Pelligra, il calcio, gli affari, la politica

Giugno 2022, “l’ amministrazione comunale ha scelto tra le cinque proposte per rilevare il titolo sportivo del club siciliano, chiamato a ripartire dalla Serie D. Vince il progetto di Ross Pelligra, imprenditore australiano di origini catanesi. ‘Lo riteniamo il più adatto a soddisfare le aspettative della città in termini obiettivi, di mezzi economici-patrimoniali e di sviluppo infrastrutturale sportivo’ (sky sport). Lo faccio per mio nonno, per i miei genitori e per tutti i siciliani che hanno voglia di calcio” si presentò così Ross Pelligra.

Un campionato trionfale ha fatto sì che il Catania, sempre seguito da un numero incredibile di tifosi, conquistasse con ben sei giornate di anticipo la promozione in serie C. Forte di un indubbio successo, l’imprenditore australiano vuol dire la sua anche sulle prossime elezioni comunali catanesi, sostenendo la candidatura a sindaco della Città di Enrico Trantino.

Di seguito alcune riflessioni di Enzo Guarnera, avvocato penalista ed ex deputato regionale, da sempre impegnato, a fianco della società civile, nella lotta contro la mafia, le estorsioni e l’illegalità diffusa.

Alle prossime elezioni amministrative di Catania vi è un dato certo: il nuovo padrone del Catania Calcio, Ross Pelligra, ha sposato la candidatura di Enrico Trantino. Da giorni partecipa ad innumerevoli iniziative di Fratelli d’Italia, incontrandone vari esponenti, nazionali, regionali e comunali.

Tutti, ovviamente, offrono ampia disponibilità ad assecondare i progetti imprenditoriali di Pelligra, il quale in cuore suo gongola. A Pelligra interessano solo gli affari, e chi glieli garantisce è il benvenuto.

In cambio vi sono i voti dei tifosi della squadra di calcio, fresca di promozione, i quali al loro presidente farebbero una statua da portare in processione assieme a quella di S.Agata. Figuriamoci se non danno il voto ai suoi amici politici! Si appalesa un rapporto “sinallagmatico” [di reciprocità, come da contratto], come dicono i giuristi, di assoluta evidenza.

Ma vi è un dato che non bisogna trascurare, e sono alcune frequentazioni di Pelligra. Certo, lui è nuovo della città, non ne conosce il sistema di potere né la qualità di alcuni suoi abitanti. Ma risulta si sia accompagnato anche a soggetti discutibili sotto vari profili, i quali ambiscono a beneficiare dei suoi investimenti. È presto per dirlo, ma è necessario vigilare su quanto avverrà.

A Pelligra consiglio di essere guardingo e di non fidarsi di tutti coloro che lo blandiscono: molti vogliono solo i suoi voti e i suoi soldi. Per quanto mi riguarda io e la mia associazione “Antimafia e Legalità” saremo molto attenti.

Perché, come diceva il grande Totò, abbiamo fatto “tre anni di militare a Cuneo”. Ed io, in particolare, vi ritorno ogni tanto per un corso di aggiornamento!

Della questione Pelligra si occupa da tempo la redazione de I Siciliani Giovani. A gennaio ha chiesto copia delle offerte presentate per il bando pubblico relativo alla nuova squadra di calcio del Catania, senza ricevere alcun riscontro. E facendo sospettare che ci sia qualcosa da nascondere.

Si è poi occupata dell’importo molto basso del canone di affitto mensile dello stadio (600 euro), giustificato con le spese di mautenzione straordinaria che sarebbero a carico della società di Pelligra, sebbene – come nota la redazione – il Comune “mai come adesso, sta investendo risorse pubbliche sulla riqualificazione dello stadio” con appalti pubblici per un valore complessivo di quasi sei milioni di euro.

C’è poi il problema della scadenza della convenzione di affidamento dello stadio. Essendosi concluso ufficialmente il campionato di serie D e non non essendo stata disposta alcuna proroga, “la società di Pelligra potrebbe già avere lasciato gli uffici e consegnato le chiavi”. Nel frattempo nulla è ancora stato fatto per il bando pubblico relativo al nuovo affidamento, con il rischio che, “nell’emergenza dell’avvio del nuovo campionato, si proceda a qualche affidamento diretto, senza gara, in proroga, a condizioni estremamente convenienti per il privato”.

Argo

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