L’Istituto Musco in scena, parole e note oltre i confini

Venerdì sera, 13 ottobre, al Teatro Sangiorgi, era come se la preside Cristina Cascio fosse presente al concerto di apertura dell’anno scolastico 2023-2024. E non solo perché è stata ricordata come colei che ha pensato e voluto il progetto “Musco in Scena – Parole e note oltre i confini”, di cui lo spettacolo di venerdì ha rappresentato l’ultima edizione.

Potremmo dire che Cascio era presente perché, a noi che vi assistevamo per la prima volta, è sembrato che questo spettacolo musicale rappresentasse proprio quello che Cristina sperava: l’abbattimento di ogni barriera, il momento magico in cui il “suo” Istituto, la scuola della periferia che più periferia non si può, incontrava la città e ad essa regalava un momento di gioia, di bellezza e di speranza.

La speranza più grande, quella che i suoi giovani, provenienti anche da Librino ma non solo, attraverso il loro percorso scolastico, potessero appassionarsi all’arte, alla musica, alla danza, potessero scoprire i propri talenti e impegnarsi a valorizzarli, fine a dare il massimo di sé. Contribuendo così a rovesciare ogni pregiudizio.

Al teatro Sangiorgi abbiamo visto i ragazzi della scuola media imbracciare, con determinazione, strumenti più grandi di loro e trarne fuori – diretti dai loro insegnanti – vera musica. Abbiamo poi sentito i loro compagni di liceo suonare pezzi classici e moderni, con e senza l’accompagnamento del coro e di voci soliste, guidati da direttori pieni di energia prorompente. Abbiamo applaudito performance che raccontano la fatica della preparazione, l’impegno degli alunni e dei loro docenti, perché – come ha detto il nuovo dirigente dell’IOS Musco, Mauro Mangano – “la bellezza funziona quando la si condivide”.

E quello di venerdì sera è stato un vero momento di condivisione. Anche con le famiglie, la parte più consistente del pubblico, un pubblico attento, pronto ad applaudire ma sempre composto e partecipe. Bello vedere come una attività scolastica possa suscitare interesse e orgoglio nelle famiglie. La scuola non come corpo separato, guardato talora persino con sospetto e ‘usato’ solo per acquisire un necessario “pezzo di carta”. La scuola coinvolgente, fonte di gratificazione, in grado di offrire prospettive per il futuro.

Senza illusioni, però, con concretezza, tanto che della fragilità umana parlava l’istallazione preparata dal liceo artistico dello stesso istituto, e dalla ricerca dell’uomo hanno preso avvio gli interventi introduttivi dei docenti presentatori, Gregorio Celi e Irene Randis, che poi hanno spaziato su temi letterari, storici, quasi filosofici.

La musica, l’arte sono, d’altra parte, e così sono state raccontate, gli strumenti a cui si attinge per superare i limiti e i conflitti, e per realizzare la pace “di cui oggi abbiamo particolarmente bisogno”, come ha concluso il preside Mangano, al quale tutti hanno riconosciuto la ‘stoffa’ per poter continuare l’opera iniziata da Cascio, con lo stesso impegno e la stessa passione.

Una passione che è stata fino ad ora, e promette di essere ancora, contagiosa. Come lo spettacolo dell’altra sera ha dimostrato.

Argo

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