Vedere oltre, andare fuori dagli schemi. E’ l’idea attrorno a cui è nato il Fringe Off Festival che ha offerto, in questi giorni, a Catania un gran numero di spettacoli, concerti, mostre, focus tematici.
Tra questi “Al Buio, suoni e visioni della città”, un incontro organizzato intorno al film “Io sono Catania”, prodotto dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI) di Catania, per la regia di Tiziana Giletto, con persone non vedenti ed ipovedenti nel ruolo di attori.
Del mediometraggio il pubblico presente in sala ha potuto vedere solo alcune sequenze, sufficienti per capire che la protagonista del film è la città, con la sua bellezza, rivelata da panorami inquadrati dall’alto e scorci significativi, e la sua anima inquieta e ribelle, che traspare dalle storie di donne in esso rievocate, dalla storica Peppa la cannoniera al personaggio letterario di Maria nella verghiana Storia di una capinera.
“L’arte non ha limiti e aiuta ad essere protagonisti, soprattutto in una società che vuole fare scomparire coloro che hanno una disabilità, sia essa fisica o sociale” ha detto Renato Lombardo, direttore artistico del Festival, dando avvio ai lavori.
E in effetti il tema dell’inclusione, in particolare dell’inclusione dei più fragili, è stato al centro di tutti gli interventi.
Innanzi tutto in quelli dei due dirigenti scolastici presenti, Salvatore Impellizzeri e Simona Perni. Nelle loro scuole, la Calvino di Barriera/Canalicchio e la Quasimodo di San Giovanni Galermo, si sperimenta infatti una sorta di comunità educante, il coinvolgimento di associazioni locali, parrocchie, famiglie, nel contrasto ai fenomeni gravi e complessi che, a partire dalla dispersione scolastica, rischiano di consegnare i giovanissimi all’illegalità, alla violenza, alla criminalità organizzata.
Perché di vera e propria comunità educante si possa parlare, manca ancora la presenza dell’ente locale, fino ad ora latitante. Ma i presidi, gli insegnanti sono in prima linea, e la scuola resta, soprattutto nei quartieri più marginali, il più importante baluardo alla devianza minorile.
Fare rete, quindi, “per includere, non per escludere”, dice Perni, e riconoscere il valore di ognuno. “Ognuno di noi ha una diversità, e la diversità è ricchezza” da accogliere e valorizzare – prosegue – “superando le barriere che tendono a dividere, barriere anche mentali, forse più difficili da abbattere di quelle fisiche”. E a questo dobbiamo educarci ed educare i nostri ragazzi.
Non ci sono solo le disabilità fisiche ma anche quelle che nascono dallo svantaggio socio-culturale, e su queste si sofferma Impellizzeri, che sottolinea l’importanza della cultura e dell’arte nella formazione dei più giovani, “per dare una speranza alla città”.
Di “pari opportunità in senso ampio” ha parlato Viviana Lombardo che alle pari opportunità è assessora e che era presente all’incontro insiema al collega Bruno Bruccheri, assessore ai servizi sociali. Entrambi hanno assicurato l’interesse dell’Amministrazione e del sindaco Trantino per la tutela delle persone più fragili, tanto che in Comune è stato bandito un concorso per un esperto che affianchi il sindaco sui temi della disabilità e delle pari opportunità. Un incarico a titolo gratuito e senza rimborso spese, come leggiamo sul sito del Comune
Ce ne rallegriamo e attendiamo di valutare le ricadute di questa scelta, augurandoci che aiuti l’Amministrazione ad essere coerente con quanto professato, evitando rischi come quelli da noi segnalati nel caso della recente convenzione, con la società Fabrica Immobilire, su un sedicente social housing, che autorizza di fatto l’utilizzo di fondi pubblici per conseguire un profitto privato.
Dopo l’introduzione della presidente della locale sezione dell’UICI, Rita Puglisi, è toccato a Simonetta Cormaci, delegata dell’associazione alle pari opportunità, approfondire il tema della disabilità femminile. Le donne sono, infatti, soggette ad una ‘discriminazione multipla’ perché su di esse pesa un doppio condizionamento, legato al genere oltre che alla disabilità. Una situazione che può essere ulteriormente aggravata da altri motivi di discriminazione, come l’essere minori, anziane, straniere migranti o in una situazione di disagio economico. Anche avere opinioni politiche o convinzioni religiose, o un orientamento sessuale non considerati accettabili possono essere fattori discriminanti aggiuntivi.
I diritti delle persone con disabilità sono ormai riconosciuti a livello internazionale, ma non tutte le donne ne sono consapevoli, ecco perché Cormaci ha ricordato quanto sia importante che le donne con disabilità siano protagoniste di tutte le decisioni che le riguardano, “nulla per le donne con disabilità senza le donne con disabilità”.
Nel caso della violenza sulle donne – ha proseguito Cormaci – l’assenza di dati disaggregati ci impedisce di conoscere quanto sia diffuso il fenomeno della violenza sulle donne con disabilità.
Ciò nonostante proprio a Catania è stato firmato un protocollo tra l’UICI e l’Associazione Antiviolenza Thamaia che prevede l’apertura di uno sportello di ascolto presso la sezione territoriale dell’UICI, in via Braille. In preparazione a questo evento, è già iniziato un percorso di formazione all’interno del quale le operatrici di Thamaia stanno acquisendo competenze specifiche per affrontare i problemi della disabilità e si sta verificando un reciproco arricchimento di conoscenze, esperienze e punti di vista.
“Questa è la nostra vita e queste sono le nostre competenze” ha concluso Cormaci “e noi vogliamo che diventino risorse per tutta la città”.