Non più e non solo i padri costituenti, ma anche e soprattutto le madri costituenti in quanto esse hanno contribuito a rendere la nostra Costituzione espressione di unitarietà e interezza del popolo italiano. Ecco perché parlare di madri costituenti non è solo un doveroso atto di omaggio ma una vera e propria ‘operazione storica’, per far sì che “esse entrino nel comune sentire, nel patrimonio storico collettivo”.
Così Salvatore Di Stefano, (docente di Storia)), nella piccola ma affollata saletta dei Cobas di Catania, dove, giovedì 19 aprile, si è svolto l’incontro Voce alle madri della Costituzione, organizzato da: Comitato per la difesa della Costituzione, La Città felice, La Ragna-Tela, Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia).
Un’occasione per evidenziare il prezioso contributo delle 21 donne elette nel 1946 all’Assemblea Costituente, 9 della DC, 9 del Pci, 2del Psiup, 1 del Fronte liberal democratico dell’Uomo Qualunque. Donne che così vennero descritte dal cronista di Montecitorio “le deputatesse non fumano, in genere, e in maggioranza non si truccano e vestono con la più grande semplicità” (Biblioteca del Senato, Le donne della Costituzione, Appendice ottobre 2008).
Durante l’incontro di giovedì, sei di queste donne sono state ricordate, attraverso la lettura di alcuni loro testi, da Ketty Governali, Mati Venuti, Cinzia Insinga, Carmina Daniele, Giusi Milazzo, Giulia De Iorio, Cettina Tiralosi.
Della più giovane deputata dai bei riccioli bruni, Teresa Mattei, sono state ricordate queste parole: “Il mio programma? portare alla Costituzione i problemi delle ragazze italiane perché siano risolti […] perché siano tolte tutte le barriere che limitano l’attività culturale delle donne. Le donne sanno accordarsi in vista di un superiore interesse. La guerra per esempio se le mamme saranno al governo come potrà scatenarsi? Alle donne Dio ha commesso la difesa della vita”.
Della sartina torinese Rita Montagnana, “diventai socialista perché sentivo che la società in cui vivevo era ingiusta, matrigna per la maggioranza del popolo. Comprendevo che solo i socialisti difendevano e aiutavano i lavoratori organizzandoli. Quando noi sartine ci mettemmo in sciopero (1909/11) per l’aumento dei salari, furono i socialisti della Camera del Lavoro a guidarci. I socialisti furono gli unici a levarsi contro la guerra che io temevo ed odiavo. Per questo mi schierai accanto a loro ed entrai nel Psi nel 1915”.
Maria Maddalena Rossi si batté per l’accesso delle donne a carriere, allora precluse, come quella della magistratura, e per il riconoscimento di compiti di direzione nelle carriere professionali.
Quanto a Nilde Iotti, ne sono state ricordate alcune affermazioni: “Meno di anno è passato dalla prima elezione democratica che ha dato il voto alle donne. Esse hanno forse più degli uomini lo slancio dell’entusiasmo che le spinge a lottare con accanimento contro gli ostacoli, a vedere le miserie e le sofferenze, a preoccuparsi della salute e dell’educazione dei bambini che rappresentano il patrimonio più prezioso della nazione”.
Di queste donne Mirella Clausi (La Città Felice) ha sottolineato le vite intense e la partecipazione alla lotta contro il nazifascismo. Per questo pagarono e furono imprigionate, torturate, deportate. E pur proveniendo da diverse estrazioni politiche, sociali e culturali, seppero condividere e fare sintesi in merito a quegli argomenti che mettevano a tema e avevano a cuore, riuscendo a battersi con una sola voce. Non riuscirono, per esempio, a far togliere dall’art. 37 il riferimento alla essenziale funzione familiare della donna, ma fecero aggiungere un inciso importante: quello di assicurare alla madre e al bambino un’accurata e speciale protezione.
Tra le donne elette, alcune fecero parte della Commissione speciale incaricata di redigere la Carta Costituzionale. Erano Angelica Gotelli, Maria Federici, Lina Merlin, Teresa Noce, Nilde Iotti, Ottavia Penna Buscemi. Tutte laureate in lettere eccetto Teresa Noce che si dichiarava un’autodidatta. Indipendentemente dal diverso orientamento politico, Dc, Pc, Psi, Fronte Uomo Qualunque, lottarono insieme per sostenere e rivendicare il diritto delle donne ad essere protagoniste della vita politica. Così Filomena Delli Castelli, eletta a 30 anni nella Costituente commentava il giorno in cui le donne si presero la storia “eravamo consapevoli che il voto alle donne costituiva una tappa fondamentale […] avevamo finalmente potuto votare e far eleggere le donne. E non saremmo state più considerate solo casalinghe senza voce ma fautrici a pieno titolo della nuova politica italiana”.
Perché così poche donne, si domanda Salvatore Distefano. Ne era responsabile il fascismo – risponde – che aveva cancellato le donne, le quali però erano ritornate centrali sia durante la guerra nel mondo del lavoro, sia durante la Resistenza come partigiane, staffette, crocerossine, combattenti, insegnanti. E proprio per rafforzare questa consapevolezza Di Stefano propone di intitolare la piazzetta di san Giovanni Li Cuti alle madri costituenti, per mantenere vivo il ricordo del recente passato, spesso sconosciuto ai più.
Anche la scuola è un luogo dove occorre fare memoria. Interviene su questo Pina Palella, presidente provinciale dell’Anpi di Catania, ponendo l’accento sul nesso fortissimo tra scuola e Anpi. Una memoria, dice, in cui gli studenti diventino protagonisti, in cui si veicoli una corretta e giusta informazione. A questo proposito mostra un cofanetto con le biografie delle madri costituenti presentato al 17° Congresso dell’Anpi ( Riccione, 2022) che verrà distribuito in tutte le scuole catanesi.
Nel suo intervento Palella ricorda anche il ruolo attivo e combattivo delle donne allorquando a Milano nel 1943 furono creati i G.D.D (Gruppi di difesa della donna): formazioni pluripartitiche che raccoglievano donne di ogni ceto sociale, fede religiosa e tendenza politica. Il programma d’azione. pubblicato sul foglio del movimento “Noi Donne”, si apriva con l’esortazione “le donne italiane che hanno sempre avversato il fascismo, che della guerra hanno sentito tutto il peso per i lutti, le case distrutte, i sacrifici e le raddoppiate fatiche, non possono rimanere inerti in questo grave momento”.
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Lieta che le Madri costituenti abbiano trovato di nuov la loro voce... A beneficio di chi non lo sapesse informo che all'interno della Villa Bellini vi è da diversi anni un manifesto che riporta i nomi di tutte le madri costituenti
A condizione di non storpiare alcun nome , per esempio quello di Ottavia
Perna Buscemi, che va corretto in Penna Buscemi.
Refuso corretto. Grazie