In ricordo di Cristina Cascio, borse di studio per regalare nuove opportunità

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Tutto è cominciato con una serata musicale organizzata per l’occasione dai familiari, un momento gioioso che sarebbe piaciuto di certo a Cristina, perché essere seri ed impegnati non significa necessariamente essere austeri o sussiegosi. E’ stato lì che il marito, Carmelo, e i figli, Giuseppe e Vincenzo, hanno lanciato l’idea di una raccolta di fondi che potesse servire a “mantenere viva l’eredità” di Cristina Cascio, la donna che tutti ricordiamo per aver dedicato “la sua vita all’istruzione e al benessere degli studenti della sua amata scuola”.

La sua scuola, come sappiamo, è l’Istituto Onnicomprensivo Angelo Musco a Librino, di cui è stata preside, tornandovi e rimanendovi per scelta, per venti anni. E facendolo diventare, tra mille ostacoli ma con il supporto di coloro che hanno creduto nel suo progetto, dentro e fuori il quartiere, anche una scuola superiore di alto livello.

In questa scuola e in questo quartiere, diceva sempre, bisogna che vengano da fuori, bisogna che Librino venga riconosciuto come parte integrante della città e apprezzato per il positivo che può offrire invece che essere appiattito nell’immagine negativa di luogo in cui dominano spaccio e illegalità.

Sono nati così i licei artistico, musicale e coreutico, divenuti polo di attrazione, fruiti anche da ragazzi che provengono da fuori città e da fuori provincia.

Per la ‘sua’ scuola e i ‘suoi’ ragazzi Cascio ha fatto tanto, e ha saputo coinvolgere i ‘suoi’ docenti nell’apertura al territorio così come nel contrasto, vittorioso, alla dispersione scolastica. Attiva anche nei periodi difficili della sua malattia, incurante di coprire il capo quando la chemio le ha fatto perdere i capelli, generosa e attenta nonostante il piglio deciso e la tagliente ironia.

E’ capitato che donasse, di tasca sua, uno strumento a qualche allievo che non poteva permettersi di acquistarlo, per offrire a tutti la possibilità di proseguire negli studi, anche a chi aveva alle spalle una famiglia con difficoltà economiche.

Proprio ispirandosi a questo il marito e i figli hanno deciso di raccogliere dei fondi da donare alla scuola affinchè fornisca materiale scolastico, strumenti musicali o altre attrezzature essenziali, agli allievi meritevoli e in condizioni disagiate.

La ‘Borsa di Studio Cristina Cascio’ – hanno scritto i familiari sulla piattaforma in cui hanno organizzato la raccolta – “è una promessa di speranza, un abbraccio caloroso verso gli studenti che ogni giorno cercano di costruire il proprio futuro”. Un modo per “supportare il talento emergente e regalare nuove opportunità”.

La raccolta per quest’anno è chiusa. In futuro si vedrà. I fondi raccolti saranno gestiti dalla scuola dove si prevede di istituire una commissione che individui i destinatari.

Sicuramente un modo per mantenere viva la memoria di Cristina Cascio. E per contribuire a rendere effettivo il diritto allo studio, perché la scuola della Costituzione torni ad essere un ‘ascensore sociale’.

Leggi il commosso ricordo di Cristina Cascio a firma di Sara Fagone

1 Comments

  1. Dà un po’ l’amaro che a mantenere viva la memoria degli eroi moderni debbano spesso essere le loro famiglie e non piuttosto le istituzioni, seppure questo sia purtroppo nelle cose. A una donna così spero verrà presto intitolata una strada, o una biblioteca, o dedicata una pubblicazione. Sono però certa che i semi da lei gettati con generosità e coraggio lungo un cammino che immagino non possa essere stato facile e piano germoglieranno numerosi. Intanto ha portato con sé l’unica cosa che davvero conta in questa nostra vita: l’amore e il rispetto di coloro ai quali è stata vicina, influenzandone positivamente l’esistenza in una Città che non è una, ma due. C’è la Catania “bene” e poi c’è l'”Altra”, quella di chi sembra dimenticato da Dio e dal mondo, quella su cui ancora molti continuano orgogliosamente a puntare il dito per sentirsi migliori, per assolversi da ogni responsabilità rispetto a un progresso e a una rinascita etica, culturale e politica che senta a prodursi. La Cascio io non la conoscevo, ma certamente lei aveva compreso che in questa società nessuno deve essere lasciato indietro, perché occuparsi degli “ultimi” significa occuparsi di tutti.

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