazione al proprio vissuto di cittadini e di studenti. Si potranno prendere in considerazione non solo fatti o fenomeni di malcostume, criminalità, illegalità, corruzione, disservizi, ma anche buone pratiche, modelli virtuosi”.
“Parlare ai giovani – ci dice Francesca Andreozzi, Presidente della Fondazione Fava – è fondamentale, ma è altrettanto importante ascoltarli, sentire cosa hanno da dire. Attraverso il concorso giornalistico vogliamo dare voce e spazio agli studenti delle scuole superiori, ci auguriamo che in tante e tanti colgano questa opportunità e si prendano la responsabilità di guardarsi intorno con spirito di osservazione, curiosità e ricerca della verità”.
Il nostro augurio è che entro il prossimo 10 aprile (data di scadenza per la ricezione dei materiali) la Fondazione Fava sia “inondata” di elaborati, sarebbe un segnale importante, indice di una realtà che sta cambiando.
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