Shopping, pranzi, cene. Anche se non per tutti, sono queste le priorità di questi giorni. A non dimenticare chi vive ben altre situazioni, ci aiutano i versi del grande poeta palestinese Mahmoud Darwish
Carta di identità (1964)
Ricordate!
Sono un arabo
E la mia carta d’identità è la numero cinquantamila
Ho otto bambini
E il nono arriverà dopo l’estate.
V’irriterete?
Ricordate!
Sono un arabo,
impiegato con gli operai nella cava
Ho otto bambini
Dalle rocce
Ricavo il pane,
I vestiti e i libri.
Non chiedo la carità alle vostre porte
Né mi umilio ai margini della vostra camera
Perciò, sarete irritati?
Ricordate!
Sono un arabo, Ho un nome senza titoli
E resto paziente nella terra
La cui gente è irritata.
Le mie radici
Furono usurpate prima della nascita del tempo
Prima dell’apertura delle ere
Prima dei pini, e degli alberi d’ulivo
E prima che crescesse l’erba.
Mio padre… viene dalla stirpe dell’aratro,
Non da un ceto privilegiato
E mio nonno era un contadino
Né ben cresciuto né ben nato!
Mi ha insegnato l’orgoglio del sole
Prima di insegnarmi a leggere,
E la mia casa è come la guardiola di un sorvegliante
Fatta di vimini e paglia:
Siete soddisfatti del mio stato?
Ho un nome senza titolo!
Ricordate!
Sono un arabo.
E voi avete rubato gli orti dei miei antenati
E la terra che coltivavo
Insieme ai miei figli,
Senza lasciarci nulla
Se non queste rocce,
E lo Stato prenderà anche queste,
Come si mormora.
Perciò!
Segnatelo in cima alla vostra prima pagina:
Non odio la gente
Né ho mai abusato di alcuno
Ma se divento affamato
La carne dell’usurpatore diverrà il mio cibo.
Prestate attenzione!
Prestate attenzione!
Alla mia collera
Ed alla mia fame!
Da “Stato d’Assedio” (2002)
Qui, su pendii di colline davanti al tramonto
E alla bocca del tempo
Accanto ai giardini di ombre spezzate,
Facciamo come fanno i prigionieri,
facciamo come fanno i disoccupati,
coltiviamo la speranza
Un paese si prepara all’alba.
Intontiti
A spiare l’ora della vittoria:
senza notte nella notte illuminata di bombe.
I nemici vegliano
E accendono le luci per noi
Fino al buio dei sotterranei.
Quest’assedio si prolungherà fino a quando
non avremo insegnato ai nemici
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... "non chiedo la carità alle vostre porte né mi umilio ai margini della vostra camera. Perciò siete irritati?"...
Sì purtroppo siamo molto irritati e tutti lo scambiamo per orgoglio.
Riflettiamo quando diamo i nostri abiti smessi e macchiati, le scarpe rovinate dei nostri figli senza neanche spazzolarle, i pacchi alimentari contenenti quello che NOI decidiamo, le coperte puzzolenti di naftalina, le bomboniere di matrimoni e battesimi come regali di tombola...
Seminiamo "collera", come dice Darwish
“ Pesa la voce del popolo, il suo imprecare è debito che sempre si salda…..vendette di tenebra, col tempo, fanno fioco — contraccolpo brutale, fatale— chi fu felice ma ignorò la giustizia”. Eschilo (Agamennone)