Torniamo oggi sulla figura di Francesco d’Assisi, nella ricostruzione che ne ha fatto Francesco Coniglione, già docente presso il dipartimento di Filosofia dell’Università di Catania. Della presentazione del suo libro, “La perfetta letizia”, versione ridotta del corposo “L’uomo venuto da un altro mondo” (già recensito da Argo), ci parla oggi la storica Marina Mangiameli, nostra collaboratrice.
Cosa hanno in comune una docente universitaria, un’insegnante, un francescano? Apparentemente nulla, ma se tutti discutono dell’insegnamento di S. Francesco allora si scopre che forse qualcosa in comune c’è.
Questo è successo il 26 c.m. nella libreria Feltrinelli di via Etnea dove si sono incontrati alcuni illustri lettori per discutere dell’ultimo libro di Francesco Coniglione “La perfetta letizia. L’itinerario spirituale di Francesco d’Assisi”, Bonanno, 2023, ognuno dalla propria prospettiva.
Ne è uscito un quadro composito ed interessante. Tutti hanno sottolineato il robusto fondamento di testimonianze storiche da cui il testo muove ma anche l’originale, personale interpretazione proposta dall’Autore ed il suo interesse.
Così Arianna Rotondo (docente di Storia del Cristianesimo, Unict) ha rilevato che, a partire da una interpretazione personale, quello che il libro vuole restituire è innanzitutto un’esperienza, l’esperienza della vita di Francesco, il suo valore rivoluzionario, i suoi significati complessi ma anche immediatamente intuibili, specie in quelle dimensioni che sono ancora oggi perfettamente comprensibili.
Ognuno di noi, nella propria vita, sperimenta un percorso più o meno agevole di formazione, di ricerca interiore e umana, difficile e talora drammatica, una ricerca che può essere semplice, con obiettivi modesti e circoscritti, come quella di ognuno di noi, o vasta e articolata come quella di Francesco.
In altri termini tutti gli oratori hanno sottolineato che dall’opera, emerge una visione nuova del pensiero di Francesco (ed anche, osserviamo noi, del pensiero medievale) in cui la povertà è frutto di una decisione, di una scelta ed in quanto tale ha una grande forza rivoluzionaria, specie nell’esperienza di chi veniva da una ricca famiglia di mercanti ed aveva conoscenza diretta dei concreti meccanismi sociali in cui si formava e si gestiva la ricchezza.
Insomma attraverso uno schema della vita di Francesco, articolata su alcuni momenti fondanti, i gesti più significativi, a forte valenza simbolica, costituiscono le tappe di un percorso nel quale ognuno ritrova il proprio Francesco e costruisce la propria conversione e riconciliazione.
E’ questo il metodo dell’Autore che, partendo da uno schema delle tappe fondamentali della vita del Santo, permette a tutti di seguirle, comprenderle ed anche interpretarle specie con l’aiuto dei titoli dei paragrafi in cui l’opera è articolata che guidano con delicatezza il lettore senza in alcun modo prevaricarne il giudizio.
Ognuno può trovare il proprio Francesco nel racconto della vita e nei forti gesti di natura simbolica che egli compie: la nudità, ad esempio, quando rinuncia ai beni paterni, che ha un forte valore iniziatico, perché questo è un altro dei percorsi che ci si schiudono davanti: la conversione e la riconciliazione di cui la nudità è una sorta di simbolo rituale, iniziatico e penitenziale.
E così via: l’obbedienza diviene il segno della volontà di spogliarsi della propria ottica, la Povertà, subita o agita, eroica, cavalleresca, diventa non un destino ma il frutto di una decisione, di una scelta. Si risale così la scala gerarchica delle virtù cristiane fino all’idea cristiana di giustizia che tutto lega e sintetizza in sé. E si giunge alla parte più complessa, a definire cosa sia il misticismo, l’ineffabile, alla Chiesa come corpo mistico che è insieme teologia e poesia.
Le riflessioni sono state molteplici. Zina Bianca (direttivo nazionale AIMC) ha rilevato che l’opera è appassionante perché consente di seguire un duplice percorso, quello della ricerca del Santo di Assisi e quello dell’Autore. L’oratrice ha, fra l’altro, sottolineato come dall’opera nascerà un progetto di approfondimento didattico cui ha invitato a partecipare tutti i presenti dato che proprio dal pensiero di Francesco, dal suo approccio alla realtà, pragmatico e profondo insieme, può generarsi una nuova metodologia didattica che può essere guidata dalla ispirazione di un appassionato del Creato che lo interpreta non opponendosi a qualcosa ma facendo concretamente della propria esperienza una chiave per andare oltre tutte le apparenze e le mistificazioni.
In un mondo in cui sembrano scomparire parole come lentezza, meditazione, comprensione, in cui il profitto è diventato un valore assoluto, è fondamentale recuperare il messaggio di Francesco cui, non a caso, si ispira, consapevolmente, l’attività missionaria del Pontefice ed il suo impegno per la pace.
Il parroco della chiesa di S. Maria di Gesù, Massimo Corallo, un francescano, a partire dalla propria esperienza, ha sottolineato come più di mille prediche valgano i buoni esempi ed ha raccontato le tappe principali del proprio cammino intellettuale e umano, sfociato poi nelle sue scelte di vita e realizzato nell’attività di educatore e sacerdote sul modello di Francesco.
L’Autore, infine, intervenendo nel dibattito, ha sinceramente osservato che le interpretazioni degli oratori che lo avevano preceduto hanno meravigliato lui per primo, perchè vi ha trovato suggestioni cui non aveva mai neanche pensato. Il contrasto fra logos e irrazionale – ha proseguito – lo ha sempre interessato ed ha cercato di studiarlo nell’epistemologia del ‘900 ancor prima che in San Francesco. Ma è stato quest’ultimo a lasciarci una forte indicazione su quello che può essere l’itinerario di perfezionamento che ognuno ha davanti a sé come primo compito nella vita.
S. Francesco è un esempio di questo itinerario che deve essere sostenuto da rigore e libertà non meno che dalla ricerca individuale di ognuno. Di conseguenza Coniglione ha sottolineato la grave responsabilità di una classe politica ignorante ed incolta che ha affossato lo studio delle discipline umanistiche in favore unicamente della tecnica.
La vera letizia è un accadimento interiore, la capacità di controllare se stesso anche nel momento del confronto con il resto del mondo. Questa è la grande lezione di Francesco. Questo il cuore della sua riflessione anche quando lo tormentava, negli ultimi anni della sua vita, la rottura con l’Ordine stesso che lui aveva fondato. Anche sotto questo profilo Francesco non può essere riferito ad una sola confessione religiosa e resta modello di uno sforzo assiduo di rigore e coerenza nell’Amore ed, insieme, ci dice quanto è duro, difficile il cammino del confronto con sé stessi, quale che sia, uomini o santi, la nostra condizione umana.
Questo breve resoconto, la ricchezza del dibattito, la forza delle argomentazioni bastano a confermare l’interesse del testo per chiunque sappia che uomo o donna non si nasce ma si diventa.
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