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Polvere

C’è un quadro di Pippo Reitano dietro il racconto di Stefania Ruggeri che oggi pubblichiamo. Un racconto in cui le suggestioni indotte dal dipinto si mescolano a ricordi personali, autentici o meno che siano. Si tratta comunque di un tentativo di creazione letteraria che testimonia la potenza evocatrice del pennello di Reitano, un artista che Ruggeri conosce bene in quanto curatrice delle sue opere.

Sono venuta nella vecchia casa della mia bisnonna, troppo a lungo disertata, colta da una nostalgia acuta sul cui fianco si adagiava un coevo senso di colpa abbandonato a se stesso…

L’odore del tempo, appena entrata, mi avvolge in un abbraccio carico di inconsapevole memoria, riscaldato dai bruni in varie sfumature della mobilia antica, accumulata da ogni sgombero di famiglia e consegnata a una attesa indeterminata che la polvere suggella spietata.

Qui dentro mi vengono incontro esseri di cui percepisco soltanto, ma con un brivido caldo, la presenza in un tempo che non conosco. Sono benvenuta. Faccio parte di questa dimensione senza misura e perciò infinita come il sole che lascio entrare dalle imposte e che vivifica e attualizza ogni cosa qui dentro, me inclusa.

Nelle vetrine o semplicemente su credenze e comò, pastorelli, damine, nocchieri, suonatori rinascimentali, animaletti di ceramica animano e agitano uno spazio che è indisturbato universo bastevole a se stesso.

Troppi mobili abbiamo conservato e più si va avanti più l’idea di sbarazzarsi di alcuni sembra crudele quanto separare due orfani o profanante come disperdere le tessere di un mosaico sacro.

La luce che in fasci attraversa le stanze fa danzare la polvere nell’aria e fa sorridere delle sue piroette i volti paffuti e placidi di damine, pastori, contadinelle e putti. Davvero, è tutto qua. È tutto nel sorriso che loro mi insegnano.

Ogni mio passo riaccende le cementine colorate dei pavimenti e ridesta il calpestio d’antan. Io sono la vita, io porto la vita, io ridò vita. Mi inebrio della luce, dei bruni, delle miniature, delle mie orme colorate…

In un angolo buio scorgo qualcuno che mi attende da anni. È una anziana Signora castana di un castano con riflessi dorati, compatta, con le gambe e l’anima di ferro e il corpo di legno. La vecchia Singer di mia Nonna. Un capolavoro, modello 16 K, classe 1921. Centoun anni di storia.

La macchina ha un corpo sinuoso dalle proporzioni perfette e scompare al di sotto della base del mobile, protetta da un coperchio incernierato che, sollevato e ribaltato, si allunga a formare il piano di lavoro. Due piccoli cassetti su ciascun lato abbracciano dolcemente la struttura metallica, con i supporti centrale e laterali, la ruota e il vasto pedale, tutti forgiati a disegnare un inflessibile merletto color fucile.

Mi porto le mani sul viso. Il piano della macchina è ingrigito dall’umidità e dalla sporcizia inveterata, fessurato in più parti, quasi del tutto sfogliato per ampi tratti, intorno agli angoli soprattutto. La ruggine si è impadronita del metallo. La vecchia Signora vacilla. Ma per fortuna resiste.

Nonna, ti rivedo mentre centri sotto la luce della porta finestra la tua fedele compagna, ti vedo mentre con sicurezza infili l’ago, assesti il tessuto sul piano, ti siedi e poi con un colpo secco della destra verso il basso avvii il movimento della ruota che la cinghia trasmetterà al pedale, dove il tuo piede si farà trovare pronto alla nuova piccola avventura di uno straordinario quotidiano. Ci vuole abilità, destrezza, ma anche tanta sapiente e cosciente e istruita pazienza.

Tu avevi paura delle invenzioni della modernità. “Mah!”, facevi. Forse ti preoccupava questa nostra velocità, questa folle accelerazione che abbiamo impresso al nostro cammino. E tu la avevi appena assaggiata, ma hai potuto sentirla assai prima e assai meglio di me.

Chiamo il mio amico restauratore e carichiamo la tua Singer nella sua auto.

Poi rientro in casa, richiudo le imposte e do alla porta di ingresso tutte le mandate possibili.

Argo

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  • Bellissimo racconto in cui la bravissima scrittrice Stefania Ruggeri descrive, con minuzia di particolari, la nostalgia che ci assale e i ricordi che si rincorrono, quando apriamo la porta di una casa in cui hanno vissuto i nostri cari.

  • Il racconto mi ha commosso. Ho provato le stesse sensazioni “visitando” la casa dei miei nonni ormai chiusa da anni.

  • Se sia stato il quadro Di Reitano o semplicemente un flusso di coscienza incosciente dell’ autrice di questo pezzo o il confluire dell’ uno nell’ altro come vorticose correnti marine non è dato sapere ,ma per chi ha memoria di una allevatrice e la sua poetica macchina a ingranaggi è facile essere riportati all odore dei tessuti , a quella postura ingobbita e zelante immersa in un atto inequivocabile che è l’ unico che la estranea dal resto e quello sguardo attonito dell’ ossevatore che complice la cornice di luce dalla finestra che avvolge la figura assiste ad un gesto incantato di consacrazione

  • Un racconto delicato e nostalgico, sembra quasi di poter toccare la polvere di quei ricordi.

  • Questo non è solo un racconto: è il vissuto di molti di noi...e, leggerlo è rivivere sensazioni (sentimenti ed emozioni) conservate ma non perdute.
    Ed è un racconto di pregevole scrittura: complimenti all'autrice!

  • Da questo racconto così accurato e ricco di sfumature intense di vita, si percepisce tutto ciò che l'artista vede e immortala nel suo dipinto.
    Momenti di vita semplici e reali, ricchi di calde sfumature, che ricordano anche il vissuto di altre persone a noi care.

  • Un " pezzo" di dolce melanconia che traspare dal vivido ricordo di una nonna amata e presente nella mente e nel cauore anche attraverso un quadro

  • Come sempre Stefania riesce anche a far rivivere anche la memoria olfattiva che inebria le nostre menti e i nostri cuori di arcani sapori che la polvere del tempo non può coprire

  • Questo racconto mi riporta indietro nel tempo, dove i profumi e i sapori della casa di nonna sono ancora presenti nella mente, come pure la vecchia Singer, dove la nonna, china sulla macchina da cucire, cuciva vestiti e rammendava panni. Mi ha lasciato un senso di pace e nostalgia dei tempi che furono.

  • Un racconto e un dipinto che danno vita a ricordi di una vita .. ❤️

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