“È possibile” è lo slogan che Libera ha scelto quest’anno per celebrare il 21 Marzo la XXVIII Giornata della memoria e dell’impegno in memoria delle vittime innocenti delle mafie, giornata riconosciuta dallo Stato italiano con la legge n.20 dell’8 marzo 2017. La manifestazione nazionale si svolgerà a Milano, e contemporaneamente anche in altri luoghi dell’Italia, Europa, Africa, America Latina.
A Catania il comitato organizzatore ha scelto di celebrare la ricorrenza il 23 marzo, per permettere a quanti potessero e volessero di recarsi a Milano e partecipare alla manifestazione nazionale, supportati anche dalle agevolazioni sui biglietti previste da Trenitalia.
Non è casuale la scelta della città di Milano. In contesti dove c’è forte movimentazione di danaro si infiltra la mafia e la Lombardia non è esente da queste tossiche presenze anche se possiede anticorpi in grado di opporre ad esse pratiche civili e istituzionali di risposta e riscatto.
Il messaggio che si vuole trasmettere con lo slogan ‘E’ possibile’ nasce dal periodo storico complesso e difficile che stiamo vivendo, dalla pandemia alla guerra russo-ucraina, alla risposte che Italia ed Europa dovrebbero dare al fenomeno delle massicce migrazioni. Il percorso storico che stiamo attraversando, sempre più oscuro e tortuoso, fa sì che le vecchie mappe non ci aiutino più a ritrovare la strada della convivenza civile.
Ecco perché Libera rivolge a tutti l’invito a riflettere su ciò che ciascuno, sia individualmente sia in modo collettivo, può fare per l’affermazione dei diritti e della giustizia sociale. Occorre che tutti insieme diventiamo consapevoli di questo impervio sentiero e della necessità di attraversarlo e superarlo componendo competenze diverse, per dare vita ad un ‘pensiero meticcio condiviso‘ nell’ottica di giungere alla pace, alla giustizia, all’accoglienza, ai diritti e alla libertà (Verso il 21 marzo: Libera, 2023)
Ma uno slogan da solo non può essere motore di cambiamento. Ecco perché, nei mesi precedenti la manifestazione, é stato sviluppato un percorso di approfondimento, rielaborazione e impegno sia a scuola sia nei territori. La proposta educativa lanciata da Libera si è articolata in cinque aree tematiche: le stragi del 1993, l’ imprenditoria mafiosa, le mafie al Nord e al Sud, la relazione donne-mafia e infine le grandi opere pubbliche: da opportunità di sviluppo a sfruttamento ambientale.
Queste tematiche sono state approfondite dagli studenti, aiutati dai docenti, nei territori di riferimento. A Firenze, ad esempio, attraverso la conoscenza della devastante strage di Via Georgofili nei pressi della Galleria degli Uffizi, a Catania la storia della Geotrans e la riappropriazione ad uso civile di un bene confiscato alla mafia.
Il comitato di Catania ha dato vita ad un Concorso di poesia per tutte le scuole della città, a cui hanno aderito circa 22 scuole, ognuna delle quali – ci dice Dora Torrisi, organizzatrice di Libera Catania – ha adottato una vittima di mafia che è stata oggetto dei componenti. Una commissione sceglierà le poesie più significative, che verranno declamate e poi premiate alla fine del corteo cittadino, dopo la lettura dei nomi delle vittime delle mafie.
La lettura dei nomi è un momento di grande commozione, non è routine, non è solo uno arido elenco. Ogni anno, la voce dei ragazzi fa rivivere quegli uomini, quelle donne e quei bambini barbaramente uccisi, fa memoria e tesoro dell’esempio di chi ha combattuto le mafie e non ha ceduto a minacce e ricatti, ma anche di chi si è trovato nella traiettoria di una pallottola diretta ad altri. Emerge qui la valenza pedagogica del lavoro di Libera e l’importanza del lavoro svolto nelle scuole, con le nuove generazioni che crescono e ragazzi sempre diversi a cui vengono riproposti alcuni valori che non devono andare perduti: fare memoria è, infatti, diverso dal commemorare, dal ricordare in maniera sterile, significa impegnarsi in prima persona, acquisire e maturare una coscienza e consapevolezza civile.
Nei prossimi giorni il presidio universitario di Libera intervisterà, su Radio Zammù, due familiari di vittime di mafia che sono riusciti a trasformare il loro dolore in impegno. Sono previste le interviste di Antonio Guglielmino, nipote di Giovanni Lizzio, alle ore 12.30 di lunedì 20 marzo, e di Francesca Andreozzi, nipote di Pippo Fava, alle ore 12,30 di mercoledì 22 marzo.
Per il giorno 23, l’appuntamento è alle 9.00 del 23 marzo alla villa Bellini da dove partirà il corteo, scandito questa volta da tappe importanti che vedranno coinvolte le istituzioni cittadine: il prefetto, il vicario del Vescovo, la prorettrice, il capo della Digos, l’IPM, l’UEPE, il Presidio universitario che scendendo dai palazzi di rappresentanza parteciperanno al corteo.
Una partecipazione delle istituzioni alla manifestazione che rappresenta un segnale importante, “soprattutto – ribadisce Torrisi – alla luce della sfiducia che le nuove generazioni nutrono nei confronti delle istituzioni”.